La carità de li preti

Giuseppe Gioachino Belli

1831 Indice:Sonetti romaneschi I.djvu sonetti letteratura La carità de li preti Intestazione 22 aprile 2024 100% Da definire

Er trenta novemmre Er civico ar quartiere
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831

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LA CARITÀ DE LI PRETI.

     No dde Campo-Carlèo:1 cuell’è, ssorella,2
Parrocchia der curato Spadolino.3
Io vorzi dì Ssan-Lorenzo-in-lucino,4
Dov’è ccurato er padre Carbonella.5

     Ebbè, mme perzi puro una sciafrèlla6
Pe’ ccurre a bbussà ppresto ar finestrino,7
Cuanno a cquella bbon’anima de Nino8
Jer notte je pijjò la raganella.9

     Tre ora a ffila j’averò bbussato!
M’arisponnessi tu, che llì nun c’eri?
Accusì m’arispose er zor curato.

     E ppoi ridenno me sce disse jjeri,
Ch’er zomaro ch’er giorno ha ffaticato
La notte vò ddormì ssenza penzieri.

10 novembre 1831.

Note

  1. Santa Maria in Campo-Carlèo, al Foro Traiano.
  2. [Amica, cara mia, ecc.]
  3. Soprannome di quel curato. È da sapersi che il nominato Spatolino fu un famoso masnadiero, fucilato sotto l’ultima dominazione francese.
  4. S. Lorenzo in Lucina, chiesa presso il Corso.
  5. Soprannome di quel parroco.
  6. Ciabatta.
  7. Quel parroco tiene ufficio a pianterreno, al solito, e questo ha una finestrina di molto facile accesso.
  8. [Il marito. V. la nota 4 del sonetto: Er conto ecc., 24 nov. 31.]
  9. Suono che rende la gola degli agonizzanti. [Rantolo. — Del resto, ha in romanesco tutti gli altri significati che ha in toscano.]