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Wikipedia

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Ipertesti nella rete Norme e pratiche

Nonostante abbiano alle spalle una storia ultradecennale, i wiki hanno acquisito ampia visibilità all’esterno di una ristretta schiera di appassionati piuttosto recentemente, sulla scia del fenomeno Wikipedia. Nel giro di sette anni questa enciclopedia online ha raggiunto il quattordicesimo posto nella graduatoria mondiale di Alexa per richieste, superando fra gli altri il sito della Biblioteca del Congresso statunitense (dal 2003-12) e dell’ Encyclopædia Britannica (dal 2003-06), diventando l’enciclopedia online più consultata al mondo 1. Wikipedia è entrata nella top 500 di Alexa nell’ottobre 2004 e per la prima volta nella top ten giornaliera il 12 novembre 2006. La crescita più consistente è di questi ultimi due anni: fra l’ottobre 2005 e 2006 le richieste HTTP a Wikipedia sono quadruplicate, con un picco evidente a cavallo fra il dicembre 2005 e il gennaio 2006 in cui ricevette ampia copertura mediatica per il caso Seigenthaler e la bagarre Nature/Britannica [infra §3.2.1]2 Il servizio ranking.com ridimensiona la popolarità di Wikipedia attestandola al 21º posto, sebbene mantenga il primato nella sua categoria3. Un’altra società che si occupa di analisi del traffico Web, Quantcast, stima in oltre dieci milioni il numero di visitatori di Wikipedia negli Stati Uniti nel solo mese di novembre 2006 [infra §3.3].

Wikipedia si definisce una "enciclopedia libera" che chiunque può modificare, purché permetta agli altri di fare altrettanto, rispettando il copyright altrui e rilasciando quanto scrive sotto un’unica licenza [infra §2.2.1.3] per tutti i testi scritti, e una serie di licenze per i file multimediali [infra §2.3.3]. Wikipedia ha la duplice natura di progetto dagli intenti enciclopedici gestito da una società no-profit [infra §2.3] e comunità online di volontari indipendenti, che si occupano della scrittura delle voci e della gestione quotidiana del sito a titolo gratuito [infra §3.3]. Ha inoltre forti legami con il mondo del software libero / open source a cui apertamente si ispira e da cui viene supportata, usandone licenze, software e modelli di sviluppo [infra §2.2].

Dato che si propone come progetto enciclopedico e comunità, un modo per misurarne l’attività interna è tramite il numero di voci enciclopediche (estensione) e il numero di utenti attivi (autori), mentre la frequenza di consultazione è data dalle visite al dominio wikipedia.org. Il compito è facilitato dai sistemi statistici automatici di MediaWiki e dalla disponibilità di dati più approfonditi basati su dump4 dell’intero database dal 2001 ad oggi, predisposti dalla Fondazione Wikimedia in un sottodominio dedicato del suo sito5. Nelle tavole 1-3 in Appendice [infra §A] potete osservare la crescita di entrambi i parametri, che approfondirò in seguito [infra §3.3] insieme alle stime sul numero e le caratteristiche dei visitatori. Nota nella sua forma attuale di enciclopedia completamente aperta alle modifiche anche anonime, la storia di Wikipedia inizia però da un’idea più formale, seppure innovativa, di enciclopedia: il progetto Nupedia.

Nupedia

L’imprenditore internet Jimmy Wales inizia a pensare ad un’enciclopedia collaborativa gratuita nel 1999. Nel gennaio 2000 risponde ad una e-mail dell’allora dottorando in filosofia Larry Sanger proponendogli di diventare caporedattore del progetto. Sanger accetta e all’inizio di febbraio giunge a San Diego, California, sede della Bomis per iniziare a lavorare a Nupedia. Bomis è una dot-com incentrata su un portale di ricerca basato su webrings fondato da Wales nel 1996, di cui rimarrà amministratore delegato fino a che gli subentra Tim Shell nel 2006 6. Eccettuata la scrittura delle voci enciclopediche su modello del software open source, Wales concede a Sanger carta bianca sulle decisioni principali nella gestione del progetto [Sanger 2005-04-18]. All’avvio del progetto iniziano ad affluire i primi collaboratori volontari, che inviano i propri contributi ad una mailing list dedicata, mentre il numero di salariati impiegati da Bomis per il progetto è minimo: Liz Campeau gestisce per sei mesi fra il 2000 e il 2001 l’ingaggio di nuovi collaboratori mentre il sysadmin 7 della Bomis Jason Richey e il programmatore Toan Vo si occuperanno della transizione dalla mailing list ad un sistema di pubblicazione via Web nel dicembre 2000, appena prima del debutto di Wikipedia [Sanger 2005-04-18].

