La Cortigiana (1525)/Atto secondo/Scena ventiseiesima
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Pietro Aretino - La Cortigiana (1525)
Atto secondo
Scena ventiseiesima
Scena ventiseiesima
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Maestro Andrea, Messer Maco, Grillo e Zoppino.
- Maestro Andrea
- Siciliano, fa’ piacere a questo gintilomo: è una opera de misericordia.
- Messer Maco
- Maestro Andrea, volete voi la baia, o pur mi sono scambiato in questi panni?
- Maestro Andrea
- Tu parli sanese, perché i sanesi ogni Natale si fanno uno di cotesti saltimbarchi ricamati; oh, il gintil manigoldo!
- Messer Maco
- Adonque, non son io?
- Maestro Andrea
- Deh, vanne a le forche!
- Grillo
- Che tu trovi quel che tu cerchi, boiaccia!
- Messer Maco
- Deh, Grillaccio ladro, tu mi dileggi! Or da’ qua e’ mia panni, malandrino traditore!
- Maestro Andrea
- Fatti indietro, becco, pesadeos, vigliacco, che chiero matarti!
- Messer Maco
- Oimè, ch’i’ mi son perduto!
- Zoppino
- Dice uno che passa adesso adesso de qui, che ’l Governatore ha mandato uno bando che chi sapessi, avessi o tenessi un Messer Maco da Siena, che a pena del polmone lo riveli, perché gli è venuto a Roma senza bulettino.
- Messer Maco
- Oimè, ch’io son spacciato!
- Maestro Andrea
- Non dubitare; spoglia qui queste veste e mettiamole a questo facchino, e tu vestiti el saltimbarco e cosí trovandolo el Bargello lo appiccarà in tuo scambio.
- Messer Maco
- Impiccato, ah! Misericordia! A la strada, a la strada! Soccorretime, io son morto!
- Zoppino
- Tenetelo, tenetelo! Piglia, para! A la spia, al mariolo! Ah, ah, ah, ah!
- Maestro Andrea
- Di grazia, Grillo, corrigli dietro e rimenalo a casa e digli che abbiamo burlato seco per dare piacere a la Signora, perché a Roma s’usano queste burle. Perché gli è ben nato e qualcuno de’ suoi il porría avere per mal da noi.
- Grillo
- Andrò, perché me lo pare vedere come un barbagiannino e avere intorno tutti i banchieri fiorentini, ché i cicaloni ingrassano a queste coglionerie come fanno nel guadagno de le usure.