Legge provinciale (Trento) 13 febbraio 1997, n. 4 Insegnamento della lingua e cultura ladina nella scuola dell'obbligo

Provincia autonoma di Trento

Legge provinciale 13 febbraio 1997, n. 4 Insegnamento della lingua e cultura ladina nella scuola dell'obbligo Intestazione 16 agosto 2017 25% Da definire

LEGGE PROVINCIALE 13 febbraio 1997, n. 4

Insegnamento della lingua e cultura ladina nella scuola dell'obbligo

(b.u. 25 febbraio 1997, n. 10)

Art. 1

Introduzione dell'insegnamento della lingua e cultura ladina nella scuola dell'obbligo

1. Sono approvati per la scuola dell'obbligo dei comuni delle località ladine della provincia di Trento i programmi di insegnamento della lingua e cultura ladina secondo quanto stabilito all'allegato A, parti I, II e III della presente legge.

2. L'insegnamento obbligatorio della lingua e cultura ladina viene impartito dalla prima classe della scuola elementare e dalla prima classe della scuola media in modo graduale a partire dall'anno scolastico 1997/98 e comunque in relazione alle risorse disponibili e alla formazione degli insegnanti.

3. Il comitato provinciale di valutazione del sistema scolastico di cui all'articolo 7 della legge provinciale 9 novembre 1990, n. 29, come modificato dall'articolo 6 della legge provinciale 16 ottobre 1992, n. 19, provvede alla valutazione degli effetti derivanti dall'applicazione della presente legge nel suo complesso, sul piano amministrativo, organizzativo, didattico, nonché sugli apprendimenti conseguenti all'applicazione dei programmi di lingua e cultura ladina. A tal fine il comitato provvede alla redazione ogni tre anni di una apposita relazione e la invia alla Giunta provinciale per una verifica dell'impatto dell'applicazione della legge e per l'adozione di eventuali provvedimenti migliorativi di competenza (1).

Allegato A (articolo 1) (2)

Parte I

Programmi di lingua e cultura ladina per la scuola dell'obbligo

Premessa

La lingua e cultura ladina viene inserita nel programma didattico della scuola elementare e della scuola media della Val di Fassa. La ragione di tale inserimento va trovata anzitutto nell'articolo 3 della Costituzione, nell'articolo 102 dello statuto speciale per il Trentino - Alto Adige e infine nell'articolo 2 del decreto legislativo 16 dicembre 1993, n. 592 (3).

La lingua ladina viene aggiunta alle altre lingue già insegnate nella scuola dell'obbligo in tutta la provincia di Trento per non discriminare gli alunni della Val di Fassa sia in termini di mobilità (i trasferimenti da e verso altre scuole sarebbero stati difficili) sia verso la pluralità culturale del mondo moderno e dell'Unione europea, anche con particolare riferimento alla vicina area centro europea, che ha comportato la scelta dell'insegnamento generalizzato del tedesco nella scuola dell'obbligo (cfr. premessa ai programmi di lingua straniera per la scuola dell'obbligo).

Poiché il bilinguismo è una realtà diffusa sia nella valle sia nelle scuole materne, l'introduzione della lingua ladina non produce un eccessivo carico psicolinguistico: al bambino non viene chiesto di iniziare "ex novo" l'acquisizione della lingua ladina, ma più semplicemente di sistematizzare e completare la padronanza di tale lingua che, almeno in maniera ricettiva, è in parte presente nella sua mente. Se si considera inoltre che il ladino viene già insegnato, almeno in maniera sperimentale, nelle scuole materne della valle, non si verifica un eccesso di novità per il bambino all'ingresso in prima elementare, in quanto tra materne ed elementari si realizza un processo di continuità.

In conclusione, un modello di educazione linguistica che include la lingua materna (in prevalenza ladina e residualmente italiana), la lingua seconda (italiana o ladina) e la lingua straniera (tedesco) è giustificato sul piano culturale e non presenta particolari problemi sul piano psicolinguistico; al contrario, come dimostrato dall'esperienza condotta in numerosi paesi, un sistema complesso come quello proposto per la Val di Fassa permette di conseguire una maturazione sia linguistica (che si trasferisce anche sulla qualità dell'apprendimento della lingua nazionale, l'italiano) sia cognitiva, che per il meccanismo psicodidattico noto come "transfer" si riflette su tutto lo spettro delle discipline insegnate, linguistiche e non.

Il ladino e l'educazione linguistica

L'insegnamento della lingua ladina si inserisce nel quadro dell'alfabetizzazione culturale e più specificamente dell'educazione linguistica, così come essa è delineata nei programmi ministeriali del 1979 per la scuola media, del 1985 per la scuola elementare e nei programmi provinciali del 1995.

