Lettere (Isabella Teotochi Albrizzi)/XXVII
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A Giuseppe Molini1
Preg.mo Sig. Giuseppe.
Dalla villa di Candiana, 6 Settembre 1818.
Ho tardato a rispondere, Signor Giuseppe, perchè volea pur dirle averla servita del rame, ma per quante diligenze abbia fatto fare dalla mia gente alla mia casa, non fu possibile rinvenirlo. Cosa di cui io stessa mi meraviglio. Forse, quando al mio ritorno potrò io stessa rintracciarlo, avrò destino migliore; quantunque, tenendo tutta questa specie di cose in uno stesso armadio, non so intendere nè come in quello non si trovi, nè come possa essere altrove. E mi nacque il dubbio che forse sia rimasto in mano del Sig. Rosini, fino da quando glieli spedii per fare l’edizione di Canova. Ella ne faccia qualche ricerca, che io non mancherò di ritrovarlo dal canto mio tostochè sarò a Venezia. Certo non deve oltre di noi due essersi dilungato. Dica mille cose, ne la prego, al nostro Rosini, e gli dica che io lo ringrazio infinitamente delle belle poesie favoritemi, che mi piacquero moltissimo. Gli dica pure che la sua bella ed ingegnosa lettera, calda di patrio amore, altamente mi piacque; solo mi rinerebbe che non sostenesse causa migliore.
Addio, gentilissimo Signor Giuseppe, stia bene, e mi creda con tutto l’animo
Sua aff.ma Serva
Albrizzi.
Note
- ↑ È inedita, e si conserva alla Nazionale di Firenze. Il Molini fu l’editore delle Descriziani delle sculture ecc. di Canova -- Vedi pagina 89, in nota.