La gente di spirito/Atto quinto/Scena tredicesima
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Giuseppe Giacosa - La gente di spirito (1872)
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Carlo e detti.
- Carlo
a Massimo.
- Signor dottore...
Massimo si volge sorpreso.
- Ho l'onore di annunziare ufficialmente a questi signori il mio matrimonio colla signorina Eulalia Campioni.
- Massimo
- Oh!?
- Carlo
- Sissignore. Nello stesso tempo, e poiché i miei precedenti mi permettono di farlo, io devo partecipare a lei una condizione che fu apposta al consenso, e alla quale, devo dirlo, accondiscesi.
- Massimo
- E questa condizione?
- Carlo
- La mia fidanzata, avvezza a considerarlo come amico della propria famiglia, non volle assolutamente che uno spiacevole incidente potesse turbare quelle relazioni... che esistono da tanto tempo, e che io spero... vorranno continuare.
- Massimo
- Grazie.
- Carlo
- Toccava a me che fui l'offeso... a...
- Ernesto
mentre Carlo parla, a Massimo.
- Io parto.
- Massimo
- Oh! Perché?
- Ernesto
- Lascio un amico qui?
- Massimo
- Oh! sì davvero.
- Carlo
- Toccava a me che fui l'offeso, a fare atto di accondiscendenza e a piegarmi al desiderio di colei... alla quale nulla potevo negare.
- Matteo
a Federico.
- Non si battono? Come parla bene!
- Fausto
mettendo una mano sulla spalla di Carlo.
- Sei un uomo di spirito.
FINE
Colleretto Parella, 1872.