La diliggenza nova

Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti caudati letteratura La diliggenza nova Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

A li ggiacubbini Er peccato origginale
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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LA DILIGGENZA NOVA

     Io, dijje1 a cquela testa de cucuzza
De la sposa der fijjo de Vincenza,
C’ho vviaggiato una vorta in diliggenza
Inzin’a un po’ ppiù in zù dde la Merluzza.2

     E cche llì bbisoggnava, co’ lliscenza,
Tiené le chiappe, pe’ ssentì cche ppuzza
De vacchetta e vvernisce! E llei sce ruzza3
A scramà4 che la pippa è una schifenza.

     Tre ggiorni prima che lle’ usscissi in zanti,5
Je s’incordò la panza p’er sospetto
Ch’io je fuss’ito co’ un zicàrio6 avanti.

     Pènzete7 dunque che ssarìa de lei,
Si jj’entrassi8 de posta9 sott’ar letto
La diliggenza mia cór tir’a ssei.


Roma, 27 maggio 1833

Note

  1. Dirgli, per “dille.„
  2. Luogo a quindici miglia da Roma, sulla Via...
  3. Ci scherza.
  4. Esclamare.
  5. Che ella uscisse in sanctis. Le donne, dopo i quaranta giorni del puerperio, vanno a farsi purificare in chiesa coll’acqua-santa di cui il prete le asperge dietro la offerta di una candela, successa all’antico paio di colombe: e ciò chiamasi “uscire in sanctis.„ Per tutto il lasso del detto puerperio, le romane almeno, non possono patire odori di sorta, senza grave rischio di vita, al che contribuisce spesso la fantasia.
  6. Sigaro, zigaro o cigaro.
  7. Pènsati.
  8. Se gli (le) entrasse.
  9. Tutto ad un tratto.