La visione di Ezechiello/Dedica
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In lode dell’abate Francesco Giannotti predicatore in Ferrara. Al cardinale Scipione Borghese legato a latere di Ferrara.
Eminent.mo e Rever.mo Principe.
Le opere insigni non han bisogno di appoggio. Basta il nome di chi le scrisse o il pregio de’ libri per interessare l’attenzione di chiunque. Ma uno scherzo poetico, che nè dal merito della poesia nè dalla età dell’autore e neppur dalla mole può lusingarsi di richiamare a sè l’altrui sguardo, uop’è che porti in fronte l’augusto nome d’un rispettabile Mecenate. Soglion così talvolta gli avveduti architetti negli sconci ed irregolari edifizi ornar più che mai l’esterno aspetto, per interessare con la speciosità almeno della nobil facciata l’occhio del passeggero. Il solo nome d’un graziosissimo principe, che è la delizia di questa città e che rende assai più belle co’ personali suoi pregi le ferme glorie dell’illustre sua famiglia, saprà conciliare a’ miei versi quella benevolenza, che altronde sperano invano. Che se mai questo stesso rende più colpevole la mia arditezza ch’io presenti a V.E. un sì meschino parto de’ miei scarsi talenti; ricordatevi, principe eminentissimo, che i vostri pari non sono mai più gloriosi, che quando sono benefici. Tal che se non basta per mia difesa il nome del chiarissimo oratore che è l’oggetto di questi versi, compiacetevi almeno di voi medesimo che con quell’aria di placidissima serenità che vi brilla sul viso, tacitamente mi faceste coraggio, perchè soddisfacessi un antico mio desiderio di riprotestarmi dinanzi al pubblico tutto col più rispettoso e profondo ossequio