Lettera di Luigi Capuana a Mario Rapisardi (28 settembre 1903)
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Catania, 28 settembre 1903
Avrei dovuto venire personalmente, ma ho preferito di scriverti per lasciarti maggiore libertà di risposta.
Verrei però a darti larghi schiarimenti, se tu li credessi opportuni. Circostanze, nelle quali sembra evidente un accanimento della sorte contro di me, mi spingono a rivolgermi a te per un urgentissimo favore.
Sono stato vigliaccamente defraudato di lire mille e cinquecento di diritti di autore dal proprietario della Compagnia siciliana dialettale avv. Domenico Mauro ex - deputato al Parlamento!
Sporgo querela di appropriazione indebita, sicuro dell'esito della causa perchè ho validissime testimonianze del fatto. Intanto dovrei partire per Roma a prendere la mia Signora che è stata malata colà, e poi andare assieme con Lei a Palermo per un lavoro scolastico propostomi dall'editore Biondo col compenso di lire tremila, pagabili a fine ottobre, novembre e dicembre in diverse rate.
A Palermo saremmo ospiti del Biondo, il quale mi scrive che le gravissime spese per la costruzione e per la prossima inaugurazione del suo nuovo teatro non gli permettono, in questo punto, di anticiparmi le lire mille che gli ho chiesto.
Non c'è stato verso di trovare in Catania uno strozzino che volesse prestarmi L. 400 pagati a lire 100 mensili con delega all'economo Restivo (?): questa delega non è parsa sufficiente garanzia!
Non sapendo a qual santo votarmi, vengo a pregati di farmi tu, da amico, il singolarissimo favore di tale prestito per cui ti mando anticipatamente una ricevuta e la lettera di delegazione all'economo Restio (?).
Tu non puoi dubitare di questa garanzia e della mia onestà. Ti prego caldamente di non dirmi di no; mi leveresti da una costernazione che mi fa perdere la testa.
Già io stesso mi meraviglio come abbia potuto vincere il grave ritegno di darti un incomodo simile. Se tu puoi, non negarmi questo favore. Te ne sarà immensamente grato. Potresti consegnare alla persona (mio nipote) che ti porta questa lettera, la somma, in busta chiusa.
Giorni fa avevo detto al Reina che da parecchio tempo pensavo di farti una visita, senza mai riuscire a trovare il momento opportuno.
Intendo di portarti io stesso alcune cartoline con un tuo ritratto inedito e che mi sembra il più verosimigliante di quanti io ne conosca. Intanto non avendo potuto, per la grettezza dell'editore Treves, farti omaggio del mio romanzo il Marchese di Roccaverdina, ti mando una copia della traduzione francese di esso, di cui ho ricevuto giorni fa alcuni esemplari. Verrò domani a ringraziarti di persona, qualunque sia la tua risposta.
Cordiali saluti per la tua Signora e per te dal tuo off.mo
Luigi Capuana