L'educazione linguistica riguarda, sia pure in diversa misura, tutte le discipline e le attività, e, in particolare, tende sia a far acquisire all'alunno, come suo diritto fondamentale, l'uso del linguaggio in tutta la varietà delle sue funzioni e delle sue forme, sia a garantire lo sviluppo delle capacità critiche nei confronti della realtà. L'uomo infatti si avvale principalmente della lingua per organizzare la propria comprensione della realtà e per comunicarla, esprimerla, interpretarla.

Con la lingua l'uomo arricchisce il suo dato interiore e ordina, chiarisce ed adegua lo strumento della comunicazione verbale. Di questa devono essere analizzate forme, strutture, genesi ed evoluzione storica e deve anche essere colto il significato evocatore di civiltà e di esperienze umane, culturali e sociali.

L'educazione linguistica viene perseguita in maniera specifica nelle ore dedicate all'insegnamento dell'italiano, del ladino e delle lingue straniere. Nell'ambito dell'educazione linguistica, l'insegnamento dell'italiano e del ladino mirano a far conseguire specificamente il possesso dinamico della lingua. Accanto all'italiano e al ladino, ciascuna delle quali può essere lingua prima e seconda nella formazione dei singoli allievi, si insegnano due lingue straniere. Esse hanno il compito di contribuire, in armonia con le altre discipline, alla conquista delle capacità espressive e comunicative degli alunni, anche mediante l'allargamento degli orizzonti culturali, sociali e umani, reso possibile dal contatto che la conoscenza delle lingue straniere consente con realtà storiche e socio-culturali diverse da quella italiana e ladina.

Parte II

Programmi di lingua e cultura ladina per la scuola elementare

Il ladino nel curricolo elementare

La lingua ladina è sia oggetto di insegnamento sia strumento nell'insegnamento di altre aree disciplinari.

a) Primo ciclo.

Nel primo ciclo il ladino è insegnato per un'ora settimanale e viene usato per almeno una seconda ora settimanale per attività nell'area dei linguaggi (musicale, artistico o motorio, secondo moduli la cui organizzazione, durata ecc. è definita in sede di programmazione didattica). L'insegnamento può essere condotto in stretta collaborazione con il docente che ha la responsabilità per la stessa area, oppure dall'insegnante di modulo, purché bilingue e specializzato nei problemi di didattica del ladino. L'orario può essere definito in maniera flessibile nell'ambito della programmazione didattica, accorpando le attività in maniera differenziata in diversi periodi. In questo ciclo si mirerà essenzialmente a uniformare la competenza comunicativa degli alunni anche con l'introduzione graduale della scrittura in modo da accentuare quello che di comune c'è tra i sistemi grafici italiano e ladino.

b) Secondo ciclo.

Prosegue l'insegnamento del ladino per un'ora settimanale, con un passaggio dall'uso prevalentemente orale a quello scritto e ad una prima riflessione contrastiva tra le varie lingue. Inoltre, per almeno due ore settimanali (sulla base di una flessibile programmazione del collegio docenti), il ladino viene usato per affrontare temi di carattere sia antropologico sia scientifico, oltre che dell'area dei linguaggi, in modo da approfondire in una prospettiva centrata sul mondo ladino quanto viene proposto in italiano dal resto del modulo docente.

Finalità

L'apprendimento della lingua ladina si prefigge le seguenti finalità:

a) consolidare nei bambini di madrelingua ladina, e iniziare, in quelli di lingua italiana, un

processo di duplice categorizzazione della realtà, con la conseguente attività di comparazione continua ed esplicita tra i due mondi; il risultato sarà un arricchimento dello sviluppo cognitivo in generale e di quello metalinguistico in particolare;

b) permettere a ogni soggetto di comunicare con tutti gli abitanti della valle in modo tale

che la lingua madre, sia questa il ladino o l'italiano, diventi solo una delle tante caratteristiche della personalità, non un ostacolo alla comunicazione, all'interazione, allo scambio;

c) avviare alla comprensione della cultura ladina e, attraverso questa, anche di altre

culture e di altri popoli. Ciò avviene attraverso due processi antitetici ma paralleli: da un lato, riconoscendo le diversità e le differenze tra mondo italiano e mondo ladino, assumendo un atteggiamento di tolleranza e di rispetto per il diverso; dall'altro iniziando la scoperta delle matrici culturali e storiche comuni all'interno dell'Unione europea.