Nel marzo del 2000 Nupedia debutta sul Web 8, autodefinendosi open content ed adottando una licenza ad hoc denominata Nupedia Open Content License9 che manterrà fino al gennaio 2001 10, in cui permette la libera ridistribuzione dei contenuti delle voci enciclopediche a condizione che sia citata la fonte e che venga usata la medesima licenza anche per le opere derivate: «[c]hi conosce il movimento "open source" nello sviluppo del software — si legge nella pagina introduttiva al progetto nell’aprile 2000 — può comprenderne immediatamente le straordinarie implicazioni»11. Nupedia si affidava alla posta elettronica per l’invio dei contributi (dalla primavera all’autunno 2000) e per mantenere i contatti fra i membri della comunità: il processo editoriale si componeva in sette passi, descritti chiaramente nelle Nupedia.com Editorial Policy Guidelines12. Dopo l’(1) assegnazione di un articolo ad un collaboratore (writer) da parte di un redattore (editor), l’articolo era (2) assegnato ad un revisore capo per la (3) prima revisione in forma di "blind review". La bozza risultante era (4) sottoposta a revisione paritaria dei gruppi dedicati al tema per (5) eventuali modifiche, che dovevano essere (6) approvate dal redattore in materia (subject editor) e dal revisore capo per (7) passare infine al gruppo dei correttori di bozze, che provvedeva alla correzione grammaticale, alla conversione in XML, e infine alla pubblicazione dell’articolo sul database di Nupedia. Solo i correttori di bozze (copyeditor) modificavano il database durante il processo editoriale e solo all’ultimo passaggio avveniva la pubblicazione mentre l’invio dei contributi e i contatti fra i membri della comunità di Nupedia avvenivano tramite la mailing list del progetto.

Per approvare questo processo editoriale, Sanger costituisce nell’estate del 2000 una commissione consultiva (Advisory Board) composta da specialisti e professori scelti fra le fila dei redattori. Affidabile ma lenta, la procedura a sette passi porterà al completamento di soli 25 articoli nell’inverno del 2001, inducendo lo stesso redattore capo ad ammettere13 che si trattava di un processo «eccezionalmente rigoroso», intricato, inefficiente e superfluo considerando la competenza dei collaboratori esperti. Già nell’autunno del 2001 la lentezza nella redazione delle voci porta Sanger e Wales a cercare soluzioni in cui i volontari non specialisti potessero contribuire in maniera più diretta. Sanger propone un processo editoriale più snello (almeno tre passi al posto di sette), rifiutato da Wales per gli all’epoca alti costi di ingaggio di nuovi programmatori necessari allo sviluppo del software necessario. Come alternativa semplice e poco onerosa, Sanger viene a conoscenza di WikiWikiWeb [supra §1.3.1] descritto dall’amico Ben Kovitz durante una cena in un ristorante messicano il 2 gennaio 2001, e subito dopo propone a Wales di adottare un motore wiki per scrivere le voci su Nupedia. Entrambi cauti riguardo all’adattabilità del modello wiki ad un progetto enciclopedico, Wales e Sanger vogliono usarlo per supportare la produzione di bozze da passare successivamente attraverso il processo editoriale di Nupedia. Il 10 gennaio Nupedia si dota così del software UseModWiki (v. 0.90) <w:en:History_of_Wikipedia>, ma il suo utilizzo incontra il veto della commissione consultiva, preoccupata delle conseguenze riguardo ad attendibilità delle informazioni e strutturazione dei contenuti. Il wiki viene così usato in un progetto separato ma complementare, chiamato Wikipedia [Sanger 2005-04-18].

