La gente di spirito/Atto quinto/Scena prima
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Giuseppe Giacosa - La gente di spirito (1872)
Atto quinto - Scena seconda | ► |
Carlo, Federico.
- Carlo
- Ad essi la scelta del luogo e dell'ora. Quanto all'arma, la sciabola; e nessuna sorta di accomodamenti, sai... voglio farla finita con quei saputi.
- Federico
- Hai ragione.
- Carlo
- Mi ce ne voile a risolvermi, perché la era una contesa di donne... Ma c'è un limite a tutto. Speriamo che nessuno saprà nulla.
- Federico
- Speriamolo.
- Carlo
- Avete fissato il convegno con Ernesto?
- Federico
- Stasera alle otto.
- Carlo
- Va bene. Se campo...
- Federico
- Che cosa vai a pensare...
- Carlo
- Eh! Eh! mio caro!... la sorte! un gioco d'azzardo, e tutti e due speriamo di vincere... bisogna apparecchiarsi ad ogni evenienza. Fortuna che ci ho fatto il callo a queste emozioni.
- Federico
- Ti sei battuto di già?
- Carlo
- Se mi sono battuto? Un pochino. Ho fatto le mie prove da un pezzo... e se avessi ricusato ora, nessuno poteva sospettare di me. Mi battei una volta a Parigi con un ufficiale superiore degli Zuavi, e lo lasciai quasi morto sul terreno. Un'altra volta... pure a Parigi... Se t'avessi a mostrare che razza di cicatrici tengo qui...
- Federico
- E perché non rifiutarti allora?
- Carlo
- Perché? Perché non so resistere al solletico di dare una brava lezioncina a quel figuro.