La gente di spirito/Atto primo/Scena ottava
Questo testo è completo. |
Giuseppe Giacosa - La gente di spirito (1872)
◄ | Atto primo - Scena settima | Atto primo - Scena nona | ► |
Detti, meno Federico.
- Lucia
- Non so se la storia sia vera, ma quando fosse, non potrebbe tornare che ad elogio del signor Massimo.
- Eulalia
- Certamente.
- Lucia
- E nessuno di quei signori che ne ridevano sarebbe capace di tanto.
- Eulalia
- Ne sono sicura.
- Lucia
- Vogligli bene davvero sai, al signor Massimo... se lo merita.
- Eulalia
- Quasi che abbisognassi di esserne persuasa.
- Lucia
- Quasi.
- Eulalia
- Lucia!
- Lucia
- Perdonami... ma ho tanto a cuore la tua felicità, e mi pare che questa vita che meniamo di leggerezza e di vanità assorbisca un po' troppo del tuo tempo.
- Eulalia
- Un rimprovero?
- Lucia
- No, Eulalia... un timore che io ti manifesto.
- Eulalia
- Dubiti di me?
- Lucia
- Non dubito del tuo cuore, ma l'atmosfera fittizia e malsana che ne circonda, la credo nociva.
- Eulalia
- È stato lui a metterti di tali scrupoli in testa?
- Lucia
- Non sei in una delle tue buone giornate, oggi.
- Eulalia
- Perché?
- Lucia
- Ah!... se non lo capisci...
- Eulalia
- Confesso... che non ci arrivo... a certe sublimazioni di sentimento...
- Lucia
- Non lo confessar tanto... lo si potrebbe credere.
- Eulalia
- Lucia! Si direbbe che sei adirata meco.
- Lucia
- Oh no.
- Eulalia
- Hai ragione... sono una cervellina guasta forse da tutto il bene che voi mi volete... già lo sai, non ci sono fatta io, a riflettere... ma so voler bene sul serio anch'io.
- Lucia
- Ah sì?
- Eulalia
- Non ne hai l'aria convinta.
- Lucia
- Eppure lo sono.
- Eulalia
- Proprio?
- Lucia
- Sì.
- Eulalia
- Ebbene, non parliamone più.
- Lucia
- A momenti sarà qui.
- Eulalia
- Oh Dio! E il signor Ernesto che non si muove... e il papà...
- Lucia
- Appunto essendoci lui, non c'è ragione di temere dell'avvocato Ernesto... tanto più quando è quasi conchiuso...
- Eulalia
- Tuttavia...
- Lucia
- Pensare che ti è fatta così facile la felicità e che non la conosci!
- Eulalia
- Zitta... il signor Ernesto ha aperti gli occhi.
- Lucia
- Come stavi attenta!
- Ernesto
avvicinandosi.
- Ricamano?
- Eulalia
- Le è passato il suo mal di testa?
- Ernesto
- Non signora... e non passerà mai... ce l'ho dalla nascita.
- Eulalia
- Povero avvocato!
- Ernesto
- Oh! se si mette a compiangermi, le dico subito che sto benissimo. La signorina Lucia è molto intenta al suo lavoro.
- Lucia
- Perché dice così?
- Ernesto
- Perché lo vedo... pare quasi che tema di alzar gli occhi...
- Lucia
- Oh no... guardi...
- Ernesto
- Ho Visto.
- Lucia
- Che?
- Ernesto
- Nulla... ho veduto che non teme. (Fra sé). Piangeva proprio... che cosa sia? (Forte) Papà Campioni si rifà delle aurore che gli tocca contemplare.
- Eulalia
- Svegliamolo?
- Ernesto
- Oh! perché?
- Eulalia
- Ci patisce.
- Ernesto
- Ne lasci a me la cura... Eppciù...
- Campioni
si sveglia di sussulto.
- Prosperità.
- Ernesto
- Grazie.
- Campioni
- Ho dormito?
- Ernesto
- Non signore... pensava.
- Campioni
- È vero, io non ci so stare in mezzo a tutte quelle signore.
- Ernesto
- Ha ragione.
- Eulalia
- Grazie.
- Ernesto
- Suo papà ha detto: «quelle»... Sono assenti che hanno torto.
- Campioni
all'Eulalia.
- Dov'è andata la mamma?
- Ernesto
- A vedere l'arrivo del convoglio.
- Campioni
c. s..
- E voialtre siete rimaste?
- Ernesto
- C'è così caldo!
- Campioni
c. s..
- Con chi c'è andata?
- Ernesto
- Col cavaliere Carlo.
- Campioni
- Che giovane simpatico!
- Ernesto
- Oh sì!
- Campioni
- Quello farà carriera!
- Ernesto
- Oh! sì sì.
- Eulalia
- Il cavaliere non è suo amico?
- Ernesto
- Amicissimo. Ci diamo del tu.
- Campioni
- Guardi, avvocato... io lo dicevo ancora stamattina con lui stesso; il suo amico il cavalier Carlo è uno dei rari...
- Ernesto
- Rara avis.
- Campioni
- Per esempio... a lei che è un amico vecchio, posso confessarle una debolezza.
- Ernesto
- È una prova di forza il confessarle.
- Campioni
- Io non sono geloso... oh! affatto... affatto... ma non amo vedere troppa gente attorno a mia moglie.
- Ernesto
- No... uno basta.
- Campioni
- Ma il cavalier Carlo se anche le parlasse di continuo una giornata intera... lo avrei caro... tanta è la mia confidenza in lui.
- Ernesto
- Se la merita... Io che lo conosco...
- Campioni
- Oh! lo conosco ancor io... e poi lo dice subito lui che è un uomo ammodo.
- Ernesto
- Oh! se lo dice lui!
- Campioni
- E come parla poi bene!... e morale... io amo gli uomini morali.
- Ernesto
- Anch'io.
- Campioni
- Certe volte è invaso di una indegnazione così... Uh! perché non trovo le parole io?! Una indegnazione contro la corruttela dei nostri tempi, che m'inchioda lì a guardarlo.
- Ernesto
- È tanto bello!
- Campioni
- Non dico del fisico.
- Ernesto
- Credevo.
- Campioni
- Li vogliamo raggiungere?
- Ernesto
- Ai suoi comandi.
- Eulalia
- Hai l'ombrello... papà?
- Campioni
- No... l'ho lasciato in camera.
- Eulalia
- Te lo vado a pigliare.
- Lucia
- Ci vado io.
- Eulalia
- Oh! via...
S' incammina.
- Campioni
- Me lo porterai in fondo alla scala... Addio, Lucia.
- Ernesto
s'inchina.
- Lucia
- Buona passeggiata, zio.
S'inchina ad Ernesto.