La gente di spirito/Atto quinto/Scena terza
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Giuseppe Giacosa - La gente di spirito (1872)
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Campioni, Carlo.
- Carlo
guardando dietro a Federico.
- È l'unico amico su cui io possa contare al mondo.
- Campioni
- Oh! e io?
- Carlo
- Grazie... speravo che mi avrebbe risposto a quel modo. Ho fede anche in lei... ma gli altri tutti... Fortuna che io conto quasi altrettanto sui nemici che sugli amici... Nulla di nuovo?
- Campioni
accennando le proprie stanze.
- Di là? Nulla... cioè nulla! C'è... insomma... senta... Carlo... ha cinque lettere... è un segnale... Io credo fermamente in un sì.
- Carlo
- Ma può congetturare lei donde derivi questa avversione che ha per me la signorina Lucia?
- Campioni
- L'abitudine... è una ragazza d'abitudini. Cuore buono, ma testa strettina. Già suo padre, che era mio fratello, poveretto... era anche lui così. Ha lavorato come un galeotto per quarant'anni, e non riuscì a mettere in serbo neppure una quarta parte del mio patrimonio. E sì, che non ebbe i rovesci che mi toccarono a me. Non dico per vantarmene, poveretto, che gli volevo un gran bene, e gli ho raccolto la figliola; ma la gente, fino da quando s'era in collegio, diceva: «Il senno di casa Campioni è tutto toccato a uno solo dei figliuoli...» e non accennavano a lui. Tanto che gliene avrei ceduta volontieri la sua parte. Ebbene, Lucia è figlia di suo padre... S'è avvezza all'idea che l'Eulalia sposasse il sor Massimo, e oramai...
- Carlo
- Erano inoltrate molto le intelligenze col dottore?
- Campioni
- Oh Dio! Punto. Lui aveva detto: «Vorrei...», l'Eulalia, nuova affatto, aveva lasciato scivolare un sì e noialtri padre e madre si lasciavano maturare gli eventi. Non c'era nulla di scritto.
- Carlo
- Se ne faranno un nemico, del dottore.
- Campioni
- Poh!
- Carlo
- Come lo divenne con me.
- Campioni
- Povero disgraziato!
- Carlo
- Ed è uno di quegli uomini che non rinculano neppure davanti ad uno scandalo.
- Campioni
- Il dottore?
- Carlo
- Ma gliela insegnerò io la creanza.
- Campioni
- No, no, per carità... non facciamo guai...
- Carlo
- Oh! stia tranquillo.
- Campioni
- Che non ci sia nulla in aria, veh!
- Carlo
- Nulla, nulla.
- Campioni
- Me lo assicura?
- Carlo
- È inutile insistere. Se non mi crede alle prime, checché le dicessi non mi potrebbe dare maggior fede. Un uomo d'onore ha diritto di mentire in date occasioni.
- Campioni
- Ebbene... mi dica solo se questa volta mentisce.
- Carlo
- Lasciamo correre, via... dacché le assicuro che non è stato niente!
- Campioni
- Manco male... cioè... che non è stato niente, ha detto? Dunque qualche cosa è stato.
- Carlo
- No... si tranquilli... e dia retta. È possibile che domani io debba partire.
- Campioni
- Per dove?
- Carlo
- Per un viaggio lontano e disagevole. Ho ricevute or ora alcune lettere d'affari...
- Campioni
- Che gli tocchi partire così subito?
- Carlo
- Alle volte nascono certe circostanze.
- Campioni
- O certe o no, lei non può partire e non lo deve. Cosa sono queste circostanze... danari?
- Carlo
- Oh no.
- Campioni
- Ah! perché in tal caso... non sono danari... Parenti?
- Carlo
- Non ce n'ho... si può dire.
- Campioni
- Ma che cos'è allora? Non mi faccia stare così sulle spine.
- Carlo
- Nulla è ancora deciso...
- Campioni
battendosi la fronte.
- Non una parola di più. È un duello... neghi se ci riesce.
- Carlo
- Oh no...
- Campioni
- Oh, non ci è avvezzo lei a dire la bugia. Un duello! E poi a me non me la fanno. Col dottore...
- Carlo
- Silenzio.
