Della misura del bere. CAP. 40.°

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Della misura del bere.

CAP. 40.°


Ognun ha un particolare dono di Dio, chi in un modo, chi in un altro. E perciò noi stabiliamo così minuziosamente la misura del vitto a ciascuno. Nulladimeno, riguardando la debolezza dei temperamenti, crediamo che una misura di vino al giorno basti a tutti. Quelli però cui Iddio dona la virtù dell’astenersi, sappiano che ne raccoglieranno particolar mercede. Che se la condizione del luogo o la fatica o il calore estivo richiedesse una quantità maggiore, resti in facoltà del Superiore; avuto sempre riguardo che non si vada sino alla sazietà o all’ebbrezza; giacché leggiamo, ai monaci non convenire il vino.

Ma poichè ai tempi nostri non si può fare osservare siffatta cosa; almeno accordiamoci in questo, di non [p. 81 modifica]bere mai sino alla sazietà, ma assai parcamente: poicchè il vino fa apostatare anche i sapienti.

Dove poi la natura del luogo fa sì, che non si possa avere nemmeno la sopradetta misura, ma molto meno, ovvero niente affatto; coloro che si trovassero in tai luoghi, benedicano Iddio, e non escano in mormorazioni. E questo, prima di ogni altra cosa, raccomandiamo, che i fratelli vivano senza mai mormorare.