La scienza nuova seconda/Appendice/IV - Dediche/II. Della Scienza nuova terza

IV - Dediche - II. Della Scienza nuova terza

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II

della «scienza nuova terza»

all’eminentissimo principe

TROIANO ACQUAVIVA

amplissimo cardinale
e ministro della maestá di filippo v re di spagna
e di carlo borbone re delle due sicilie ecc.
presso la santa sede.

1488Il costume usato de’ tempi nostri di dedicare l’opere di lettere ad uomini d’alto stato, se egli dee rispondere a quel degli antichi, i quali innalzavano le statue ad eroi di fama cotanto stabile e ferma, che davan vita a essi bronzi, i quali avessero avuto la sorte, nelle di loro effigie gittati, di rilevarsi, dovendosi i libri indirizzare a’ principi di luminosissima gloria, che con lo splendore de’ lor nomi immortali donino ad essi l’eternitá, all’ampio sfolgorantissimo lume vostro, eminentissimo principe, il quale ha rivolti a sé gli occhi della venerazione di Europa tutta, quanto ora mi si reca facile d’accertare l’elezione di porre all’ombra del vostro alto e potente patrocinio questa mia debol fatiga per la proprietá della materia, altrettanto me ne sgomenta il poco pregio dell’artefice nel lavoro, a petto del vostro merito incomparabile, degno di opere non solo per argomento sublimi e grandi, ma anche per ingegno ed arte al piú alto punto della perfezion ben intese, e finalmente per dottrina ed erudizione consumatissime. Tutti composti in un rispettosissimo ossequio, s’inchinano al piú basso orlo della vostra sacra porpora i Principi del dritto natural delle nazioni, delle cui leggi soli s’intendono e sono sapienti i popoli liberi, le regnanti nobiltá e i monarchi; ed eglino vi si presentano casti e puri di molti e gravi errori, de’ quali erano innanzi immondi, perché finora del dritto universale de’ popoli han solamente ragionato uomini, per altro dottissimi, tutti oltramontani, fuori del grembo della cattolica religione. [p. 314 modifica]

1489Di un tal trattato non sembra potersi immaginar cosa piú degna della vostra generosa protezione, poiché di un sommo senato, il quale, con assai piú di veritá che quelli de’ tempi eroici, può e dee dirsi di sapienti, di sacerdoti e di re, Vostra Eminenza, per chiarezza d’antico sangue, per ampiezza di patrimonio, per isplendore di cariche, per dottrina di conoscenze, per sapienza di consigli, per fortezza di operazioni, da tutto il mondo migliore delle nazioni umane piú colte, assai piú che del senato romano un tempo, nella maggior grandezza di Roma, Scipione Nasica, siete stimata l’anima che lo avviva con l’autoritá, e ’l cuore che lo avvalora col zelo. A cotesto ordine amplissimo dell’universal repubblica cristiana vi menò la provvidenza per mano della vostra fortuna e virtú, facendovi quella nascere in una cittá d’Italia rinomatissima, donde trasse l’antica nobilissima origine l’Eminenza Vostra da antichissimo ceppo, ornato sempremai di sacre porpore, onusto di amplissime dignitá e di sommi magistrati in casa, e fuori d’alti comandi d’armi e di ambascerie presso le piú luminose potenze d’Europa; di cui facilmente mi dispenso di tesserne i lunghissimi cataloghi, perché l’istorie e gli annali hanno renduto pienamente palesi al mondo le glorie del vostro chiarissimo lignaggio, come ancora perché i brievi ed augusti recinti d’una lettera non mi permettono di poterle comodamente noverare.

1490Tanti e sí fatti onori, innaffiati da opulentissime famigliari fortune, derivarono col nobil sangue nelle vostre vene quella generositá, la qual virtú quanto ella è propria de’ grandi principi, altrettanto tutti l’ammirano chiaramente risplendere nell’animo vostro; e l’innata grandezza del vostro casato, ingentilita dagli studi della sapienza, e ’l vigore del vostro nobil sangue, lusingato dall’opulenza, furono i modelli, sopra i quali per disegno della vostra propria virtú formossi nell’Eminenza Vostra cotesta signorevole gravitá, la quale, accompagnata dalla soavitá del costume, da una natural piacevolezza, da quel magnanimo e generoso che v’ispira l’istessa vostra nobiltá e grandezza, ha saputo conciliarsi la riverenza delle nazioni, il concetto de’ sovrani e ’l credito de’ pontefici massimi. Per cotesti cosí rari e sublimi pregi, i quali nel piú alto grado risplendono nell’Eminenza Vostra, e tutti a gara concorrono a formare in voi il carattere d’uno ottimo e grandissimo principe, tutto il mondo v’ammira, con tanta gloria vostra, assiso nel piú sublime periodo dell’umana grandezza in rappresentare le reali veci e sostenere in cotesta corte [p. 315 modifica] ragguardevolissima dell’orbe cristiano i sovrani diritti di due somme civili potestá del mondo legislatrici, delle Maestá di Filippo, monarca delle Spagne, e di Carlo Borbone, re delle Due Sicilie, nostro augustissimo sovrano; di modo che forse non può distinguersi se sia maggiore e piú luminoso lo splendore che voi colla vostra virtú e grandezza avete saputo a’ vostri chiarissimi maggiori restituire di quella gloria che essi per moltissimi secoli hanno nell’Eminenza Vostra tramandata.

1491Laonde questi principi di dritto che spiega le due gran comparse, una la piú spaventosa, l’altra la piú lusinghevole ai popoli nella ragion della guerra e della pace, ora la prima volta trattati da ingegno italiano e in grado dell’Italia, ingegnosa sua madre e nudrice, scritti in italiana favella e con dottrina tutta conforme alla religione romana, debbon correre da se stessi a tributar il loro ossequio al gloriosissimo nome vostro, eminentissimo principe, che siete il sommo e sovrano pregio di questo gran consesso de’ padri porporati, per la cui sapienza e virtú l’Italia è con sommo rispetto considerata dalle altre nazioni d’Europa, e dal cui corpo uscirono i Ximenes, i quali alla Spagna, i Riscegliú e i Mazzanni, i quali alla Francia diedero forme di governo con sí sapienti arti di pace, che entrambe sursero in due potentissime monarchie: quella che fu uguagliata alla romana antica, questa or giudicata uguale alla persiana presente. E, quantunque l’opera è rattenuta dalla riverenza dell’autore, cui soltanto è lecito in lontananza d’ossequiar l’Eminenza Vostra, assisa nel piú alto luogo degli umani pensieri, però l’incoraggia la vostra alta generositá, propria di saggio principe della Chiesa, che, ben intendendo esser arcano di principato di sapienza cristiana, qual è egli l’ecclesiastico, il favorire e promuovere tutti gl’ingegni che si studiano alla di lui gloria e fermezza, tiene la sua gran casa sempre aperta ad uomini chiari per valor di lettere, che riceve con umanitá singolare e protegge con incredibil fortezza e promuove con alta generositá.

1492Nella qual or io affidato, umilissimamente la presento a Vostra Eminenza e, profondamente inchinandola, mi dichiaro e rassegno

di Vostra Eminenza

Napoli, 10 di gennaio 1774 .

umilissimo, divotissimo e obbligatissimo servidore
Giambattista Vico.