La dolce vista e 'l bel guardo soave (Lucas)
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De’ più begli occhi che lucesser mai,
3Ch’i’ ho perduta, mi fa parer grave
La vita sì, ch’io vo traendo guai;
E ’n vece di pensier leggiadri e gai
6Ch’aver solea d’Amore,
Porto desii nel core
Che nati son di Morte,
9Per la partita che mi duol sì forte.
Ohimè! deh perchè, Amor, al primo passo
Non mi feristi sì ch’io fussi morto?
12Perchè non dipartisti da me, lasso!
Lo spirito angoscioso ched io porto?
Amor, al mio dolor non è conforto;
15Anzi, quanto più guardo,
Al sospirar più ardo,
Trovandomi partuto
18Da quei begli occhi ov’io t’ho già veduto.
Io t’ho veduto in quei begli occhi, Amore,
Tal che la rimembranza me ne occide
21E fa sì grande schiera di dolore
Dentro a la mente, che l’anima stride
Sol perchè Morte ormai non la divide
24Da me: come diviso
mi trovo dal bel viso
E d’ogni stato allegro,
27Pe ’l gran contrario ch’è tra ’l bianco e ’l negro.
Quando per gentil atto di salute
Ver bella donna levo gli occhi alquanto,
30Sì tutta si disvìa la mia vertute,
Che dentro ritener non posso il pianto,
Membrando di madonna, a cui son tanto
33Lontan di veder lei.
O dolenti occhi miei,
Non morrete di doglia?
36Sì per vostro voler, pur che Amor voglia.
Amor, la mia ventura e troppo cruda,
E ciò che ’ncontran gli occhi più m’attrista:
39Dunque, mercè! che la tua man li chiuda
Da c’ho perduto l’amorosa vista,
E quando vita per morte s’acquista,
42Gli è gioioso il morire:
Tu sai dove dê gire
Lo spirto mio da poi,
45E sai quanta pietà s’arà di voi.
Amor, ad esser micidial pietoso
T’invita il mio tormento:
48Secondo c’ho talento,
Dammi di morte gioia,
Sì che lo spirto almen torni a Pistoia.