Le Laude (1915)/LXXXV. Como se deve amar Cristo liberalmente como esso amò noi

LXXXV. Como se deve amar Cristo liberalmente como esso amò noi

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LXXXV. Como se deve amar Cristo liberalmente como esso amò noi
LXXXIV. Como la somma sapienzia essere reputato pazo per l'amor de Cristo LXXXVI. Como l'anima dimanda perdonanza dell'offensione e gusto d'amore

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LXXXV

Como se deve amar Cristo liberalmente
como esso amò noi

     — O amor che m’ami, — prendime a li toi ami,
ch’io ami co so amato.
     O amor che ami — e non trovi chi t’ami,
chi sai per li toi rami — sempre se chiama entrato.
     O entrato nobile, — sommerso en ammirabile,
non puoi salire equabile — d’amore adoguagliato.
     O amore attivo — che non trovi passivo,
che venga a l’amativo — d’amor purificato.
     Amor c’hai nome amo, — plural mai non trovamo,
da te fonte gustamo, — amor da te spirato.
     Amor, mostrarne el como, — ché ’l quanto, non è omo
che nol somerga el somo — del quanto smesurato.
     — El como te mostrai — quando me encarnai,
per te peregrinai — en croce consumato.
     El quanto armáse en sete, — ché non for mai aprete
rattissime secrete — en subietto finato.
     Non reman dal daiente, — ma dal recipiente,
non è sufficiente — a Dio nullo creato.
     Lo enfinito amare, — finito en demostrare,
la mostra terminare — in amor sterminato.
     En quilli amorosi abissi — gli santi son sommersi,
dentro e da fore oppressi — d’amore spelagato.
     L’alteza è infinita, — longeza non compita,
largeza sterminata, — profondo sprofondato.
     Non puòtte piú l’amore — mostrar fatto maggiore,
che farme lo minore — en degli omini deiettato.

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     Qual pazo vorria fare, — per formicaio campare,
en formica tornare — per formicaio campato.
     Maggior fo mia stoltizia — la grande alteza mia
de prender questa via — de farme om penato.
     Io non te amai per mene, — ’nante te amai per tene,
non me crebbe bene — del mio fatigato.
     Per te non fui maggiore, — né senza te minore,
trasseme l’amore — che fusse reformato.
     Se m’ami per aver gloria, — mercenaia hai memoria;
attento stai a mia solia — pur del remunerato.
     Non m’ami per amore, — ché ’l prezo te sta en core;
se ’l prezo ne trai fuore, — l’amor tuo è anichilato.
     Se la tua utilitate — te trae ad amorositate,
poco d’aversitate — te fa l’amor cagnato.
     Se l’amore è libero — che non sia avaro albitrio,
gentil fa desiderio — non condizionato.
     Non c’è condizione — né messa per ragione,
è fatta l’unione — che non veste vergato.
     Da l’amativo amabile — esce l’amor mirabile,
l’amore è poi durabile — semper in idem stato.