La Cortigiana (1525)/Atto primo/Scena nona
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Pietro Aretino - La Cortigiana (1525)
Atto primo
Scena nona
Scena nona
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Il Cappa, il Rosso, famigli di Parabolano.
- Rosso
- Il nostro padrone è il piú magnifico gaglioffo, el piú venerabile manigoldo e ’l maggior sciagurato che sia al mondo, e non è però tre anni che egli trottava alla staffa sí ben come noi facciamo seco.
- Cappa
- Io l’ho visto camariero d’una mula, e or non si degna toccar l’oro macinato con guanti, e si Domenedio lo servissi no ’l contentarebbe mai. E’ fa una galantaria con servitori: e’ piglia famigli a provarsi un mese l’un l’altro. In capo al mese il povero uomo s’ingegna servire el meglio che sa per rimanere seco et egli gli dice: «Tu non fai per me, perch’io ho bisogno d’un piú da straziare: se io ti posso fare piacer niuno, parla, ma tu non sei per me».
- Rosso
- Io so ciò che vuoi dire; a punto egli, con queste ribaldarie, è molto ben servito e non paga salario.
- Cappa
- È pur gran compassion quella d’un suo camariero che mette piú tempo in spogliarlo o vestirlo che non fa un giubileo con l’altro, e crepo di stizza quando il furfante si fa portare la carta da forbirsi il culo in un piatto d’argento, e prima si fa fare la credenza al servitore, ch’ei sia amazzato!
- Rosso
- E a la Messa il paggio tiene e’ sua paternostri, e quando n’ha detto uno, il paggio manda giú un paternostro e fa la reverenzia a la spagnola; cosí nel torre l’acqua santa il sopra detto ragazzo si bacia prima il dito; poi lo intinge ne l’acqua benedetta e al padron la presenta; il goffo ribaldo gli porge el dito e con gran cerimonia si fa el segno de la croce in fronte.
- Cappa
- O Cristo, io ne disgrazio il priore di Capua.
- Rosso
- Il grattar de’ piedi e pettinare di barba, e ’l lavarsi le mani, e ’l montare a cavallo non [usa] senza il maestro delle cerimonie.
- Cappa
- Vogliamo noi, una notte, dargli d’una accetta sul capo, al boia?
- Rosso
- Non già che no ’l meritassi, pur staremo a vedere qualche dí s’egli muta con noi verso; quando che no, qualche cosa serà.