Il 12 e il 13 gennaio 2001 vengono registrati i domini wikipedia.com e wikipedia.org. Il 15 wikipedia.com è online e inizia a raccogliere collaboratori e i primi contributi. Sanger afferma che le voci su Wikipedia più che raddoppiarono fra la fine di gennaio e marzo (da 600 a 1.300) per poi aumentare di un migliaio il mese successivo fino ad arrivare a 3.900 nel maggio 2002 [Sanger 2005-04-18]. I dati ufficiali [tabella 114] di Wikimedia differiscono da quanto affermato da Sanger, sostenendo però che «i valori dei primi mesi sono bassi»: considerando solo le sole voci con più di 200 caratteri in tutte le lingue, si passa dalle 144 voci del febbraio 2001 giungendo a 1.300 solo nel maggio 2001. Un anno dopo saranno 38.000 e due anni dopo 192.000.

Tabella 1: Voci di Wikipedia in tutte le lingue con più di 200 caratteri e collaboratori nei mesi del 2001, con incrementi percentuali. Fonte: Wikimedia Foundation, <http://stats.wikimedia.org/IT/TablesWikipediaZZ.htm>.
mese voci significative collaboratori registrati
2001 gen 14     10    
feb 144 +130 +928,57% 17 +7 +70,00%
mar 565 +421 +292,36% 37 +20 +117,65%
apr 828 +263 +46,55% 45 +8 +21,62%
mag 1.300 +472 +57,00% 62 +17 +37,78%
giu 1.800 +500 +38,46% 68 +6 +9,68%
lug 2.600 +800 +44,44% 124 +56 +82,35%
ago 3.900 +1.300 +50,00% 157 +33 +26,61%
set 6.200 +2.300 +58,97% 222 +65 +41,40%
ott 9.800 +3.600 +58,06% 282 +60 +27,03%
nov 13.000 +3.200 +32,65% 335 +53 +18,79%
dic 16.000 +3.000 +23,08% 422 +87 +25,97%

La scelta ricade sul top level domain com, dedicato alle società a scopo di lucro, poiché si pensava di raccogliere i soldi necessari a coprire il salario di Sanger e i costi di servizio tramite inserzioni pubblicitarie. La sola possibilità che un giorno Wikipedia avrebbe potuto avere pubblicità nelle sue pagine portò al primo fork15 importante di Wikipedia il 26 febbraio 2002: il nuovo progetto copiò le voci del progetto in lingua spagnola e assunse il nome di Enciclopedia Libre Universal en Español, ospitato presso i server della Universidad de Sevilla. A nulla valse l’appello di Sanger [2002-02-27] ai defezionisti, in cui sosteneva che grazie alla libertà di commercializzazione dei lavori coperti dalla GNU FDL adottata dalla stessa Enciclopedia Libre , l’uso di pubblicità in un mirror non era affatto esclusa: chiunque avrebbe potuto creare una copia dell’ Enciclopedia Libre e riempirla di pubblicità nel pieno rispetto della licenza. Ciò non toglie che la pubblicità nel progetto originale sarebbe stata cosa ben diversa, e nelle motivazioni dell’Enciclopedia Libre tradotte in inglese su Wikipedia16 il timore maggiore era che la Bomis potesse lucrare sul lavoro dei volontari, timore avvalorato dalla mancata promessa di escludere qualsiasi inserzione pubblicitaria sul progetto in lingua spagnola. Wales avrebbe escluso qualsiasi ipotesi di inserzione pubblicitaria solo qualche mese più tardi, quando ormai il fork era compiuto17.

