Lettera a Calcedonio Reina (novembre 1883)

Mario Rapisardi

1883 lettere letteratura Lettera a Calcedonio Reina Intestazione 18 settembre 2008 75% lettere

11 del 1883


Mio carissimo, Calcedonio,

Ecco perchè non ti ho scritto prima: volevo mandarti il volumetto della Giustizia (la prima copia: ma la cosa va in lungo con questi nostri stampatori, e, prima del 20 o 25 del mese, il libro non potrà essere pubblicato).

Non volendo lasciarti sino a quei giorno senza una mia parola, ti includo il foglietto della «Cucitrice»; vedrai che ho fatto secondo il tuo desiderio, non perchè tu me n'abbi prevenuto, ma per proprio e spontaneo moto d'affetto, e dovere di amicizia, ed amore del vero.

Quei versi, buoni o cattivi, mi furono ispirati dal tuo dipinto; ed essi ti appartengono. Non ti nascondo che io m'applaudo di avere avuto occasione di mettere il tuo nome in fronte a un mio scritto, il tuo nome trascurato o malmenato da chi non ti apprezza e non t'intende. Così potessero ricredersi ed onorarti degnamente!

Ma in questo puttaneggiamento vigliacco di lodi e di biasimi non si darà retta a noi che viviamo divisi e sdegnosi di tali traffici, amanti dell'arte e della verità più che di noi stessi!

Oh, amico mio, se io non avessi l'animo d'acciaio, avrei proprio di che disperare, non dico della mia fama (chè della fama, come di cosa dipendente dai capricci degli uomini, altamente m'infischio), ma e della pace e di quella soddisfazione che viene dal culto disinteressato dell'arte.

Non sai che cosa mi hanno fatto in questi giorni quei masnadieri della Gronaca bizantina?

Togliendo occasione delle poesie della Contessa Lara (signora Mancini) e trovando in esse dei versi che mi riguardano, mi hanno tirato in ballo, per gettar fango sulla tomba di un mio povero amore.

Miserabili! conteranno fra poco le gocce della mia voluttà! Ufficio degno di loro! Non ti pare che facciano schifo?

Scrivimi presto ed abbraccia il tuo....