Le nozze di Figaro/Atto Secondo/Scena terza
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La Contessa e Susanna; poi Cherubino
Recitativo secco
- Contessa
Quanto duolmi, Susanna,
Che questo giovinetto abbia del Conte
Le stravaganze udite, ah, tu non sai!...
Ma per qual causa mai
Da me stessa ei non venne?...
Dov’è la canzonetta?
- Susanna
Eccola: appunto
Facciam che ce la canti.
Zitto, vien gente: è desso. Avanti, avanti,
(Cherubino entra)
Signor uffiziale.
- Cherubino
Ah, non chiamarmi
Con nome sì fatale! Ei mi rammenta
Che abbandonar degg’io
Comare tanto buona.
- Susanna
E tanto bella!
- Cherubino (sospirando)
Ah... sì... certo...
- Susanna (imitandolo)
Ah... sì... certo...
(fra sé)
Ipocritone!
(ad alta voce)
Via, presto! La canzone
Che stamane a me deste
A Madama cantate.
- Contessa (aprendola)
Chi n’è l’autor?
- Susanna (additando Cherubino)
Guardate: egli ha due braccia
Di rossor sulla faccia.
- Contessa
Prendi la mia chitarra e l’accompagna.
- Cherubino
Io sono sì tremante…
Ma se Madama vuole…
- Susanna
Lo vuole, sì, lo vuol… manco parole.
(Susanna fa il ritornello sulla chitarra)
N. 11 - Canzone Archi, 1 Flauto, 1 Oboe, 1 Clarinetto in si bem, 2 Fagotto, 2 Corni in mi bem.
Andante con moto
- Cherubino
Voi che sapete
Che cosa è amor,
Donne, vedete
S’io l’ho nel cor.
Quello ch’io provo
Vi ridirò;
È per me nuovo,
Capir nol so.
Sento un affetto
Pien di desir
Ch’ora è diletto,
Ch’ora è martir.
Gelo, e poi sento
L’alma avvampar,
E in un momento
Torno a gelar.
Ricerco un bene
Fuori di me,
Non so chi ’l tiene,
Non so cos’è.
Sospiro e gemo
Senza voler,
Palpito e tremo
Senza saper,
Non trovo pace
Notte né dì:
Ma pur mi piace
Languir così.
Voi che sapete
Che cosa è amor,
Donne, vedete
S’io l’ho nel cor.
Recitativo secco
- Contessa
Bravo! Che bella voce! Io non sapea
Che cantaste sì bene.
- Susanna
Oh, in verità
Egli fa tutto ben quello ch’ei fa.
Presto, a noi, bel soldato:
Figaro v’informò…
- Cherubino
Tutto mi disse.
- Susanna
Lasciatemi veder.
(si misura con Cherubino)
Andrà benissimo:
Siam d’uguale statura… Giù quel manto,
(gli cava il manto)
- Contessa (a Susanna)
Che fai?
- Susanna
Niente paura.
- Contessa
E se qualcuno entrasse?
- Susanna
Entri: che mal facciamo?
La porta chiuderò.
’(chiude la porta)’
Ma come, poi,
Acconciargli i capelli?
- Contessa
Una mia cuffia
Prendi nel gabinetto.
Presto!
(Susanna va nel gabinetto a pigliar una cuffia. Cherubino si accosta alla Contessa, e le lascia veder la patente che terrà in petto; la Contessa la prende, la apre; e vede che manca il sigillo)
Che carta è quella?
- Cherubino
La patente.
- Contessa
Che sollecita gente!
- Cherubino
L’ebbi or da Basilio.
- Contessa
Dalla fretta obliato hanno il sigillo.
(gliela rende)
- Susanna (tornando con la cuffia)
Il sigillo di che?
- Contessa
Della patente.
- Susanna
Cospetto! Che premura!
Ecco la cuffia.
- Contessa (a Susanna)
Spìcciati: va bene.
Miserabili noi, se il Conte viene.
- Susanna
(prende Cherubino e se lo fa inginocchiare davanti, poco discosto dalla Contessa
che siede)
N. 12- Aria Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in sol.
Allegretto
Venite… inginocchiatevi…
Restate fermo lì…
(lo pettina da un lato; poi lo prende pel mento e lo volge a suo piacere)
Pian piano, or via, giratevi…
Bravo… va ben così.
La faccia ora volgetemi,
(Cherubino, mentre Susanna lo sta acconciando, guarda la Contessa teneramente)
Olà! Quegli occhi a me…
Drittissimo… guardatemi…
Madama qui non è.
(séguita ad acconciarlo e a porgli la cuffia)
Più alto quel colletto…
Quel ciglio un po’ più basso…
Le mani sotto il petto…
Vedremo poscia il passo,
Quando sarete in piè.
(piano alla Contessa)
Mirate il bricconcello,
Mirate quanto è bello!
Che furba guardatura,
Che vezzo, che figura!
Se l’amano le femmine,
Han certo il lor perché.
Recitativo secco
- Contessa
Quante buffonerie!
- Susanna
Ma se ne sono
Io la medesma gelosa!
(prende pel mento Cherubino)
Ehi, serpentello,
Volete tralasciar d’esser sì bello?
- Contessa
Finiam le ragazzate. Or quelle maniche
Oltre il gomito gli alza,
Onde più agiatamente
L’abito gli si adatti.
- Susanna (eseguisce)
Ecco.
- Contessa
Più indietro.
Così…
(scoprendo un nastro onde ha fasciato il braccio)
Che nastro è quello?
- Susanna
È quel ch’esso involommi.
- Contessa (stacca il nastro)
E questo sangue?
- Cherubino (turbato)
Quel sangue… Io non so come…
Poco pria, sdrucciolando
In un sasso… la pelle io mi graffiai,
E la piaga col nastro io mi fasciai.
- Susanna
Mostrate: non c’è mal. Cospetto! Ha il braccio
Più candido del mio! Qualche ragazza…
- Contessa
E segui a far la pazza?
Va’ nel mio gabinetto, e prendi un poco
D’inglese taffetà, ch’è sullo scrigno.
(Susanna parte in fretta)
In quanto al nastro…
(guarda un poco il suo nastro. Cherubino, inginocchiato, la osserva attentamente)
Inver… per il colore…
Mi spiacea di privarmene…
- Susanna (rientrando, le dà il taffetà e le forbici)
Tenete:
E da legargli il braccio?
- Contessa
Un altro nastro
Prendi insiem col mio vestito.
(Susanna parte per la porta ch’è in fondo e porta seco il mantello di Cherubino)
- Cherubino
Ah, più presto m’avria quello guarito!
- Contessa
Perché? Questo è migliore.
- Cherubino
Allorché un nastro
Legò la chioma, ovver toccò la pelle…
D’oggetto…
- Contessa (interrompendolo)
… Forastiero,
È buon per le ferite; non è vero?
Guardate qualità ch’io non sapea!
- Cherubino
Madama scherza, ed io frattanto parto.
- Contessa
Poverin, che sventura!
- Cherubino
Oh, me infelice!
- Contessa (con affanno e commozione)
Or piange!
- Cherubino
O ciel! Perché morir non lice!
Forse, vicino all’ultimo momento…
Questa bocca oseria…
- Contessa
Siate saggio: cos’è questa follia?
(gli asciuga gli occhi col fazzoletto. Si sente picchiare alla porta)
Chi picchia alla mia porta?