Lettera di Pasquale Paoli a Maria Cosway

italiano

Pasquale Paoli 1802 Lettera di Pasquale Paoli a Maria Cosway Intestazione 30 luglio 2019 75% Da definire

Clifton 4 sett.re 1802

Riv.ma Signora Comare

Era giusto terminata l'acchiusa lettera quando dalla posta ricevei dal dilei caro Sposo la graziosa sua del 25 agosto p.p. Da quanto in Corsica scrivo Ella può conoscere l'animo mio concernente le cose di quel Paese, la cosa che piu m'interessa in questo mondo. E' a sigillo volante la lettera, la lega e poi a Monsignor Fesh, quale distintamente riverisco, e col quale molto mi congratulo della meritata preferenza che ha auta, La raccomandi perche arrivi al suo destino. Le mie lettere in quel Paese non fanno male allo Stato. Io sono assai tenuto alla dilei efficace buona Volonta per rapporto alla Collocazione de' miei Nepotini nelle Scuole di Francia, ma di loro non so ne il Nome, ne l'Eta; ma scrivo in Toscana dove sono, per esserne informato. Cara la mia buona Comare, mi eran piu noti li nomi di Zelanti della Padria, che quelli de' Bambini miei Parenti che al Ben Comune ancora non potevano coadjuvare. Non è per risparmio che io preferisco per essi l'Erudizione in Francia, ma è sul riflesso che essendo la Corsica ora alla Francia unita, studio, ed abitudini bisogna che essi abino alla Francese per essere qualche Cosa nel Mondo politico. E se in Lione dove presiederà il buono amico, vi fosse qualche uomo probo, e di Scienza, e Classico nella letteratura, io ben volontieri cola li manderei ancorche mene costasse un cento di luigi all'anno, e piu, vorrei che que' Giovinetti divenissero qualche cosa, e sapessero nelle congiunture difendere il Carattere, e la riputazione del loro Zio, se anche dopo la di lui morte la calunnia volesse continuare ad oscurare il piccolo suo merito verso la Padria, ed a porre in dubio la sempre onorata, ed innocente sua Condotta allorche era alla Direzzione de publici affari del suo Paese. Cara la mia Comare, io son troppo vecchio per attentare di fare uno Sbozzo istorico della mia amministrazione, ed ho anche buona dose d'orgoglio per credere che mi sia necessaria qualunque apologia. Ho succhiato l'amor della liberta col latte: nacqui allorche la Corsica non potendo piu tolerare la Tirannia de' Genovesi; veduto ributarsi con disprezzo le sue Rimostranze, dette di mano all'armi per iscuoterne il giouco. ho amata la liberta della Padria senza interesse, e ne detti le prove nel 90 quando mi voleano com somma ingiustizia oppresso nel 93 tutti li mezzi tentai perche potessero vedere l'innocenza mia, e del Popolo: quando tutte le vie di moderazione furono abbandonate dalla Fazione, bisognò difendersi. Li Principi Borboni per il loro agente in Toscana mi offrirono la loro assistenza, ne men degnai rispondere. Ebbi qualche apertura di aver le Piazze se le avessi volute a nome del Re, le ricusai, perche ho sempre creduto Delitto mancar di parola anche al Nemico. Non rifiutai l'ajuto offerto dagli Inglesi. Ma a quali condizioni permisi che vi avessero il Dominio: si esamini la Costituzione che il loro rappresentante ebbe dalle mie mani, e ne giurò a nome del Re l'osservanza, e si dica poi se v'è chi piu di me abbia mostrato attaccamento sincero alla liberta. Se quel Governo francese del 93 continuasse ora sempre gli sarei Nemico, e mai cessarei d'inspirarne l'orrore, cara la mia Comare lasciamo questo topico che porterebbe troppo avanti le Scoperte, e mi ritornerebbe l'Idee delle quali devo scordarmi, non dovendo piu pensare che all'altro mondo, e farmi Cittadino del Cielo. Tutto suo cara la mia Comare P. P.