Obiettivi

Le finalità formative del punto precedente sono ineludibili; la loro realizzazione in obiettivi tuttavia, per quanto espressa in termini prescrittivi nella presente sezione, va comunque adattata alle effettive situazioni locali, all'interno della programmazione degli organi collegiali e nel rispetto della libertà di insegnamento di ogni docente. Gli obiettivi non vengono qui elencati in termini di contenuti, ma di "saper fare" da raggiungere secondo itinerari da definire secondo le programmazioni di singoli insegnanti e del consiglio di classe.

a) "saper fare" con il ladino: ciò significa che il ladino dovrebbe essere insegnato con

una precisa finalizzazione comunicativa che consenta all'allievo di "fare", di agire nella società e di soddisfare i propri bisogni attraverso lo strumento linguistico. Alla fine della scuola elementare, il bambino dovrebbe essere in grado di assolvere, attraverso brevi esecuzioni linguistiche, alle principali funzioni del linguaggio:

1) funzione personale: il bambino dovrebbe almeno essere in grado di presentarsi,

di dire la propria età e residenza, di esprimere i propri gusti circa le principali esperienze del suo vissuto, di esprimere il proprio stato fisico (fame, sete, caldo, ecc.) e psichico (tristezza, soddisfazione, ecc.);

2) funzione interpersonale: il bambino dovrebbe almeno essere in grado di aprire e

chiudere uno scambio, di scusarsi, di attrarre l'attenzione, di offrire, di accettare e rifiutare qualcosa, di ringraziare;

3) funzione strumentale: il bambino dovrebbe almeno essere in grado di

avanzare/comprendere richieste e offrire/ricevere istruzioni operative relative ai domini sociali della sua vita quotidiana (la scuola, la vita familiare, i giochi, ecc.);

4) funzione referenziale: il bambino dovrebbe almeno essere in grado di

offrire/comprendere descrizioni del mondo naturale, della città (richieste di informazioni circa luoghi, ecc.), dell'ambiente sociale e familiare, della scuola;

5) funzione poetico-immaginativa: il bambino dovrebbe essere in grado di

comprendere testi narrativi, cogliendo la dinamica situazionale, il ruolo dei personaggi, i principali incidenti, dovrà poi apprendere a cogliere il fatto che molte poesiole, conte, canti, ecc., hanno valore per il loro gioco linguistico prima ancora che per il contenuto;

6) funzione metalinguistica: il bambino dovrebbe almeno essere in grado di

spiegare in ladino il significato di una parola; quanto alla denominazione grammaticale, che dovrebbe essere in ladino, è opportuno ridurla al minimo e dovrà essere coerente con quella utilizzata nell'insegnamento dell'italiano (e del tedesco);

b) "saper fare" lingua: visto che sia l'italiano sia il ladino sono lingua materna di parte

del gruppo classe le abilità scritte verranno sviluppate parallelamente in italiano e ladino, ma, nei primi mesi, si punterà soprattutto sugli elementi comuni tra i due sistemi grafici. Nella comprensione, l'aspetto globale avrà la precedenza sulla comprensione di dettagli; nel dialogo e nel monologo l'efficacia comunicativa sarà ritenuta più rilevante che la correttezza formale, la quale verrà suggerita ma non sarà oggetto di lavoro lungo e totalizzante;

c) competenza linguistica e comunicativa: la conoscenza delle principali regole che

costituiscono la competenza linguistica (fonologia, morfo-sintassi, lessico, testualità) sarà una conoscenza operativa, cioè basata sulla capacità di uso, piuttosto che una conoscenza riflessa, basata sulla riflessione grammaticalistica. Il desiderio di completezza, di esaustività, non dovrà trovare soddisfazione nella scuola elementare, dove il bambino sarà portato a riflettere sulla lingua che effettivamente ha usato, anche se ciò significa lasciare scoperti alcuni aspetti: la scuola elementare infatti non è che il primo momento di uno studio linguistico che si estende per più anni. L'impianto teorico di descrizione linguistica e la relativa terminologia saranno coerenti tra italiano, tedesco e ladino, contribuendo in tal modo anche alla standardizzazione di quest'ultima lingua che è in corso in questi anni. Gli aspetti sociolinguistici saranno limitati ad una presa di coscienza del variare della lingua, sia attraverso la presentazione di diverse varietà del ladino nella valle e l'individuazione avrà differenze fondamentali, sia attraverso la riflessione sulla diversità dei registri;

d) comprendere la cultura ladina, intesa sia come modo di vivere e come reticolo di

valori e atteggiamenti, sia come retaggio culturale che si esprime in fatti sociali (feste, proprietà comune del bosco, ecc.), sia in fatti e testimonianze artistiche (dalla musica all'arte, dalla scultura alla danza), sia nella tradizione narrativa, poetica, ecc. Un cenno particolare verrà posto sull'evoluzione autonoma della cultura ladina rispetto a quelle vicine, accentuando sia le matrici comuni con la cultura italiana, derivata anche questa dal latino, sia con quella tedesca, che è da secoli a contatto con le valli ladine. Quanto alla pluralità del mondo ladino, il concetto di varietà culturale, così come quello di varietà linguistica visto sopra, assume particolare rilevanza, soprattutto in quanto il bambino della Val di Fassa deve comprendere che la sua è solo una delle realizzazioni della ladinità, e che le altre non sono né migliori o peggiori, ma solamente diverse; la provincia autonoma di Trento si colloca infatti in una prospettiva in cui la diversità culturale, purché non divenga ostacolo allo scambio, è una ricchezza e non una difficoltà.

