Lettera a Leopoldo de' Medici (28 agosto 1658)
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Serenis.mo e Rev.mo Sig.re
Per non distogliere l'Altezza Vostra dalle gravi occupationi de negotij e del dolce trattenimento de' studij, ho raffrenato più volte la penna, che correva al inchiostro bramosa di riverirla e ricordarle la antica mia servitù. Ardisco di farlo hora con occasione di presentarle due miei libri, un viaggio mentale fatto da me per il mondo sotterraneo et un altro sopra il contagio, ne' quali essendo sparse alcune esperienze gioconde, spero sieno per gradire al Alt. V.ra che cotanto delle fisiche e matematiche esperienze dilettasi. Ma fra tante sue esperienze la prego a far anche questa di commendarmi, promettendole pronta e sicura riuscita con la mia servitù, nella quale bramando io di eternarmi, fo a V.A. un profondissimo inchino, pregando il Signore Iddio che sempre più la feliciti e la conservi a pro commune et ornamento della Repubblica Litteraria.
Roma, 28 d'agosto 1658
Di V.ra Altezza
Servo humilissimo et affett.mo
Athanasio Kircherio