Le Villi (prima versione)/Parte seconda/Scena I
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Scena I
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GUGLIELMO solo.
(siede sulla porta di casa in atto di dolore profondo.)
No, possibil non è che invendicata
Resti la colpa sua. – Vivea beata
E tranquilla al mio fianco
La mia dolce figliola
Ed egli venne... E colla sua parola
D’amor le smanie in lei destò...
(alzandosi con impeto)
Chi, dunque,
O scellerato, l’amor tuo ti chiese?
Chi i giuramenti tuoi?
Quali orribili offese
T’abbiam mai fatto noi
Per uccider quell’angelo,
E agli estremi miei giorni
Serbar cotanta angoscia?...
No, possibil non è che invendicata
Resti colpa sì grande!
Anima santa della figlia mia,
Se la leggenda delle Villi è vera,
Deh non esser con lui, qual fosti, pia...
Ma qui l’attendi al cadere della sera...
S’io potessi saperti vendicata
Lieto saluterei l’ultimo dì...
Ah, perdona, o Signor, l’idea spietata
Che dal mio cor che sanguina, fuggì...
(Rientra nella casa. – Il sole è tramontato affatto.)