La Cortigiana (1525)/Atto quinto/Scena dodicesima
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Pietro Aretino - La Cortigiana (1525)
Atto quinto
Scena dodicesima
Scena dodicesima
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Parabolano e Rosso.
- Parabolano
- O notte beatissima, a me piú cara che a le ben nate anime l’aspetto del mirabil Dio! O mia benigna stella, qual mio merito t’inchina a farmi dono di cotanto tesoro? O fidel servo mio, quanto ti son io obligato!
- Rosso
- (Or cosí, lodami un poco!)
- Parabolano
- O angeliche bellezze de la fronte, del petto e de le mani, io ho da voi sí tosto a essere unico possessore, bocca soave, dove amore stilla le dolcissime ambrosie, non ti degnerai tu ch’io, che son tutto foco, immolli le mie indegne labia nelle dolcezze tue? O serene luci de la mia idea, non alluminarete voi la camera sí che vedere possa colei da cui la mia vita e morte depende?
- Rosso
- Questo è stato un gran proemio.
- Parabolano
- Non faccio mio debito a lodare la mia donna e il ciel di cotanto dono?
- Rosso
- Non, a mio giudizio, perché odio piú le femmine che l’acqua e ’l vino.