La sscérta der Papa

Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura La sscérta der Papa Intestazione 25 gennaio 2024 75% Da definire

La prima origgine La carità ccristiana
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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LA SSCÉRTA1 DER PAPA.

     So’ ffornasciaro,2 sì, sso’ ffornasciaro,
So’ un cazzaccio, so’ un tufo,3 so’ un cojjone:
Ma la raggione la capisco, a pparo
De chiunque sa intenne4 la raggione.

     Sscejjenno5 un Papa, sor dottor6 mio caro,
Drent’a ’na settantina de perzone,
E mmanco sempre tante, è ccaso raro
Che ss’azzecchino in lui qualità bbone.

     Perchè ss’ha da creà ssempre un de lòro?
Perchè oggni tanto nun ze7 fa ffilisce
Un brav’omo che attenne8 ar zu’ lavoro?

     Mettémo caso:9 io sto abbottanno10 er vetro?
Entra un Eminentissimo e mme disce:
Sor Titta,11 è Ppapa lei: viènghi12 a Ssan Pietro.

22 dicembre 1834.

Note

  1. Scelta.
  2. Fornaciaio: fabbricatore di vetri.
  3. Sono un insipido, uno stolidone.
  4. Intendere.
  5. Scegliendo.
  6. Titolo che si dà a chi sputa sentenze.
  7. Non si.
  8. Attende.
  9. Mettiamo caso: supponiamo.
  10. Abbottando: [gonfiando].
  11. Giambattista.
  12. Venga.