La strega
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833
LA STREGA
Sta vecchiaccia cqua in faccia è er mi’ spavento:
Nun fa antro1 che incanti e inciarmature,2
Fattucchierie, stregonerie, fatture,
Sortileggi e mmaggie, oggni momento.
Smove li fattijjoli3 a le crature,
E oggni notte, sopr’acqua e ssopr’a vvento,4
Er demonio la porta a Bbenevento
Sotto la Nosce de le gran pavure.
Llì cco’ le streghe straformate5 in mostri
Bballa er fannango,6 e jje fanno l’orchestra
Li diavoli vestiti da Cajjostri.7
Tutte le sere, ïo e lla Maestra,
Ar meno pe’ ssarvà lli fijji nostri,
Je mettémo la scopa a la finestra.8
Roma, 3 febbraio 1833
Note
- ↑ Altro.
- ↑ Questa voce ha lo stesso significato che le sue vicine.
- ↑ Fantiglioli (infantiglioli): convulsioni dei bambini.
- ↑ Formula di scongiuro delle streghe al diavolo: “Sopr’acqua e sopra vento, portami alla Noce di Benevento.„
- ↑ Transformate.
- ↑ Fandango.
- ↑ È famoso Giuseppe Balsamo, detto il Cagliostro, impostore, e creduto stregone.
- ↑ La scopa alla finestra è un potente disincanto di malie.