La gente di spirito/Atto secondo/Scena prima

Atto secondo

Scena prima

../Scena seconda IncludiIntestazione 11 aprile 2011 75% Teatro

Atto secondo - Scena seconda

Ernesto, Carlo, Fausto, Federico, Matteo.


Carlo
Alla buon'ora, ritrovo Ernesto.
Ernesto
Sapete perché Agamennone non si è chiamato piuttosto Pantaleone, ed Epaminonda non si è chiamato Felicino? C'è tutta una teoria filosofica nei nomi che ci sono imposti a casaccio. Guardate che senno profondo nella madre di Matteo, a chiamarlo così! Era ancora un bambino che non dava maggiori indizi di imbecillità di quanti ne dessimo noi, e si chiamava già Matteo. Chissà per quale influenza previtale questo ometto qui doveva chiamarsi Matteo per tutta la vita, e meritarsi quel nome. Sei contento tu di te stesso, non è vero?
Matteo
Eh! Eh! Eh!
Ernesto
Ve lo dico, io? Ci dev'essere un destino al di sopra del caso. Io, per esempio, a digiuno, sono di malumore perché mi sento stupido come una pagnotta. Dopo mangiato, ho più spirito che non tutti voialtri messi in fascio... perché? Voialtri me ne sapreste dire le cause immediate; ma chi mi sa dire perché a quelle cause soggiaccio io, piuttosto che un altro qualunque? Destino... Campioni.
Fausto
Oh! non toccarlo, Campioni... c'è qui il cavaliere...
Carlo
Io! Che me ne fa a me?
Federico
Se fosse sua moglie... pazienza.
Fausto
Appunto perché della moglie...
Ernesto
To', to', to', una rivelazione. Faresti la torte alla signora Eugenia... tu?
Federico
Eh!
Ernesto
Via!
Federico
Come: via!
Fausto
La signora Eugenia è una donna di garbo.
Ernesto
Possibile!
Fausto
Passabile...
Federico
Passibile...
Ernesto
Passata. (Tutti ridono). Che talentoni! Che ne dici, Matteo?
Matteo
Io dico che la signora Eugenia... è una signora... molto.
Ernesto

gli mette una mano sulla spalla.

Brav'uomo. (A Carlo). Dunque tu fai la corte alla Campiona?... Perché?
Federico
Oh bella! Perché l'amore...
Ernesto
È cieco.
Carlo
Uh! chi ha mai pensato a corteggiare quella signora?
Ernesto
Tu... a quanto dicono i tuoi amici.
Carlo
Sono male lingue.
Fausto
Taci là.
Federico
Ci sei sempre attorno...
Ernesto
Che volete? Non la posso credere.
Federico
Ma perché?
Carlo
Ernesto ha ragione, sono troppo amico col marito per...
Ernesto
Tu sei amico di Campioni?
Carlo
Sì.
Ernesto
Dimmelo... guardandomi negli occhi e senza ridere.
Carlo
Oh bella!
Ernesto
Amo meglio credere che tu corteggi la moglie.
Federico
Diamine! È chiara.
Fausto
È anzi per questo che è amico del marito.
Federico
E che lo difende.
Fausto
In compenso delle offese...
Carlo
Zitti là... in simili argomenti, non si spinge lo scherzo tanto oltre. Quando anche fosse vero che... cosa che io contesto assolutamente...
Fausto
Ah!
Federico
Ammette.
Ernesto
Ci dev'essere qualche mistero lì sotto... Hai troppa voglia di dar credito a questi visionarii... e trattandosi della signora Eugenia, non lo puoi fare per vanità.
Carlo
Finora, non ottenni però nessun convegno sugli scogli.
Ernesto
Non capisco.
Carlo
Quanta politica!
Ernesto
E tu invece cammini così alla buona!
Carlo
Proprio... e quando faccio qualche cosa, non ci penso tanto su.
Ernesto
No, ci pensi prima di farla... ma ci pensi schietto...
Carlo
Come sei sottile!
Ernesto
Farò compenso colla tua doppiezza.
Carlo
Hai la parola molto facile e lo scherzo molto confidente.
Ernesto
Ma null'altro che lo scherzo, di confidente, con te, contaci su.
Carlo
Ernesto!
Ernesto
Ah, ah, che tono! Ernesto! Quasi non lo sapeste tutti che sono fatto così. Ho un umore a sfitte... come il mal di denti. Ecco, m'è passata.
Carlo
Mi farai cosa grata se il tuo umore lo sfogherai altrimenti che su di me.
Ernesto
Ti ho dunque scorticata meglio che l'epidermide, se te ne risenti ancora... tu che l'hai tanto cornea cogli uomini come me! Convien dire che io abbia, senza saperlo, toccato in qualche segno occulto e che ti abbia messo paura. In fede mia, se mi immaginavo di essere riuscito tanto profondo! Ritornerò sulle mie parole a meditarci, per vedere in quale trama delle tue abbiano potuto incappare. Oh badate che la sfitta ritorna, e che tanto ero allegro e ben disposto ora fanno cinque minuti, altrettanto sono fegatoso adesso... e lo sono con tutti. Badate che l'umor nero mi fa dare in verità così crude, da mordere come l'acqua regia.
Fausto
È con me che l'hai?
Ernesto

ricomponendosi.

No... è con Matteo.
Matteo

spaventato.

Con me?!

Tutti ridono.

Carlo

a Ernesto.

Ti chieggo perdono... mi sono sfuggite certe parole...
Ernesto

fra sé.

È a lui che sono sfuggite...
Carlo
Che ti prego di non volere...
Ernesto
Figurati... io non le ricordo più.
Carlo
Grazie.
Fausto
Torniamo alla filosofia dei nomi?
Ernesto
No... non mi ci sento.
Federico
Qualcheduno di voialtri sa dirmi che cosa rumini papà Campioni?
Fausto
Perché?
Federico
Appena finita la colazione, lo sentii borbottare dei numeri uno dopo l'altro. Pareva la Tavola Pitagorica che facesse un soliloquio.
Fausto
Tirerà i conti della dote per la figliuola.
Matteo
E dev'esser bella!
Federico
Sicuro che dev'esser bella! Gli contano due milioni.
Fausto
Ecco il frutto dell'operosità onesta.
Ernesto
Intorno all'onestà di Campioni non ho inteso dire nulla mai.
Fausto
Lo credo io!... che volevi che se ne dicesse! Una cosa che non esiste.
Carlo
Possibile che non sappiam parlar d'altro che di lui o de' suoi!
Fausto

a Ernesto.

Vedete... gli secca.
Ernesto
E tu smetti... Scendiamo in giardino?
Fausto
Sì.
Carlo

sommesso a Federico.

Cosa ti salta di trar fuori le cifre?
Federico
Ma...
Carlo

forte.

Vengo con voi.