L'uomo delinquente/Parte ottava/III

Capitolo III. Rei latenti

L'uomo delinquente/Parte ottava/II L'uomo delinquente/Parte ottava/IV IncludiIntestazione 12 maggio 2012 75% Criminologia

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1. Le apparenze del delitto. — 2. Rei scienziati.


1. Come vi è il reo d’occasione, così vi è quello che nato delinquente non si manifesta tale, perché gli manca l’occasione, perché la ricchezza o la potenza gli diedero modo di soddisfare i pravi istinti senza urtar nel Codice. Io ne conobbi tre, con tutti i caratteri fisici e psichici del delinquente-nato, ma che l’alta Posizione sociale difese dal carcere. Uno di questi, avvocato, sposo a ricchissima signora, fratello di criminali e di epilettici, mi confessava: « Se non fossi stato ricco avrei rubato ». Ed un altro ricco, influente, con enormi mascelle, faccia glabra, fronte sfuggente, battendo, me presente, un contadino inerme che voleva giustamente impedirgli il passo nel proprio campo, diceva: « Oh non reagire; quando ero giovane mi chiamavano Galera, e non ci metto molto a buttarti a terra ». Altri dandosi a professioni equivoche, ma tollerate — usura, prostituzione — sfogano così istinti che mancando quelle sarebbero criminosi. Io vidi una ragazza, pazza morale, che rubava fin da bimba, anche senza scopo, cessare di rubare una volta datasi alla prostituzione. Non di rado è la politica, come altra volta la religione, che fa da valvola di sicurezza, ma più spesso dà vernice alla tendenza criminosa — e così si spiega come tipi assolutamente criminali non solo non abbiano commesso alcun reato, ma si sieno con abnegazione straordinaria dati alle fazioni politiche. Solo che la mancanza di senso morale si esplica in essi colle feroci condanne e persecuzioni quando dominano. Tutte le sommosse sono capeggiate da qualche criminale e hanno nelle file molti criminali. Il Governo di Cromwell, la Rivoluzione francese, i Ciompi di Firenze, la Comune di Parigi furono caratterizzati dall’affluenza di delinquenti nelle loro file. Tipico il caso di Sgric, nato a Firenze nel 1853. Frequentò le scuole, di dove veniva continuamente espulso; a 14 ammesso fra i corrigendi, restò due anni. Imbarcato poi su nave mercantile viaggiò la maggior parte della sua giovinezza. Annoiato al fine della vita di bordo, cominciò a pensare a riforme politiche che conglobavano verso il comunismo. Abbandonò la vita di bordo, si impiegò a Firenze come commesso. Si affigliò a una setta sperando di realizzare più presto i suoi sogni politici, ma scoraggiatosi tentò suicidarsi. Ricoverato da un suo zio, ferì con un colpo di rasoio lui e la moglie. Nei suoi discorsi come nei suoi scritti primeggia sempre l’idea di riformare la società che secondo lui è vile e ipocrita. La convinzione e la volontà non gli mancavano di essere un grande riformatore, gli mancava il genio. Dato questo e un’epoca propizia egli sarebbe stato un riformatore alla cui criminalità ed epilessia nessuno avrebbe pensato. La criminalità non appare certo nei geni politici ai nostri occhi, il più delle volte perché è celata o mascherata dal successo od è trasformata perché l’occupazione o la preoccupazione politica sfoga, equilibra e distrae l’impulso criminoso.
2. Rei scienziati. — Un’altra trasformazione è data dall’occupazione scientifica. Io ho, mio malgrado, dovuto dimostrare che il genio (vedi Uomo cii Genio, Bocca, Torino) è una varietà epilettoide della pazzia morale e quindi è naturale che si accompagni assai spesso con quella mancanza di affettività e coll’impulsività crudele che è propria dei criminali. George Sand diceva: « Io i grandi uomini vorrei vederli solo in Plutarco. Là non fanno soffrire alcuno. Finché vivono sono: persecutori, fanatici, dispotici ».
Bulwer maltrattava a morsi ed insulti la moglie. Bacone adopera la sua eloquenza a far condannare il primo e più caldo dei suoi benefattori. La condotta di Napoleone I colla moglie, coi fratelli e coi popoli che a lui si affidarono, è d’uomo senza morale. Chi assiste del resto nelle Accademie, o nelle Facoltà universitarie, ad una accolta di uomini, che non sieno pur geniali, ma solo eruditi, si accorge subito che il pensiero dominante è il reciproco disprezzo, e l’odio anzi contro l’uomo di genio o chi si avvicina. Il genio a sua volta sprezza tutti e si offende delle lodi fatte agli altri come di un biasimo diretto a lui stesso. Lisfranc chiamava brigante il collega Depuytren, Thompson diede perfino uno schiaffo a Chassaignac. Il genio scientifico si esplica solo eccezionalmente nel male, perché trova proprio una trasformazione, una occupazione degli impulsi nel proprio lavoro. Succede certamente ad essi come agli ascetici o alle vecchie galanti che trasformano le tendenze carnali fondendole completamente ed usurandole nel tempo stesso nelle religiose. Ma una gran parte di costoro, certo quasi tutti i rei politici, non si trasformano, ma continuano nella vita criminosa, la quale non viene a galla, non è punibile e non è punita perché è protetta dalle loro persone, perché la denuncia tornerebbe a pericolo delle vittime. Qui si tratta di rei-nati, ma che la società così come è costituita protegge e non permette di punire.