La vedova co' ssette fijji

Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti letteratura La vedova co' ssette fijji Intestazione 5 gennaio 2024 75% Da definire

Caster-Zant'-Angelo I La spia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

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LA VEDOVA CO’ SSETTE FIJJI.

     È un mese ch’er più ffijjo piccinino
Lo manno a scola cqui a l’Iggnorantelli1
E ggià pprincipia a ffà li bbastoncelli2
E a rrescità all’ammente l’abbichino.3

     Uno a Ttatagiuvanni4 fa l’ombrelli,
Un antro a Sammicchele5 è scarpellino,
E ar più ggranne ch’è entrato all’Orfanelli6
J’impareno li studi de latino.

     Le tre ffemmine, Nina7 se n’annétte,8
Nannarella9 se l’è ppresa la nonna,
E Nnunziatina sta a le Zoccolette.10

     E io la strappo via, povera donna,
Cór rimette le pezze a le carzette,
Sin che nun me provede la Madonna.

6 gennaio 1832.

Note

  1. Le scuole gratuite di S. Salvatore per l’istruzione primaria.
  2. Le aste colla penna.
  3. A mente l’abbachino, l’abbaco.
  4. Ospizio fondato da un Giovanni, a cui dicevano Tata (padre). Vedi nell’opera pubblicata da monsignor Morichini.
  5. Idem.
  6. Ospizio.
  7. [Caterina.]
  8. Se ne andò: morì.
  9. [Da Marianna, formano Nanna e Nannarella.]
  10. Conservatorio di povere fanciulle.