La regazza in fresco

Giuseppe Gioachino Belli

1836 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura La regazza in fresco Intestazione 3 febbraio 2024 75% Da definire

La bbenedizzione der zàbbito santo Le confidenze
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836

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LA REGAZZA IN FRESCO.1

     Eh, ttu nu’ li conoschi li mi’ guai:
Si2 ssospiro, sospiro co’ rraggione.
Nun zai che dda scinqu’anni quer birbone
Me tiè ssempre in parola? eh, nu’ lo sai?

     E sta’ cquieta, e dda’ ttempo, e vvederai,
E adesso è ttroppa3 calla la staggione,
E mmo nnun ze guadaggna... In concrusione
Sta ggiornata de ddio nun spunta mai.

     E accusì sse4 va avanti: aspetta, aspetta,
Oggi e ddomani, oggi e ddomani, e ancora
Me dà er bon beve5 e mme porta in barchetta.6

     Mo avémio7 da sposà ppe’ ottobbre, e cquanno
Fóssimo8 ar fin d’agosto, scappò ffòra
A cchiede9 un’antra pròloga10 d’un anno.

2 aprile 1836.

Note

  1. La ragazza lusingata.
  2. Se.
  3. [Troppo.]
  4. Si.
  5. Il buon bere: mi traccheggia.
  6. [Mi porta a spasso. La frase è nata dall’andare a spasso in barcetta sul Tevere.]
  7. Ora avevamo.
  8. Fummo.
  9. A chiedere.
  10. Un altra proroga.