La meteorologia applicata all'agricoltura/Parte prima/2/3

2 - Dell'influenza delle Pioggie

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§. III. Dell’influenza delle Pioggie.

34. Niuno ignora, quanto l’umido sia necessario alla vita delle piante. Benchè non si possa accordare a Vanelmontio, e ad altri Fisici, che le piante non si nutriscono se non di acqua pura; bisogna altresì confessare, che l’acqua entra per molto nell’alimento loro, e come veicolo, e come materia. Ora i vegetabili non bevono altr’acqua che quella, la quale viene somministrata alla terra dalle meteore.

35. Parlando delle pioggie, è da osservare, che niuna irrigazione artifiziale, per quanto preparata fosse l’acqua, non fa mai tanto bene alle piante, come una pioggia benigna. Vagliano pure le circostanze dell’alternativa del calore e del fresco col benefizio del foco elettrico: il principale effetto delle pioggie proviene da ciò, che non sono acqua pura, ma un’acqua composta per la mescolanza di tante [p. 33 modifica]sostanze che seco porta dall’atmosfera. E come potrebbe la pioggia passare per il caos di tanta congerie d’effluvj, senza molto caricarsene? È chiaro, che siccome i torrenti traggono seco i letami, le foglie, l’altre materie putrefatte, che trovano ne’ luoghi declivi; così la pioggia, lavando per così dire l’atmosfera, porta seco ogni sorta di esalazioni oleose, saline, minerali, vegetabili, disperse per l’aria, e quella parte di terra più fina che si eleva, e perciò meglio disposta a entrare ne’ tubi capillari delle piante, per via delle foglie, e delle radici. Il Sig. Du Hamel non sembra molto persuaso di questa qualità dell’acqua piovana; ma ella è manifesta per il suo color torbido, per l’odore, per il gusto, per le nuvole che forma, per li sedimenti neri o verdi, che depone nei vasi; ciò che accade specialmente dopo lunghe siccità, e nei luoghi abbondanti di esalazioni, come quelli delle gran città: in tali circostanze particolarmente, l’acqua piovana si trova fetida, malsana per gli animali, ma tanto più utile e nutritiva per le piante1 [p. 34 modifica] 36. Il Sig. Margraff, celebre chimico di Berlino, ha fatto l’analisi di molte acque, ma principalmente di quella di pioggia, e di neve. Bisogna veder nella sua memoria tutte le cautele che prese per aver di questa acqua la più pura: scielse per raccoglierla un luogo aperto, lontano dall’abitazioni; lasciò passar prima una mezza giornata di pioggia ec. Dopo tante cure, avendo distillato molte volte quest’acqua, vi trovò in fine una sensibile quantità di terra calcaria, del nitro, del sal comune ec. Che penseremo noi dunque delle pioggie d’estate, quando l’atmosfera è tanto ingombra di esalazioni? Or questa feccia, che la pioggia contiene, è quella che fertilizza la terra e i vegetabili; poichè per l’esperienza, e per il comun sentimento de’ maestri in Agricoltura, nei sali, nei nitri, nelle terre calcarie e simili, consiste la forza della fecondazione. Le pioggie dunque contengono tutto ciò, che occorre alle piante per vegetare, parti fisse, e parti spiritose, ed il veicolo e il glutine di questi due elementi, che è l’acqua.

37. Le pioggie in fine recano più o meno di benefizio, o anche di danno, secondo la loro abbondanza, la frequenza, la stagione, la durata, l’ora, in cui cadono, circostanze di cui parlerò nel capitolo seguente.

Note

  1. Il Sig. Priestley (Osserv. sopra differenti specie d’aria) ha provato, che l’aria corrotta per la putrefazione degli animali e dei vegetabili, si ristora e si purga colla unione delle piante, che vi si rinchiudono. Giammai, dice egli, io non vidi in altre circostanze una vegetazione così vigorosa, come in questa specie d’aria, che è immediatamente fatale agli animali. Benchè queste piante fossero ristrettissime nei vasi pieni di quest’aria, ogni foglia era vividissima, e mettevano nuovi germi (ciò anche prova la suzzione che fanno le piante per le foglie). Ne cava una conseguenza molto plausibile, ed è questa; che la corruzione, la quale si comunica continuamente all’atmosfera per la respirazione di un numero così prodigioso d’animali, e per la putrefazione di tante sostanze animali e vegetabili, resta in gran parte corretta per la vegetazione generale. Dal che si può comprendere, perchè le piante vicine all’abitazioni vegetano come si vede, più dell’altre; e quanto sia utile (Osservazione del Sig. Francklin) il tenere degli alberi intorno le case; come si pratica nell’America Inglese, e dei vegetabili, fiori o erbe nelle stesse camere. (Questo è provato esser malsano nella notte)