Se la questione della pubblicità era stata così accantonata, i problemi di Bomis non lo erano affatto: la dozzina di impiegati di fine 2000 si ridusse ai 4 o 5 originari all’inizio del 2002. In gennaio lo stipendio di Sanger fu dimezzato, inducendolo a lasciare Bomis in febbraio 18 . Nupedia soffriva l’ascesa di Wikipedia, cui Sanger era costretto a dedicarsi maggiormente. Intanto su Nupedia la commissione consultiva si era decisa a ridurre il processo editoriale a due soli passi, su modello delle riviste scientifiche: approvazione dell’articolo da parte del redattore e controllo del revisore. Passo importante ma tardivo, la revisione arrivò quando Bomis non aveva né i soldi né la volontà di proseguire il progetto Nupedia, dato che Wikipedia si proponeva come un’alternativa più economica e promettente. La possibilità di una sponsorizzazione esterna non fu intrapresa, e Sanger si rese disponibile ad acquistare in blocco il progetto da Bomis per poi guidarlo personalmente e cercare gli sponsor necessari 19 , ma Wales rifiutò. Nupedia venne lasciata alla deriva fino a che il server smise di funzionare [Sanger 2005- 04-18, 2005-04-19] fra l’8 agosto, data dell’ultima registrazione utile dell’Internet Archive 20 , e il 3 ottobre, quando è registrato il primo avviso di malfunzionamento.

Con circa 2.000 iscritti alla mailing list di Nupedia, più di venti articoli e 150 circa in corso di lavorazione, termina la convivenza fra Nupedia e Wikipedia. Quella che doveva essere una sorta di fabbrica di bozze per Nupedia mette in ombra definitivamente il progetto genitore e Wikipedia ne esce vincitrice, annettendo gli articoli di Nupedia e attirando diversi suoi collaboratori. Se Sanger può sottolineare [2005-04-19] l’apporto dei nupediani a Wikipedia, lo scambio fra i due progetti mancò di reciprocità. Nonostante chiunque potesse collaborare a Nupedia, la macchinosità del processo editoriale disincentivava la partecipazione in favore dell’affidabilità delle voci. Al contrario Wikipedia, volendo seguire il modello di sviluppo del software libero dove l’aumento di sviluppatori e utenti è direttamente proporzionale alla qualità dei programmi, sceglie l’allargamento indiscriminato della base di collaboratori, attirati dall’estrema apertura dell’approccio wiki. Sosterrò di seguito [infra §4.1] quanto il parallelo con il software libero / open source sia utile per capire la cultura della comunità di wikipediani, ma sia invece fuorviante quando si valutano le differenze fra la scrittura di voci enciclopediche e la programmazione di software. Per evidenziarne le contiguità, nel prossimo paragrafo introdurrò questa galassia di esperienze di sviluppo collaborativo del software cui Wikipedia attinge metodi e pratiche, accennando alla storia del Progetto GNU e dello sviluppo del kernel Linux, per passare infine alle licenze Creative Commons, che traspongono ad un più vasto insieme di opere creative i princìpi del software libero. Proseguirò con la storia recente di Wikipedia alla fine del capitolo 21.

Influenze

Nupedia trasse ispirazione, metodi di lavoro, strumenti e licenze dall’esperienza del movimento del open source, cui si rifà direttamente nella Nupedia Open Content License [supra §2.1]. Una definizione precisa di open source non può prescindere dal termine free software da cui si è distinto nel 1997 a seguito di divergenze ideologiche sorte durante il tentativo di slegare la gratuità implicita nell’aggettivo free alla libertà di accesso e modifica del sorgente. A seconda del proprio interlocutore si possono usare i due termini come sinonimi oppure marcarne le differenze ideologiche. Un’alternativa per mantenersi neutrali rispetto alle due correnti del movimento è usare l’acronimo FLOSS (Free/Libre Open Source Software) [Stallman 2004-05- 27]. In queste pagine per semplicità userò più spesso la traduzione italiana di free software, software libero, che ha il pregio di risolvere l’ambiguità dell’inglese riguardo gratuità e libertà, ponendo l’accento sulla seconda e, per semplificare, tratterò open source come un sinonimo di software libero, senza soffermarmi sulle differenze fra le due ali del movimento 22.

