Giuseppe Gioachino Belli

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Er modello La perpetuvella de la ggiuventú
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

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LE RASSOMIJJANZE

     Er Conte è arto e ’r mi’ padrone è bbasso:
Lui1 ha er capello griscio2 e ’r Conte bbionno:
Uno tiè er viso ovato3 e ll’antro4 tonno:
L’amico è smirzo5 e ’r zor Marchese è ggrasso:

     Er primo arriva un daïno, e ’r ziconno
Pijja fiato e sse6 sventola a ’ggni passo:
Uno se chiama Ggiorgio, uno Tomasso:
Quello pare er nipote e cquesto er nonno:...

     Eppuro7 tutt’e ddua, sora Francesca,
S’hanno d’assomijjà ccom’e ggemmelli,
Come propio du’ gocce d’acqua fresca;

     Pe’ vvia8 che la padrona, ch’è una quajja
Arisonata,9 ar praticà cco cquelli
Li pijja uno pell’antro e cce se10 sbajja.

11 giugno 1837

Note

  1. Lui assolutamente significa: “il padrone.„
  2. Grigio.
  3. Ovale.
  4. Altro.
  5. Smilzo.
  6. Si.
  7. Eppure.
  8. Per motivo.
  9. Scaltra, maliziosa.
  10. Ci si.