Lettere (Isabella Teotochi Albrizzi)/XIX
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Ad Antonio Canova1
Venezia, 14 Febbraio 1813.
Io sarei bastantemente fortunata se ottenessi che non disaggradiste gli sforzi ch’io faccio per onorarvi, mio preziosissimo amico.
Nè il rame, nè la descrizione offrono, è vero, idea alcuna della bellezza del vostro originale, ma è ormai cosa nota a tutti, che per apprezzarvi quanto veramente meritate, bisogna assolutamente vedervi nelle opere vostre, delle quali lo stesso gesso non ne rende che una idea imperfettissima assai, ammorzando, dirò così, quelle scintille di vita che da esse si spandono, ed illanguidendo quel moto, che in movimento sì grande mette l’animo di ognuno che le riguarda.
Conservatevi sano per la consolazione dei vostri amici, e per la gloria d’ltalia a voi solo appoggiata, e credetemi con la più affettuosa stima ed amicizia
La vostra Albrizzi.
Mille saluti al gentilissimo Fratello vostro, a cui vi prego di dare una copia dell’Elena in mio nome. Il Cavalier Pindemonte vuol esservi ricordato, ed il mio figliuolino vi abbraccia.
Note
- ↑ Inedita al Museo e Biblioteca di Bassano.