Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura La sscérta Intestazione 24 luglio 2024 75% Da definire

La spósa L'incrinnazzione
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

[p. 155 modifica]

LA SSCÉRTA.

     Sta accusì. La padrona cór padrone,
Volenno marità la padroncina,
Je portonno davanti una matina,
Pe’ sscejje, du’ bbravissime perzone.

     Un de li dua aveva una ventina
D’anni, e ddu’ spalle peggio de Sanzone;
E ll’antro lo disceveno un riccone,
Ma aveva un po’ la testa scennerina.1

     Subbito er giuvenotto de cuer paro2
Se fesce avanti a ddì: “Sora Luscìa,
Chi vvolete de noi? parlate chiaro.„ —

     “Pe ddilla,3 me piascete voi e llui,„
Rispose la zitella; “e ppijjeria
Er ciscio vostro e li quadrini sui.„

Roma, 21 novembre 1832.

Note

  1. Cenerina, canuta.
  2. Paio.
  3. Per dirla. [Per dirla com’è; per dir la verità.]