Le dimore estive dell'Appennino toscano/Appennino di Garfagnana/La Garfagnana
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Appennino di Garfagnana | Appennino di Garfagnana - I | ► |
La Garfagnana.
La parte montuosa della Garfagnana, che a paragone delle altre dell’Appennino toscano è quasi sconosciuta, si presta forse più d’ogni altra a diventare un paese per dimore estive o stazioni climatiche, come quella che può dare un soggiorno dai 500 ai 1520 metri d’elevazione sul mare; ma per ora è un poco lontana dalle linee ferroviarie che agevolano il movimento generale e moltiplicano i viaggiatori.
Chi potrebbe trovare luoghi più ameni o pittoreschi per selvaggia bellezza, di quei paeselli sui fianchi dell’Alpi Apuane che scendono al Serchio? o di quelli che s’inselvano su per la schiena dell’Appennino e nelle curve ombrose e fresche de’ suoi contrafforti? Qual’altra regione può vantare una popolazione più cordiale ed ospitaliera, più sveglia d’ingegno, esperta nell’arti e nei mestieri, attenta e sollecita negli affari e nei commerci, laboriosa, onesta? Emigra anch’essa, ma per ritornare ai suoi monti meno rozza e più umana dopo aver percorso paesi civili d’oltr’alpe e d’oltre mare; emigra, ma non va ad abbrutirsi nelle maremme ed in Sardegna, vittima delle febbri o degli speculatori.
Questa bella e doviziosa Garfagnana è come un angolo quasi ignorato, ma quando la ferrovia Lucca-Aulla, già in esercizio fino a Ponte a Moriano, sarà presto ultimata, qua pure s’avvieranno numerosi coloro che per salute, per riposo e per ricreamento dell’animo, si ricoverano alla montagna nei calori dell’estate.
«Il clima, dice il cav. Raffaelli, nella parte media e inferiore è assai dolce e temperato; ed anche nei giorni del crudo inverno i raggi del sole sono sempre tepidi e fanno scomparire ben presto la neve, che alle volte viene ripetutamente ad imbiancarne il suolo. L’aria è purissima, leggiera, balsamica; e il suo cielo bello, come tutto il cielo d’Italia. Le due sponde del Serchio, che scende, secondo alcuni, dai gioghi dell’Appennino di Soraggio, e, secondo altri, dalla china del Pizzo d’Uccello, e che decisamente a Sala prende il suo nome, vengono formate da un continuo avvicendarsi di poggi, di altipiani, di colline, di valli, di monticelli, tutti seminati di paesi, di villaggi, di case, con panorami stupendi e vedute, ad ogni piè sospinto, sempre nuove, sempre belle, sempre incantevoli, che si presentano da tanti luoghi romantici, rallegrate dal mormorio di fiumicelli, di canali, di correnti che d’ambo i lati scendono colle acque limpidissime e gorgoglianti a nutrire il maestoso Esare. Quindi ben a ragione gli alpinisti e i forestieri che hanno percorso e per qualche mese abitato la Garfagnana, non finiscono di tesserne elogi, di amarla, e di compararla alla pittoresca Svizzera»1.
Molti sono i villaggi che per amenità e per posizione inviteranno i forestieri a dimorarvi, quando, come già si è ben cominciato a fare, l’attività e il buon volere delle popolazioni si uniranno per far tutto quanto è possibile a rendere, secondo le esigenze dei tempi, gradito e confortevole il soggiorno nei loro paeselli.