- Campioni
- Che silenzio d'Egitto! Non c'è silenzio che tenga... ho viscere di padre, io. Un duello! In cui può rimaner ferito!
- Carlo
- Eh!
- Campioni
- È tanto sguaiato quel Massimo! E poi, i medici... è affar loro. Ferito... chissà che conseguenze... ferito gravemente...
- Carlo
- Se si avesse a pensare a simili cose!...
- Campioni
- Che... non ci si ha a pensare? Ci si ha a pensare sì. Potrebbe anche toccargli una botta mal data.
- Carlo
- E la potrei dare anche.
- Campioni
- Se fosse sicuro di darla... ma non lo è.
- Carlo
- Oramai è inutile.
- Campioni
- Inutile. E se io mi ci opponessi?
- Carlo
- Caro Campioni... qualunque sacrificio...
- Campioni
- Sì, sì... le solite parole, l'onore! L'onore dei miei stivali... diventerei volgare quasi... Bell'onore! Si cerca una ragazza in moglie... questa ragazza vi muore addosso... e al buon momento... non signori... devo prima farmi sbudellare dal mio rivale...! Eccoglielo il suo onore! Senza contare che c'è il Codice penale di mezzo... Mi dia retta, via, sia buonino, sono poi il suo... il suo suocero, per Bacco... e un po' di ascendente... mandi a spasso il dottore..
- Carlo
- Impossibile.
- Campioni
- Ban, boumm! Impossibile...! Ebbene, mi racconti ogni cosa, sono stato giovane ancor io, e so dove sia e dove non... Com'è andata?
- Carlo
- È semplicissimo. Il dottore disse che aveva rinunziato all'Eulalia perché non ne valeva la pena.
- Campioni
- Così ha detto?
- Carlo
- Si figuri se l'ho rimbeccato!
- Campioni
- Ah!
- Carlo
- Gli risposi che avevo quasi il diritto di assumere le difese di colei ch'egli ingiuriava a quel modo.
- Campioni
- Così, gli rispose? Mi par di vederlo. Bravo! E poi?
- Carlo
- E poi si venne alla conclusione.
- Campioni
- Insolentaccio! Ha proprio detto che non ne valeva la pena?
- Carlo
- Proprio così... capisce?
- Campioni
- Eh, capisco.
- Carlo
- Ne conviene anche lei... il duello è inevitabile...
- Campioni
- Convengo che... perlomeno...
- Carlo
- E all' ultimo sangue...
- Campioni
- Già...
- Carlo
- Perché... per quanto avesse la scusa di essere in collera...
- Campioni
- Bella scusa!
- Carlo
- È fatica sprecata, la sua... non ci riesce a smuovermi. Non è bastato neppure il pensiero della signorina Eulalia.
- Campioni
- Dell'Eulalia!
- Carlo
- Devo confessarle, però, che ho esitato. Una ragazza per la quale due si battono a morte... il mondo non gliela perdona così facilmente.
- Campioni
- Già... è vero! Che imbecille che è il mondo.
- Carlo
- E vedendo come io attribuisca tanta importanza alle parole del dottore, diranno che è segno che le credetti giuste e vere.
- Campioni
- Sicuro che diranno così!
- Carlo
- Ma col sangue pronto che ho io... come si fa a resistere? Se non mi trattenevano...
- Campioni
- M'immagino...
- Carlo
- Se non mi trattenevano... la finivo lì sul luogo... Un par di schiaffi...
- Campioni
- Era l'unica.
- Carlo
- E così s'evitava ogni seccatura e ogni pregiudizio al buon nome dell'Eulalia. Se campo la faccio mia moglie e basta...
- Campioni
- Ma... se...
- Carlo
- Eh... capisco... È una posizione difficile.
- Campioni
- E lo dice così calmo! Non c'è nulla di difficile al mondo... Io le proibisco di battersi.
- Carlo
- Oh!
- Campioni
- Proprio così... Vuole il duello?
- Carlo
- Ascolti...
- Campioni
- Vuole il duello?
- Carlo
- Lei stesso or ora...
- Campioni
- Vuole il duello?
- Carlo
- Ma...
- Campioni
- Non c'è ma...