Le cento novelle antiche/Novella L
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Novella XLIX | Novella LI | ► |
Qui conta di maestro Francesco figliuolo di maestro Accorso da Bologna.
NOVELLA L.
Maestro Francesco figliuolo di maestro Accorso della città di Bologna, quando ritornò d’Inghilterra, dove era stato lungamente, fece una così fatta proposta dinanzi al comune di Bologna, e disse così: un padre d’una fameglia si partì di suo paese per povertade, e lasciò i suoi figliuoli, et andonne in lontane provincie. Stando uno tempo, et elli vide uomini di sua terra. Lo amore de’ figliuoli lo strinse a domandare di loro. E quelli risposero: messere, vostri figliuoli hanno guadagnato, e sono ricchi. E quelli udendo così, propuose di ritornare, e tornò in sua terra. Trovoe li figliuoli ricchi. Addomandoe a’ suoi figliuoli che ’l rimettessero in sulle possessioni, siccome padre e signore. I figliuoli negaro, dicendo così: padre noi il ci avemo guadagnato, non ci hai che fare; sì che ne nacque piato. Onde la legge volle che il padre fusse al postutto signore di quello ch’aveano guadagnato i figliuoli. E così addomando io al comune di Bologna, che le possessioni de’ miei figliuoli siano a mia signoria, cioè de’ miei scolari. Li quali sono grandi maestri divenuti, et hanno molto guadagnato, poi che io mi parti’ da loro. Piaccia al comunale di Bologna, poi ch’io sono tornato, che io sia signore e padre, siccome comanda la legge che parla del padre della fameglia.