La Cortigiana (1525)/Atto quinto/Scena prima
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Pietro Aretino - La Cortigiana (1525)
Atto quinto
Scena prima
Scena prima
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Valerio, solo.
- Valerio
- Or mi sono io chiarito d’un gran forse. Se ’l padrone è meco in collera l’ho visto ne la fronte a tutta la sua famiglia, Oh, oh, oh, oh! È possibile che in Corte non si veggia volto se non finto? Io adesso adesso era tenuto quasi padrone e ognuno mi laudava per savio, da bene, liberale e adorato da tutti; e ora non mi conosce nissuno e ogni uomo dice la sua di me, e quelli ho sempre sempre favoriti e del mio aiutati, sono i primi a offendermi. E ’nsomma, le mura di queste stanze mi hanno vòlte le spalle. O felice Fortuna, tu hai pure de li amici, e tu, trista sorte, de inimici! Ma che farò io, chi mi consiglierà? Nissuno, so ben; ché s’io volessi affogarmi, che trovaria chi mi ligarebbe un sasso al collo? Orsú, che Dio è di sopra, e la ragion e la innocenzia può assai; e delibero conferire questo caso con monsignor di Ravenna, che pochi pari soi sono in Corte, e son certissimo che mi darà aiuto e consiglio fedelmente.