La pietra de carne

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti caudati letteratura La pietra de carne Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Er prete de la Contessa La donna gravida
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LA PIETRA DE CARNE

     Mojje mia mojje mia, che ha rriccontato
Che ha rriccontato er medico ar padrone!
Ggnente meno ch’è usscita un’invenzione
D’un certo sor Girolimo Segato,

     Ir quale sor Girolimo ha ppijjato
Tanti pezzi de carne de perzone,
E ccià ffatto a Bbelluno un tavolone
Tutto quanto de màrmoro allustrato.

     Senti, Vincenza, e nnu lo dì1 a ggnisuno:
Volémo méttese2 un fardello addosso
E zzitti zitti annàccene3 a Bbelluno?

     Chi ssa, Vvincenza mia, che cquer ziggnore
Nun fascessi4 er miracolo ppiù ggrosso
D’impietritte5 la lingua uguale ar core?6

13 ottobre 1835

Note

  1. Non lo dire.
  2. Vogliamo metterci.
  3. Andarcene.
  4. Non facesse.
  5. D’impietrirti.
  6. Come il cuore.