Lettere (Isabella Teotochi Albrizzi)/XXXVII

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Di Venezia ...... 1834.

Il Sig. Riccardo Milnes, cultissimo e vivace giovane Inglese, mio amico già da qualche tempo, le presenterà, egregio Niccolini, questa mia letterina. Egli confermò la buona opinione in che io sempro il teneva, mostrandomi la più viva bramosia di essere presentato all’amico nostro Niccolini, e non poco accarezzò nel tempo stesso il mio povero amor proprio, preferendo me ad altri nel grato ufficio di presentarglielo. Nel compiacerlo e raccomandarlo, siccome fo caldamente con tutto l’animo, pregandola di accordargli il permesso di visitarla qualche volta, sono lieta di richiamarmi novellamente alla di lei cortese memoria, ed assicurarla del desiderio, in me sempre vivo e costante, di vedere e ammirare le produzioni del suo peregrino ingegno. Deggio poi ancora ringraziarla del prezioso dono fattomi della sua tragedia Lodovico Sforza, per mezzo di Soranzo. E fummi invero carissimo il dono che mi veniva da tanto cortese ricordanza: ma non creda però che questa sua bella tragedia, e fra gli altri i soavissimi e divini versi d’Isabella, per la prima volta io leggessi, attenta ed avida, come sono sempre, per tutto quello che esce dalla felice sua penna. Stia sano e si conservi, valoroso Niccolini, poichè l’onore e la gloria di rappresentare la Melpomene Italiana, è tutta affidata alle di lei generose cure. Mio figlio, suo grande ammiratore anch’egli, la prega di aggradire i suoi rispetti, ed io, ch’ella mi creda con riconoscente stima e affezione.

La sua Albrizzi.

Note

  1. È inedita e si conserva nella Nazionale di Firenze. Non ha data, ma le abbiamo assegnato l’anno 1834, perchè l’Albrizzi accenna d’aver ricevuta la tragedia del Lodovico Sforza, comparsa appunto in quell’anno.