La Cicceide legittima/I/CXXII
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Giovanni Francesco Lazzarelli - La Cicceide (XVII secolo)
CXXII
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Il medesimo appiggionato ad un Cortellinaro.
Al Sig. Conte Ronchi.
I
N quella stanza, ove acquistò sì chiaro Nome D. Ciccio, e titoli sì belli,
Ove si trattan mantici, e martelli
4Per man d’un miserabil Bottegaro;
Poichè per ricavarne alcun danaro,
Ei l’ha data in affitto ad un di quelli,
Che lavoran di lame di Cortelli,
8E d’altri arnesi simili d’acciaro.
Or, Conte, io ti confesso avanti a Dio,
Che in caso tal mi tribolo, e travaglio
11Del mal di lui, come se fosse il mio;
Che non può non sentir pena, e travaglio
Un tenero di cuor, qual mi son io,
14Nel veder i C.... vicini al taglio.