Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XXXIII
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Sonetto XXXIII
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SONETTO XXXIII.
Q
Uando dal proprio sito si rimove L’arbor ch’amò già Febo in corpo umano,
Sospira, e suda a l’opera Vulcano,
4Per rinfrescar l’aspre saette a Giove:
Il qual or tona, or nevica, e or piove
Senza onorar più Cesare, che Giano:
La terra piange, e ’l Sol ci sta lontano,
8Che la sua cara amica vede altrove.
Allor riprende ardir Saturno, e Marte
Crudeli stelle, ed Orione armato
11Spezza a’ tristi nocchier governi, e sarte;
Eolo a Nettuno, ed a Giunon turbato
Fa sentir, ed a noi, come si parte
14Il bel viso dagli angeli aspettato.