Software libero

Sebbene la tradizione di sviluppo del software contraddistinta da sviluppo collaborativo trasparente e pubblicità dei sorgenti possa ricadere sotto il nome di software libero, includendo retrospettivamente molte delle esperienze alla base dello sviluppo di Internet 23, in questo capitolo tratterò brevemente la storia del movimento per il software libero, avviato da Richard Stallman nei primi anni Ottanta del secolo scorso come alternativa agli accordi di non- diffusione del software proprietario. Stallman era ricercatore al Laboratorio di Intelligenza Artificiale del MIT dal 1971, dove contribuì allo sviluppo del sistema operativo ITS (Incompatible Timesharing System) fino a che nel 1982 «i sistemisti decisero di utilizzare il sistema timesharing non libero della Digital piuttosto che ITS» su un nuovo PDP-10 24. Il ritiro dalla produzione del modello e il passaggio di diversi ricercatori alla società commerciale Symbolics nel 1981 vanificarono i 15 anni spesi su ITS, mentre Stallman si vide tagliato fuori dallo sviluppo del linguaggio di programmazione LISP, migrato dal laboratorio universitario all’azienda.

Per Lawrence Lessig [2004, 256] l’abbandono della pratica dello sviluppo libero del software in favore di un più stretto controllo del codice fu una risposta ad un mutamento nell’architettura commerciale: all’aumentare della portabilità dei programmi, esercitare uno stretto controllo su di essi iniziò a venire percepito dai produttori come vantaggioso al contrario di quando il software era strettamente legato all’hardware della macchina. In questo modo, i calcolatori dell’epoca arrivarono a disporre esclusivamente di sistemi operativi proprietari che richiedevano agli utilizzatori l’accettazione di accordi di non diffusione, restringendo la distribuzione dei binari 25 e impedendo libere modifiche ai sorgenti.

Per invertire questa tendenza a suo avviso liberticida e antisociale, Stallman inizia a sviluppare un sistema operativo chiamato GNU, acronimo ricorsivo per GNU’s Not Unix. Abbandona il suo incarico al MIT per evitare che l’università possa «rivendicare la proprietà del lavoro» ed «imporre i propri termini di distribuzione» su GNU, ma ottiene il permesso di continuare ad usare l’attrezzatura del laboratorio per programmare. Torvalds sostiene che le ragioni di Stallman «non erano tanto anticommerciali, quanto antiesclusione»: il suo intento era di ricostruire la comunità di liberi sviluppatori cui aveva fatto parte al laboratorio IA del MIT piuttosto che scrivere semplicemente software migliore di quello proprietario, tanto che Stallman sostiene che «[a]nche se GNU non avesse avuto alcun vantaggio tecnico su Unix, avrebbe avuto sia un vantaggio sociale, permettendo agli utenti di cooperare, sia un vantaggio etico, rispettando la loro libertà».

Un sistema operativo è formato da diverse componenti, fra cui il kernel è solo il più importante: per creare un’alternativa portabile e simile al popolare Unix, Stallman accetterà anche donazioni di macchine con installato quel sistema operativo proprietario per poterne agilmente sostituire i suoi componenti «pezzo per pezzo» con software libero già pronto 26 , come il formattatore di testo TeX, oppure scrivendone di nuovo, come l’editor di testo GNU Emacs sviluppato dallo stesso Stallman. Tra la fine del 1984 e il 1985 Emacs è pronto e liberamente disponibile in FTP anonimo dal computer che Stallman utilizza al laboratorio IA del MIT. Per racimolare qualche soldo, Stallman affianca alla distribuzione gratuita su Internet una distribuzione commerciale del medesimo software via posta per 150 dollari a copia [Stallman 2002a, 12, 14-16, 18-20, 25-26; Torvalds 2001, 213-214].