Indicazioni didattiche

Per aiutare il bambino a raggiungere senza difficoltà il traguardo sopra annunciato, la scelta del metodo riveste una grande importanza. Sarà bene, perciò, che l'insegnante (che sarà uno specialista che insegna solo la lingua fino a quando non saranno adeguatamente formati insegnanti specializzati) programmi l'attività didattica tenendo conto di alcuni suggerimenti desunti dalle più valide esperienze in atto.

Sequenza ottimale di acquisizione

L'approccio alla lingua seconda rispetta sostanzialmente la sequenza comprensioneassimilazione-produzione, ovviamente nei limiti in cui tale processo può realizzarsi nella scuola elementare.

Si è osservato, soprattutto nei bambini più piccoli e all'inizio dello studio di una lingua seconda, un periodo di latenza linguistica: il bambino comprende ma non tenta la produzione autonoma. Tale periodo può durare anche mesi e non va violato con forti pressioni alla produzione, soprattutto nel primo ciclo; esso va piuttosto superato attraverso l'uso della ripetizione e della drammatizzazione corali, attraverso un'azione di aumento dell'auto-stima, attraverso giochi talmente motivanti da far sì che il desiderio di giocare sia superiore al timore di usare la lingua seconda.

Rapporto fra ladino orale e ladino scritto

È necessario che inizialmente l'attività didattica si svolga in forma orale, sviluppando nell'alunno la capacità di comprendere i messaggi e di rispondere ad essi in maniera adeguata.

Successivamente ci si potrà avvalere, con opportuna gradualità, anche di materiali che propongano all'alunno esempi molto semplici di ladino scritto, attivando in lui la consapevolezza delle diversità esistenti tra il codice orale e quello scritto. Dimensione ludica: il gioco e i giochi didattici

Sin dall'inizio si utilizzeranno cartelloni, disegni, maschere, burattini e marionette, si organizzeranno giochi individuali e di gruppo per stimolare l'apprendimento naturale delle strutture fonologiche, lessicali e morfosintattiche del ladino e per stimolare ad un uso creativo della lingua.

Il gioco non dovrà essere inteso solo come ricorso ai giochi, ma come un atteggiamento di fondo, continuo: parlare in ladino tra due bambini di lingua madre italiana non ha senso se non si imposta tutto come un grande gioco tra le cui regole ce n'è una fissa: la lingua del gioco è il ladino.

L'aderenza a una piena ludicità dovrà vedersi anche nel modo in cui si corregge l'inevitabile errore e nel modo in cui si affronta la grammatica ladina.

Dall'uso alla riflessione sul ladino

Attraverso attività motivanti, il bambino è aiutato ad acquisire e ad usare il lessico con una certa libertà di variazione all'interno di facili strutture fisse. In un secondo tempo, l'alunno sarà avviato a eseguire alcune semplici riflessioni linguistiche in situazioni di contrasto o analogia fra l'italiano e il ladino.

Particolarmente importante, sotto questo profilo, sarà l'acquisizione di un considerevole patrimonio lessicale, scoperto e riutilizzato in situazioni significative attraverso l'ascolto, la conversazione, l'associazione audiovisiva (immagine - parola - frase), l'apprendimento di modi di dire, di filastrocche e di canzoni. Il ricorso ad alcuni sussidi ormai ampiamente diffusi, come il registratore audio e le videocassette, agevolerà il compito dell'insegnante in questo settore.

Organizzazione dell'insegnamento

L'organizzazione scolastica è parte essenziale dell'insegnamento del ladino. Essa ha tre aspetti:

a) organizzazione logistica: i bambini hanno bisogno di associare l'uso di una lingua

diversa dalla solita a persone (l'insegnante) attività (certi giochi) e luoghi diversi dai soliti. Poiché in molte scuole è disponibile un'aula in più di quelle richieste dal numero delle classi, essa verrà attrezzata come aula di ladino.

b) organizzazione dell'orario delle lezioni: poiché a parità di esposizione (ad esempio:

due ore settimanali) il numero di incontri (ad esempio 3x40 minuti) è una variabile che incrementa la qualità e la gratuità dell'acquisizione linguistica, essa potrà essere tenuta in considerazione. Per garantire la collaborazione con i colleghi delle aree disciplinari in cui il ladino è lingua veicolare, la lezione di ladino e quelle dell'altra area dovrebbero essere consecutive; inoltre la distribuzione delle lezioni di ladino può variare, secondo un modulo flessibile, di periodo in periodo;

c) organizzazione dell'attività di programmazione: essa deve essere tale da

consentire all'insegnante di ladino, che si raccorda con più moduli, di essere davvero posto in grado di programmare accuratamente il suo lavoro. Tale fase di programmazione coinvolgerà anche il docente di italiano e quello di tedesco (cfr. sotto).

