Le Ricordanze (Rapisardi 1872)/Parte seconda/Alle lucciole

Parte seconda - Alle lucciole

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ALLE LUCCIOLE.





     O mobili e viventi
Atomi luminosi,
Che pe’ cheti riposi
De le notti silenti,
5Muovete in fra le siepi
Degli orti e dei presépi;

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     O lucciole errabonde
Che mi girate intorno,
Da queste, ov’io soggiorno,
10De l’Arno ospiti sponde,
A lei la mente io giro,
Che un dì fu il mio sospiro.
     Con infantil costume
Pei taciti vïali
15Ella seguiavi, e l’ali
V’invidïava e il lume,
Che non diè il fato rio
A noi, simili a Dio.
     Pe ’l verdeggiante piano
20Noi vagavam co ’l vento,
Angioli d’un momento,
Tenendoci per mano;
E gl’istanti fugaci
Numeravam coi baci.

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     25Tutto or passò! Le infide
Gioie annerì l’oblio;
E forse al nome mio
Pensando, ella sorride;
Sorride, ed io frattanto
30Sogno d’un’altra accanto.
     D’una, che ha neri e belli
Tutti amor gli occhi, ed una
Sera mi diè la bruna
Ciocca dei suoi capelli;
35D’una che ancor può darmi
Le illusïoni e i carmi.
     Io di lusinghe aurata
Non tesserò catena
A quella sua serena
40Anima innamorata,
Chè poveretto e lasso
Sovra la terra io passo.

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     Che vai? Com’ape o uccello
Che va di ramo in fiore,
45Passa su noi l’amore,
Che, perchè ha l’ali, è bello;
Ha l’ali e il miel raccoglie
De le più dolci foglie.
     Ma questa ora fiorita
50Che sopra il cor mi vola,
Questa ricchezza sola
Dar posso a la sua vita:
Fulgor d’oro e di tede
Altri le dia, se il chiede.
     55Quest’ora è mia; m’accende
Amor l’alma e son vivo;
Siccome il fuggitivo
Foco che in voi risplende,
Quest’ora è il mio tesoro,
60O lucciolette d’oro.

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     Qualor, pensoso, al tardo
Raggio degli astri incerti,
Fra questi olmi deserti
Al vostro lume io guardo,
65Al buio orrido immenso
E a nostra sorte io penso.
     Chi sa? Forse de l’erbe,
A cui movete in giro,
Far credete un empiro,
70O picciole superbe,
Spaziando inclite e belle
Ad emular le stelle.
     Chi sa? Simili a voi
Forse non siam? Non siamo
75Tutti, gorilla o Adamo,
Codarde anime o eroi,
Fuggevoli scintille,
Che morte spegne a mille?

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     Come iridate bolle,
80Che dal veron sublime
Il fanciullino esprime,
Tal noi su queste zolle
Lancia per suo trastullo
Dio, l’eterno fanciullo.
     85Lieti del fatuo raggio
Ch’abbiamo entro al pensiero,
Pe ’l mare ampio del vero
Crediam muover vïaggio,
Ma ognun s’agita e culla
90Nel mar del proprio nulla.
     O lucciolette, io, quando
Siccome gemme alate
Pe ’l bruno aer volate,
A l’esser mio pensando
95E al baglior vostro infido,
Pianger vorrei; ma rido.