La curiosità (1833)

Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura La curiosità Intestazione 24 ottobre 2024 100% Da definire

La bbonidizzione de le case Lo stato d'innoscenza
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

[p. 221 modifica]

LA CURIOSITÀ.

     La prima notte, per avé una prova
Si1 la sposetta mia fussi curiosa,
Je disse: “Oh, ffra le co.... io sciò2 una cosa
Che nnun hai [da] sapé. Gatta sce cova.„3

     Poi finze de ronfà.4 Cquanto5 la spósa,
Sapenno fórzi6 che cchi ccerca trova,7
Me venne ar tasto der zalame e ll’ova,
Che ppe’ le donne so’ rrobba golosa.

     Figùret’io che nnun perdono mai!
Je sartai sopra; e llì cco’ lo spadone
In d’un ammèn-gesù8 la bbuggiarai.

     Dillo tu, Achille mio, ebbe9 raggione?
Nun vennero accusì ttutti li guai
Ch’Iddio ciarigalò10 ppe’ cquer boccone?

Roma, 1 maggio 1833.


Note

  1. Se.
  2. Ci ho.
  3. Mistero c’è.
  4. Finsi di russare.
  5. Ed ecco che ecc.
  6. Sapendo forse.
  7. [Chi ccerca, trova. Proverbio.]
  8. In un momento.
  9. Ebbi.
  10. Ci regalò.