Favole (La Fontaine)/Libro decimo/III - La Testuggine e le Anatre

Libro decimo

III - La Testuggine e le Anatre

../II - L'Uomo e la Biscia ../IV - I Pesci e lo Smergo IncludiIntestazione 16 ottobre 2009 50% raccolte di fiabe

Jean de La Fontaine - Favole (1669)
Traduzione dal francese di Emilio De Marchi (XIX secolo)
Libro decimo

III - La Testuggine e le Anatre
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Una certa Testuggine un po’ stolta
nella sua tana stanca ormai di vivere
desiderò d’uscire e andare in volta.

Più bello sempre pare e più giocondo
il paese degli altri, e non c’è storpio
che non ami girare per il mondo.

Il suo pensier a certe Anatre un giorno
ell’aperse, che offrirono il servizio,
secondo i patti, di portarla intorno.

- Ti condurrem - dicevano, - attraverso
all’aria immensa fin... fin in America,
regni e gente vedrai, mondo diverso.

E de’ costumi tu farai tesoro
come già fece Ulisse, - (io meraviglio
che citassero Ulisse anche costoro).

Accolse la Testuggine bonaria
il progetto, indi trovano una macchina
per trasportar la pellegrina in aria.

E fu tutta la macchina un bastone
ch’ella in bocca si piglia e stringe, e subito
per ogni punta un’Anatra si pone.

A veder la Testuggine che vola
colla sua casa in spalla in mezzo agli angeli,
resta la gente senza la parola.

Poi - Miracolo! - grida, - olà, correte
la regina a veder delle testuggini
che vola... è dessa? - Sì, non mi vedete? -

dice la stolta e lascia andare il legno.
Avrebbe fatto meglio i denti a stringere
e a non perder quell’unico sostegno.

Per ambizion volle parlare, e giù
a piè de’ riguardanti ancora estatici
rovinò, si spezzò, non fiatò più.

Ciarla, curiosità, vanità pazza,
e stupida albagia, stoltezza, eccetera,
son figlie tutte d’una stessa razza.