Per raccogliere finanziamenti e portare avanti il progetto GNU, nel 1985 nasce l’organizzazione senza fini di lucro Free Software Foundation. Il team della FSF si concentra sullo sviluppo della C library di GNU (Roland McGrath) e della shell Bash (Brian Fox) mentre Stallman contribuisce con «il compilatore GNU, GNU Emacs, GDB, GNU Make». Questi programmi iniziano ad essere utilizzati anche «sulle varie versioni di Unix, incompatibili tra loro, e talvolta anche su altri sistemi». La diffusione «rese tali programmi molto più potenti e attirò finanziamenti e collaboratori al progetto GNU» ma sottrasse tempo e risorse allo sviluppo del kernel, su cui il team iniziò a lavorare solo nel 1990. A differenza dei sistemi Unix che implementavano un kernel monolitico, GNU sceglie il microkernel 27 Mach della Carnegie Mellon University, su cui dovrà girare il sistema di servizi server Hurd ("herd of gnus": mandria di gnu). Ma lo sviluppo di GNU Hurd si impantana in fase di debugging, e procede talmente a rilento che a 16 anni di distanza non è ancora stata rilasciata alcuna versione stabile [Stallman 2002a, 23-24, 29-31].

I sistemi operativi basati su GNU oggi funzionano grazie ad un kernel monolitico chiamato Linux, sviluppato indipendentemente da Linus Torvalds nel 1991 usando i programmi del progetto GNU, fra tutti il compilatore gcc e sostituendo "pezzo per pezzo" le funzioni principali di un sistema operativo chiamato Minix, in modo non dissimile da ciò che stava facendo il progetto GNU con Unix. Nello sviluppo di ciò che sarebbe diventato GNU/Linux, è stato uno sviluppatore indipendente dallo staff del progetto GNU a completare con un elemento fondamentale un sistema operativo in costruzione. Ma in che modo Linus Torvalds ha potuto sfruttare il lavoro del sistema operativo GNU completandolo? Il fulcro del modello di sviluppo del software libero è la licenza: se le aziende di software proprietario scrivevano gli EULA 28 per tutelare la segretezza dei propri programmi vincolandone la distribuzione e l’uso, la FSF si dota nel 1989 della GNU General Public License per tutelare la pubblicità dei sorgenti e una maggiore libertà di distribuzione rispetto al software proprietario di cui capovolge gli assunti, pur rimanendo all’interno delle leggi sul copyright.

GNU/Linux

Nel 1990 Linus Torvalds finì il servizio di leva nell’esercito finlandese per iniziare il secondo anno di corso all’Università di Helsinki. L’università si dotò in quell’anno di un MicroVAX con sistema operativo DEC Ultrix e licenza per 16 utenti su cui partecipando alle lezioni di «C e Unix» Torvalds ebbe modo di appassionarsi alla «semplicità del design di Unix» iniziando a leggere il manuale Sistemi operativi: progettazione e implementazione di Andrew Tanenbaum. Torvalds dal 1987 programmava su un Sinclair QL 29 ma nel gennaio 1992, tentato dai nuovi processori x86 30 , lo sostituisce con un clone 386 AT, il suo primo PC, su cui non vede l’ora di provare un sistema operativo Unix-like. Sceglie MINIX, sviluppato per uso didattico 31 dallo stesso Tanenbaum ma, non soddisfatto dell’emulazione di terminale 32 , inizia a scriverne un sostituto in assembly. Impara così l’architettura 386 a 32 bit, e intanto accresce a dismisura le funzioni del programma, fino a trasformarlo nel suo «gnu-emacs dei programmi di emulazione di terminale [...] un tour de force di programmazione con molte più funzioni di quelle necessarie»: non solo legge la posta e Usenet ma vi aggiunge driver per disco e filesystem, avvicinandone sempre più le funzionalità ad un sistema operativo. Implementa gli standard POSIX e intanto ottiene uno spazio FTP da un assistente alla Helsinki University of Technology conosciuto su comp.os.minix 33 , Ari Lemke. Il 25 agosto 1991 annuncia di aver portato con successo i primi fondamentali programmi del progetto GNU (la shell Bash e e il compilatore GCC) sul nascente kernel, e il 17 settembre può così pubblicarne la versione 0.01 nella subdirectory pub/OS/Linux sullo spazio FTP donato da Lemke. La versione 0.02 fu rilasciata ad inizio ottobre, la 0.03 a novembre 1991. Intanto iniziano a giungergli i primi suggerimenti, richieste di funzionalità e segnalazioni di errori da parte della comunità Minix, che comincerà a mostrare ancora più interesse quando nella versione 0.12 del gennaio 1992 Torvalds implementerà su richiesta di un utente tedesco con poca RAM il page-to-disk 34 , funzionalità assente nel sistema operativo di Tanenbaum. A quel punto, rassicurato dalla relativa notorietà del kernel e della disponibilità del suo codice, Torvalds decide di rilasciare il kernel Linux sotto licenza GNU GPL, riconoscendo in questo modo l’apporto del software GNU nel suo sviluppo. Nasce così il sistema operativo GNU/Linux, più spesso conosciuto con il nome del solo kernel 35.