Raccordo tra gli insegnanti di italiano, ladino e tedesco

Il raccordo tra i docenti dell'area linguistica è particolarmente stimolante in Val di Fassa dove, in prospettiva, tutti i docenti dovrebbero avere una conoscenza base del ladino, dell'italiano e del tedesco.

Il raccordo tra i tre docenti è condizione necessaria per il buon esito dell'insegnamento del ladino, ed è un buon contributo ad un incremento qualitativo della sensibilità linguistica in italiano.

Le esperienze di analisi comparativa tra alcuni sistemi linguistici basilari (quali ad esempio i pronomi personali soggetto, il sistema dei numeri e dei generi, ecc.) saranno particolarmente interessanti in queste scuole, perché la presenza di due lingue locali (italiano e ladino, assimilate in molti casi fin dalla scuola materna) e del tedesco, per quanto ancora in fase di acquisizione, consentono molte riflessioni sulla natura del linguaggio, da un lato, e sulle similarità e differenze tra le lingue europee, dall'altro.

Il raccordo con la scuola media e la scuola materna Per favorire un raccordo tra scuola elementare e media si possono effettuare varie iniziative:

a) scambi di visite su un progetto programmato, per cui gli allievi di prima media

tornano, per qualche giorno a lavorare nelle quinte elementari durante l'autunno, e i bambini di quinta vanno a visitare quelli di prima media qualche mese dopo, in primavera;

b) scambi di informazioni tra docenti: ad esempio, si consiglia all'insegnante

elementare di stendere un inventario delle funzioni, delle strutture e dei principali universi lessicali che sono acquisiti dai suoi allievi al momento del passaggio alla scuola media; su tale base, l'insegnamento di scuola media eviterà dunque di ricominciare da capo, azione demotivante e che squalifica di fatto, nella percezione dell'allievo, il lavoro svolto nella scuola elementare e, in prospettiva, mette le basi per dequalificare al biennio il lavoro delle medie. Sulla base delle stesse modalità indicate per il raccordo tra scuola elementare e media, sarà stabilito un sistema di raccordo tra scuola materna e scuola elementare.

Esami di licenza

L'esame di licenza della scuola elementare includerà, nel colloquio, riferimenti alla cultura ladina e potrà prevedere anche l'interazione orale e la lettura in lingua ladina in relazione al percorso di alfabetizzazione ladina seguito dai singoli alunni, risultante dalle schede di valutazione.

Parte III

Programmi di lingua e cultura ladina per la scuola media

Il ladino nel curricolo della scuola media

Nella scuola media il ladino è oggetto di insegnamento formale per un'ora settimanale e viene utilizzato come lingua veicolare per almeno due ore, secondo un progetto del consiglio di classe che coinvolga, nell'arco del triennio, il maggior numero di discipline, secondo un'organizzazione flessibile dell'orario di intervento del docente di ladino in rapporto agli altri ambiti disciplinari.

Finalità

L'insegnamento del ladino nella scuola media ha il compito di contribuire, in armonia con le altre discipline, ed in modo particolare con lo studio della lingua italiana e di quelle straniere, alla formazione di una cultura di base e allo sviluppo delle capacità di comprendere, di esprimersi e di comunicare degli alunni. Lo studio della lingua ladina in un'area bilingue si innesta con quanto già fatto nella scuola materna ed elementare e ne persegue la finalità: far sì che per ogni abitante della valle la lingua madre, sia questa il ladino o l'italiano, diventi solo una delle tante caratteristiche della personalità, non un ostacolo alla comunicazione, all'interazione, all'autorealizzazione.

