Le antichità Romane (Piranesi)/4-XLV

Tomo IV, tav. XLV

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DEL TEMPIO GIVNONE DENTRO I PORTICI D’OTTAVIA

Tav. XLV

[Fig. I.] Pronao del Tempio

[Fig II.] Sezione del Tempio

A. Due delle tre Colonne descritte nella Pianta A. Avanzi dei muri della Cella B. C Lastre di marmo ch’investono la Cella del Tempio D. Avanzi degli Architravi che si vedono sovraposti alle Colonne. Nelle Cantine del Sig. r Battilana si vedevano molti avanzi di Marmo Salone, consistenti in frammenti di Basi, di Colonne scanalate, e della Cornice del Frontespizio del Tempio la di cui Gola E aveva la sua gronda per ricevere l’acqua dal Tetto. Tutti questi Marmi sono stati ultimamente parte da me comprati, e parte dal Sig.r Marchese Rondinini. F. Avanzi dello Stipite della Porta. H. Avanzi del Pavimento di Lastre di Marmo. Tutti i sudetti Pezzi sono di Marmo Salone.

DIMOSTRAZIONE IN GRANDE DEL CAPITELLO DI VNA DELLE COLONNE DEL TEMPIO DI GVINONE DENTRO I PORTICI D’OTTAVIA.

Tav. XLVII

Modinature dello stipite della Porta del Tempio segnato nella pianta lettera E.

Metà del Diametro della Colonna con modinatura sottopostavi della base. Nel Plinto di essa si vedono dei Rabeschi, fra quali scherzano una Lucertola, e una Rana le quali secondo Plinio formavano la divisa dei Fabricatori del Tempio. Quest’ornamento si vedeva tra i molti pezzi di marmo nella Cantina della Persona già mentovata nelle Tavole anteriori. Qualcheduno ha pensato, che quei Capitelli che si vedono dentro la Basilica di S. Lorenzo fuor delle Mura (per osservarsi la Lucertola e la Rana nelle sue volute) appartenessero à questo Tempio, ma ciò non sussiste per esser gotici, e perche secondo Plinio la Lucertola e la Rana erano state scolpite nelle Spire dele Colonne, o sia Basi delle medesime, e non nelle Volute. Questa base doveva appartenere all’altro Tempio di Giove. La modinatura poi C è quella che apparteneva alla colonna del Tempio di Giunone.

A. Volute, e corna del Capitello del tutto rovinate. B. Rosa del Capitello deformata. Questo Capitello è di maniera detta composita dagli Architetti moderni, i quali suppongono, che al tempo di Vitruvio essa non fosse peranco in uso. Io per altro voglio disingannarli col far loro riflettere, che il presente Capitello essendo del Tempio sudetto, esisteva cogli altri fin dal tempo della Reppublica, e precisamente di Metello il Macedonico, che edificò lo stesso Tempio, e visse molti anni innanzi di Vitruvio: cosicchè si distrugge la supposizione degli stessi Architetti, i quali perciò dovranno osservare, che quando Vitruvio tratta di tre maniere de’ capitelli, cioè dorica, jonica, e corintia, e ci avverte, che in que’ tempi se ne usavano delle altre, le quali aveano origine dalle dette tre, intende di parlare della maniera composita.

Piranesi Archit. dis. et scul.