La Cortigiana (1525)/Atto quinto/Scena dodicesima

Atto quinto
Scena dodicesima

../../Atto quinto/Scena undicesima ../../Atto quinto/Scena tredicesima IncludiIntestazione 2 giugno 2008 75% Teatro

Atto quinto - Scena undicesima Atto quinto - Scena tredicesima

Parabolano e Rosso.

Parabolano
O notte beatissima, a me piú cara che a le ben nate anime l’aspetto del mirabil Dio! O mia benigna stella, qual mio merito t’inchina a farmi dono di cotanto tesoro? O fidel servo mio, quanto ti son io obligato!
Rosso
(Or cosí, lodami un poco!)
Parabolano
O angeliche bellezze de la fronte, del petto e de le mani, io ho da voi sí tosto a essere unico possessore, bocca soave, dove amore stilla le dolcissime ambrosie, non ti degnerai tu ch’io, che son tutto foco, immolli le mie indegne labia nelle dolcezze tue? O serene luci de la mia idea, non alluminarete voi la camera sí che vedere possa colei da cui la mia vita e morte depende?
Rosso
Questo è stato un gran proemio.
Parabolano
Non faccio mio debito a lodare la mia donna e il ciel di cotanto dono?
Rosso
Non, a mio giudizio, perché odio piú le femmine che l’acqua e ’l vino.