Procedendo ad un'analisi più dettagliata, si terrà presente che l'insegnamento della lingua ladina persegue le seguenti finalità:

a) aiutare ed arricchire lo sviluppo cognitivo; nella scuola media ciò può avvenire

attraverso:

1) l'offerta di un ulteriore strumento di organizzazione delle conoscenze oltre

all'italiano e alle due lingue straniere;

2) le attività cognitive che sono proprie dell'apprendimento linguistico, quali la

generalizzazione delle regolarità, la riflessione sulla lingua e sulla comunicazione, ecc.;

3) l'analisi comparativa tra i sistemi linguistici del ladino, dell'italiano della prima e

della seconda lingua straniera;

4) la capacità di ipotizzare i contenuti di un testo sulla base dell'osservazione del

contesto e delle proprie conoscenze del mondo;

5) lo sviluppo di abilità complesse come il riassunto e la stesura di appunti (che

presuppongono l'individuazione dei punti nodali di un testo, la loro gerarchizzazione e selezione) o la progettazione di testi via via più complessi dal punto di vista contenutistico, quindi più approfonditi dal punto di vista dell'analisi della realtà;

b) essere in grado, alla fine della scuola media, di esprimersi e di comunicare

indifferentemente nelle due lingue della valle senza trovare ostacoli significativi;

c) avviare alla comprensione della pluralità culturale attraverso due processi antitetici

ma paralleli:

1) da un lato, riconoscendo le diversità e le differenze, pur con l'assunzione di un

atteggiamento di tolleranza e di rispetto per il diverso;

2) dall'altro individuando quelle matrici culturali e storiche comuni che, al di sotto

della superficiale differenza tra lingue, fanno dei due gruppi linguistici della valle un'entità unitaria;

d) avviare un processo di riflessione sulle strategie di apprendimento, in modo che

l'allievo impari ad imparare la lingua e le lingue, cioè sia in grado di continuare permanentemente a perfezionare la propria competenza comunicativa in italiano e ladino e sia in grado di perfezionare la sua conoscenza delle lingue straniere e di apprenderne altre con maggiore facilità.

Obiettivi

Le finalità dell'insegnamento del ladino sono ineludibili; la loro realizzazione in obiettivi tuttavia per quanto espressa in termini prescrittivi nella presente sezione, va comunque adattata alle effettive situazioni locali, all'interno della programmazione degli organi collegiali e nel rispetto della libertà di insegnamento di ogni docente.

Obiettivi generali

Lo studio del ladino dovrebbe giungere a risultati precisi e concreti sul piano dell'uso linguistico e adeguati al livello di età degli allievi. Tali risultati sono misurabili in base all'effettivo possesso, da parte degli allievi, di abilità operative, ricettive e produttive, sia per quanto riguarda la lingua orale sia per quanto riguarda la lingua scritta e sono riferibili alla capacità di saper comprendere e produrre contesti significativi di lingua orale e di lingua scritta.

Gli obiettivi generali sopra evidenziati si realizzano in una serie di obiettivi glottodidattici precisi, che rimandano a quelli già perseguiti dagli allievi nella scuola elementare.

Obiettivi specifici

Nella scuola media gli obiettivi della lingua ladina vengono proposti in maniera parallela a quelli della lingua italiana e straniera, per consentire, data l'omogeneità di impianto, un effettivo lavoro di raccordo con la scuola elementare e con la scuola superiore, e per consentire una piattaforma comune per la programmazione integrata tra i docenti di italiano, ladino, tedesco e seconda lingua straniera.

Tale programmazione può avvenire seguendo le funzioni (cfr. lettera a), ad esempio focalizzando l'attenzione per un certo periodo nelle quattro lingue sul problema della referenzialità, dell'espressione personale, e così via, in altri momenti si può lavorare tutti insieme allo sviluppo di abilità di base, dal riassunto alla progettazione di testi, ecc. (cfr. lettera b); infine, quanto alle grammatiche illustrate alla lettera c, si offre la possibilità unica nella provincia autonoma di Trento di procedere ad analisi contrastive su quattro lingue, con un rafforzamento metalinguistico, metacomunicativo e cognitivo che apre potenzialità specifiche per gli studenti della valle.

Gli obiettivi specifici dell'insegnamento del ladino nella scuola media sono i seguenti:

a) saper fare con la lingua. La lingua verrà insegnata con una precisa finalizzazione

comunicativa che consenta all'allievo di "fare", di agire nella società e di soddisfare i propri bisogni attraverso lo strumento linguistico. Alla fine della scuola media, lo studente dovrà essere in grado di assolvere alle principali funzioni del linguaggio:

1) funzione personale: il ragazzo dovrebbe almeno essere in grado di presentarsi,

di dire la propria età e residenza, di esprimere i propri gusti circa le principali esperienze del suo vissuto, di esprimere il proprio stato fisico (fame, sete, caldo, ecc.) e psichico (tristezza, soddisfazione, ecc.), di esprimere i propri desideri e i propri progetti di autorealizzazione. Dovrebbe anche essere in grado di comprendere tali atti comunicativi oralmente e per iscritto;

