La strada cuperta
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
LA STRADA CUPERTA.
Chi vvò vvienì da le Cuattro-Funtane
Sempre ar cuperto ggiù a Ffuntan-de-Trevi,
Entri er porton der Papa, ch’arimane
Incontr’a Ssan Carlino: poi se bbevi
Tutto er coritorone de sti grevi
De papalini1 fijji de p......:
Ggiri er cortile: poi sscegni a li Bbrevi2
Sin dove prima se fasceva er pane.
Com’è arrivato a la Panettaria,3
Trapassi l’arco, eppoi ricali abbasso
E scappi dar porton de Dataria.4
E accusì er viaggio finirà a l’arbergo
De li somari, che stanno a l’ingrasso,
Magnanno carta zifferata5 in gergo.
Roma, 28 novembre 1832.
Note
- ↑ [Di questi smargiassi (grevi) di soldati del Papa.]
- ↑ Palazzo della Segreteria de’ Brevi pontifici.
- ↑ Panetteria, nome di un luogo del palazzo pontificio del Quirinale.
- ↑ Palazzo della Dateria, che poteva altre volte chiamarsi la miniera papale. Tutte le fabbriche sin qui nominate formano un sol corpo, vastissimo, e unite da interne comunicazioni.
- ↑ Cifrata. Sono gli spedizionieri delle sante Bolle della Chiesa.