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Ai Lettori Sonetti II
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SONETTO DELL'AUTTORE
AL SERENISS. DUCA DI FERRARA
ALFONSO SECONDO.


R
OTTO è 'l ponte à Traian, l'Isthmo per terra,

Distrutto d'Efesia il tempio, à Rhodi il Sole,
De' miracoli suoi Memphi si duole,
E 'l tempo, e 'l duol d'ogn'altra mole atterra.
Thebe à le porte, et Ilio à muri la guerra,
Piange Athene il Liceo con l'altre scuole,
Del Circo in Roma le ruine sole,
E la Regia di Ciro empion la terra.
Poi che quest'opre ha estinto e ferro, et arme,
Sacra il Garzoni al gran figliuol d'Alcide
Questo d'antichità vestigio, et ombra.
Dove in un Foro sol pinge, et adombra
Arti, feudi, virtù, lettere, et arme,
Al cui desio l'eternitate arride.


DEL SIGNOR TORQUATO
TASSO ALL'ISTESSO.


S
UPERBO Foro, ove le scienze e l'arti

Fan, che 'l suo Auttor per mille gradi ascende,
Dove la gloria col sapere contende,
Alzando i vanni à le più Etheree parti;
A te, che premi eterni altrui comparti
Di vero Honor, qual da virtù s'attende,
Più che Greci, Latini, Arabi, e Parti,
Tu invito Sir sol, fra grandezze nato,
Di si ricco Thesor stimato degno
In questi tempi assai gloriar ti dei.
Ma forse più che da sopremi Dei,
Per illustrar fra noi l'Estense Regno,
A un tal Signore un tal Garzon sia dato.