2) funzione interpersonale: l'allievo dovrebbe almeno essere in grado di aprire e

chiudere uno scambio orale (anche telefonico) e una lettera sia formale sia amichevole; di scusarsi; di attrarre l'attenzione; di offrire, accettare e rifiutare qualcosa; di ringraziare; tali atti comunicativi dovrebbero essere eseguibili sia a livello colloquiale sia a livello formale; si dovrebbe porre anche attenzione al diverso modo in cui queste frequenti intenzioni comunicative vengono realizzate nelle diverse aree geografiche, in modo da essere in grado almeno di comprenderne le diverse provenienze e di agire nelle diverse valli in cui il ladino è parlato;

3) funzione strumentale: il ragazzo dovrebbe essere in grado di

avanzare/comprendere richieste e di offrire/ricevere istruzioni operative relative ai domini sociali della sua vita quotidiana: la scuola, la vita familiare, i giochi, il funzionamento di apparecchiature, ecc.;

4) funzione referenziale: il ragazzo dovrebbe essere in grado di

produrre/comprendere oralmente e per iscritto descrizioni del mondo naturale, della città (richieste di informazioni circa luoghi, ecc.), dell'ambiente familiare, della scuola, della struttura sociale sia del proprio paese sia di quello straniero, nonché relazioni su eventi passati e progetti per l'attività futura o previsioni di eventi futuri; dovrebbe anche essere in grado di comprendere testi referenziali di carattere storico relativi al mondo ladino;

5) funzione poetico-immaginativa: il ragazzo dovrebbe essere in grado di

comprendere testi narrativi scritti e teatrali, cogliendo la dinamica situazionale, il ruolo dei personaggi, i principali incidenti; dovrà poi apprendere a cogliere il fatto che molti testi letterari, soprattutto poetici, hanno valore per il loro gioco linguistico prima ancora che per il contenuto;

6) funzione metalinguistica: il ragazzo dovrebbe essere in grado di spiegare con

perifrasi una parola non conosciuta dall'interlocutore; quanto alla denominazione grammaticale, a quella italiana si affiancherà quella in ladino; essa dovrà essere coerente con quella utilizzata nell'insegnamento dell'italiano e delle due lingue straniere; l'allievo apprenderà anche a comprendere la speciale lingua usata nell'apprendimento linguistico: tipologia di esercizi e loro tipiche consegne, indicazioni di attività didattiche, e così via;

b) saper fare lingua. Le abilità linguistiche che riceveranno maggiore attenzione e che

avranno sempre priorità temporale, in ladino come nelle altre tre lingue, sono quelle audio-orali, (la comprensione, il dialogo, il monologo) anche se le abilità scritte assumeranno un ruolo via via maggiore per garantire alla fine della scuola dell'obbligo, la piena alfabetizzazione. Nella comprensione è opportuno che l'aspetto globale abbia la precedenza sulla comprensione di dettagli; nel dialogo e nel monologo (quest'ultimo dovrebbe essere di norma breve e solo occasionale) l'efficacia comunicativa sarà ritenuta più rilevante che la correttezza formale, la quale diverrà gradualmente un fattore integrante della misurazione e della valutazione. Nella produzione, la fase di progettazione dei testi orali o scritti è altrettanto importante quanto la realizzazione linguistica; la coesione e la coerenza dei testi prodotti sono rilevanti quanto la correttezza formale e la ricchezza lessicale in termini di misurazione e valutazione. Nell'attività dialogica si porrà particolare attenzione, oltre che all'efficacia comunicativa, anche alla appropriatezza sociolinguistica, insieme con la coerenza e la coesione tra le battute e alla correttezza formale;

c) competenza linguistica e metalinguistica. La conoscenza delle principali regole che

costituiscono la competenza linguistica (fonologia, morfo-sintassi, lessico, testualità) sarà una conoscenza operativa, cioè basata sulla capacità di uso, piuttosto che una conoscenza riflessa, basata sulla riflessione grammaticalistica. Si inizierà comunque un'attività di riflessione che potrà portare nel biennio della scuola superiore ad una sistemazione più matura delle conoscenze formali sulla lingua ladina.

Indicazioni metodologiche

Sviluppo delle abilità linguistiche

Si tratta di un processo integrato, soprattutto tra ladino e italiano, ma fortemente in sintonia anche con le due lingue straniere. Oltre a rispettare sempre la priorità delle abilità audio-orali e di quelle di manipolazione (riassunto, parafrasi, raccolta di appunti essenziali per lo studio), verrà dato adeguato spazio alle abilità scritte, ma sempre in considerazione dell'effettivo uso che se ne fa nella Val di Fassa.

All'espressione scritta si potrà comunque pervenire, in ladino come nelle altre lingue, dopo che siano stati accertati la comprensione e l'uso corretto dei modelli orali, senza peraltro accantonare o procrastinare l'uso dello scritto.

