Lettere (Filippo Sassetti)/Lettera VII

Lettera VII

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VII.

Al medesimo


Illustre, ed Eccell. Sig.


Resto con molto obbligo a VS. de’ molti particolari, che le è piaciuto darmi per la sua de’ 10. di Novembre, e gran contento ho preso di quello, che si conteneva nell’ultima parte, dell’essersi VS. ritirata dalla tediosa azione dello avvocare, la quale è ben differente conforme alla qualità degli uomini, che l’esercitano, ma alla fine ella è soggezione, e come VS. non s’occupi in questo, ben so quali saranno gli altri studj, ne’ quali ella guadagnerà il tempo. Non sò oggi, sé io mi posso attribuire alla necessità, o alla inclinazione, o a che altra causa, la mia tornata in India. Trovai una volta scritto da uomo valente, che la fortuna, come femmina, avea bisogno talvolta d’essere strapazzata, e tenersi poco conto di lei, e così se le metteva il cervello a partito. Io mi acconcerei seco volentieri, in quello, che stesse bene, perché ella si accomodasse a lasciarmi satisfare, ed ella, comecché io non desideri di ammassare gran tesoro, che fono quelli, de’ quali ella dee avere più mancamento per li molti bisognosi, dovrebbe, o contentarmi, o chiuder, come si dice gli occhi. Il Signore Iddio disporrà di tutto conforme al voler suo, e la fortuna, o sua ministra, o nò, niente non potrà, né più’ qua, né più là. La relazione, che VS. mi ha data del nostro Messer Piero, mi è stata di sommo contento, perché sentendo, che e’ travaglia in fare stampare gli scritti suoi sopra l’ Etica, intendo, che egli non pure è sano, ma in quel buon termine, che bisognerebbe, che e’ si mantenesse. Nostro Signore gli accresca la vita. Una Corona di legno Aloè, o di Calambucco1, come e’ lo chiamano qui, per distinguerlo dal legno Aloè, che gli è inferiore, la quale io ho comperata per VS. quanto alla qualità del legno, come e’ dicono qui, è strana, per non aver veduto ancora né il più odorifero, né il più fresco, né il migliore, e mi persuado, che VS. ne rimarrà satisfattissima, né poco tempo le nuocerà in privarla di quella sua freschezza, sé dopo adoperata si tornerà a mettere tralla medesima polvere, tralla quale ella viene, che la conserverà lungamente. Di questo legno, quando egli è di questa sorte fresco, in India cavano l’olio, che è cosa preziosissima. Veddine, avrà 3. anni, una mandorla di 2. once, ma per essere mescolato con ambra, lo stimai assai meno, ancorachè mi dicano, che da per se è tanto potente, che egli offende la testa; conducendomi in India, lo vedremo. E perchè questa Corona dovrà essere per uso della Consorte di VS. in continuazione di arnesi muliebri, mi dette tra mano una pietra, che addomandano di latte, di figura come d’un cuore, la quale vorrebbe essere trasparente, e da una parte ha sparse molte macchie bianche, quasi latte sopra un bigio scuro; dicono quì questi superstiziosi, che ella serve a far tornare il latte. Questa con la Corona sopraddetta con un poco di polvere, o segatura di quel legno, ho messo in uno stagnone di piombo, che cucito con tela, e suggellato con lacca, ho dato a Messer Antonio Carletti, che se n’è venuto a cotesta volta sopra la Nave Sant’Antonio di Buonviaggio, perchè lo consegni a VS. e di più gli ho dato un rinvolto in tela, scrittovi sopra il nome di VS. siccome sopra lo stagnone, nel quale è una pezza di tela d’India detta Canichino, che mi pare, che le donne costà lo chiamano Bisso2. VS. quando che sia riceverà il tutto, e se le parrà, che 45. scudi vi siano dento impiegati male, incolpine questi diavoli de’ Castigliani, che tutto vogliono, e tutto comprano, e d’India aspetti il risarcimento. Piaccia al Nostro Signore Iddio, che io possa mandargliele, e a lei dia quanta salute io le desidero.

Di Lisbona a’ 27. di Dicembre 1582.

Di VS. affezionatis. servit.

Filippo Sassetti.


Note

  1. Legno odorifero proveniente dalle Isole di Soler. N. d. C.
  2. Seta di produzione naturale, frutto del filamento prodotto dalla secrezione di alcuni molluschi, come la Pinna Nobilis.N. d. C..