Si utilizzeranno esercizi che consentano di adoperare la lingua in situazioni di comunicazione, ad esempio:

a) per fare e comprendere informazioni in una comunicazione orale di tipo quotidiano

corrente;

b) per descrivere (oralmente o per iscritto) luoghi, oggetti, persone;
c) per leggere testi narrativi, di giornale, ma anche di carattere amministrativo, giuridico,

per quanto presenti nell'uso effettivo della Val di Fassa, stando a quanto previsto dalla legge.

Riflessione sulla lingua

La riflessione sulla lingua, senz'altro indispensabile, dovrebbe essere condotta partendo dall'uso concreto della lingua in un contesto e non da schemi grammaticali. È opportuno che tale riflessione comprenda sia gli aspetti morfologico-sintattici sia quelli semantico-comunicativi.

La riflessione sulla lingua può offrire occasione anche per i necessari riferimenti culturali dato che la lingua è elemento rilevatore del contesto socio-culturale. Le possibili diverse impostazioni dell'analisi linguistica richiedono che i docenti di italiano e di ladino, nel consiglio di classe, raggiungano una intesa sulla terminologia grammaticale da adottare.

Rapporto tra l'insegnamento del ladino, delle altre lingue e delle altre discipline Tutti i docenti impegnati nell'insegnamento delle varie lingue concorrono ad un unico progetto di educazione linguistica. Essi dovranno perciò procedere ad una apposita programmazione integrata individuando dei processi linguistico-cognitivi comuni alle varie lingue, al di là della differente quantità di lingua padroneggiata dagli allievi in italiano, ladino e lingue straniere.

Poiché il processo di riflessione sulla lingua e sulla comunicazione, che si realizza in maniera sempre più sistematica mano a mano che l'allievo progredisce nella scuola media, è comune alle varie lingue, le linee di fondo per l'analisi e la relativa terminologia saranno necessariamente comuni per i vari insegnanti.

Particolarmente utili saranno esperienze di analisi comparativa tra le varie lingue. L'atteggiamento comparativo può essere presente in continuità, pur con brevi cenni o raffronti; oltre a tale costante impostazione, si potranno prevedere delle esperienze comparative che, di quando in quando, superino anche la divisione oraria tra le varie lingue. Si possono raffrontare sistemi linguistici (il repertorio dei fonemi, i pronomi personali, la struttura temporale dei verbi, ecc.) ma anche sociolinguistici, culturali, e così via.

Quanto al rapporto con le altre discipline per le attività in cui il ladino è lingua veicolare, si attribuisce al consiglio di classe la possibilità di prevedere moduli flessibili; che implichino anche mutamenti d'orario temporanei per consentire la realizzazione delle attività stesse.

Rapporto con la scuola elementare

Per favorire un raccordo tra scuola elementare e media si consiglia di invitare, in primavera, allievi di quinta a seguire per alcuni giorni le lezioni, o alcune di esse, presso la prima media, in modo da venire a contatto con la logica organizzativa e culturale della loro futura scuola. In autunno poi, dopo che sono entrati nella media, gli allievi possono visitare le scuole elementari di provenienza per raccontare come sono le scuole medie, e in tal modo formalizzare le loro prime impressioni. Tali iniziative vanno concordate e programmate.

Quanto allo specifico del ladino si prevederanno incontri in cui il docente delle elementari comunica al collega delle medie:

a) il tipo di approccio e di metodo seguito;
b) le tecniche didattiche di cui gli allievi sono già padroni;
c) la terminologia metalinguistica che è stata utilizzata;
d) le funzioni, gli universi lessicali, gli aspetti grammaticali e culturali che sono già

acquisiti dai bambini, in modo da non ricominciare da capo (ciò potrà avvenire attraverso uno studio comune dei materiali didattici usati nelle elementari).

Il docente della scuola media, in quanto libero di scegliere la metodologia che ritiene più proficua al raggiungimento degli obiettivi, non è tenuto a far proprie quelle del collega che l'ha preceduto (ciò vale anche per cambi di docenti tra classe e classe della scuola media) ma dovrà aver cura di garantire un congruo periodo di raccordo, in modo che il ragazzo abbia il tempo di adattarsi alla nuova struttura della scuola media prima di dover riadattare le sue strategie e attività di acquisizione della lingua stessa.

Esame di licenza media

L'esame di lingua ladina è parte integrante del colloquio orale anche se potrà includere la lettura di testi letterari o non, in ladino. Non si prevede una prova scritta per non aumentare il numero delle stesse e per non porre quindi un peso eccessivo sull'allievo.

NOTE

(1) Vedi anche il d.p.g.p. 11 maggio 1998, n. 10-82/Leg.

(2) Si omettono le note esplicative (con la trascrizione delle disposizioni citate), erroneamente incluse nel