Il 5 febbraio 1992 Linus Torvalds accetta di parlare al «decimo anniversario del Netherlands Unix User Group» a Ede. Nella primavera del 1992 Orest Zborowski porta su Linux l’ambiente grafico X windows del MIT, e Torvalds porta ottimisticamente il numero di versione a 0.95. L’introduzione del networking allontana però di due anni la versione 1.0 del kernel Linux. La comunità di utenti di Linux apre prima il newsgroup Usenet alt.os.linux il 19 gennaio 1992 36 , e il 31 marzo comp.os.linux 37 . Di pari passo all’affermazione di Linux, Torvalds diverrà il volto del movimento del software libero, da cui inizieranno a nascere diverse società commerciali sull’onda del successo di Linux. Una delle prime a gettarsi nel business Linux è la Red Hat, che l’11 agosto 1999 debutta sul NASDAQ partendo sotto i 20 dollari e arrivando a 35 alla fine della prima giornata di contrattazioni. Dato che la società gli aveva dato delle sue stock option vincolate per 180 giorni, Torvalds arrivò a ritrovarsi mezzo milione di dollari in azioni dalla mattina alla sera, un milione grazie allo split delle azioni. L’IPO di VA Linux 38 seguì il 9 dicembre 1999, partendo da 300$ per azione per poi cadere in picchiata, trascinata dall’andamento generale del comparto. Oggi vi sono diverse distribuzioni commerciali di Linux, fra cui la tedesca SuSE, Fedora (che ha raccolto l’eredità della distribuzione Red Hat), la francese Mandriva (in origine Mandrake), la più recente Ubuntu ed altre. Resistono molto bene anche distribuzioni storiche come Slackware 39 e Debian 40 , entrambe rilasciate nel 1993 ma che vantano ancora un nutrito seguito di sostenitori non limitato ai soli puristi del movimento [Torvalds 2001 p. 62, 68, 71-73, 80, 98-99, 101-104, 106, 109, 112-113, 117, 134-136, 190- 194].

General Public License

Le licenze allegate al software, così come i termini di servizio (TOS), sono dei documenti che indicano diritti e doveri degli utenti e le prerogative dei fornitori del software o del servizio. Solitamente questi documenti non vengono neppure letti dagli utenti e, nonostante siano scritte principalmente da legali, queste condizioni o licenze sono spesso illegittime o troppo sbilanciate in favore del produttore 41 . Le licenze sono uno strumento reso disponibile dalla legislazione sul copyright, i cui scopi sono descritti efficacemente in un’analisi sottoposta alla Corte Suprema statunitense nel caso Eldred contro Ashcroft 42 da alcuni economisti:

«In parole semplici, il copyright concede un monopolio nella distribuzione e vendita di un'opera e di certe nuove opere su di essa basate. [...] Nelle opere creative senza protezione legale, un autore non può impedire agli altri di appropriarsi dei frutti dell'investimento iniziale»
(Akerlof et. al 2002, 3-4, tr. mia.)

Lo Stato tutela questa esclusiva 43 al fine di incentivare la creazione di nuove opere. Nel febbraio 1989 44 la Free Software Foundation decide di usare questo monopolio legale sui propri programmi per imporre una propria licenza denominata GNU General Public License, con lo scopo dichiarato di garantire la libertà di creazione e commercializzazione di opere derivate o dell’opera così com’è. Ribaltando le tipiche condizioni delle licenze restrittive, a cui preferisce lo «sviluppo di una ecologia del codice» [Lessig 2004, 256] la licenza viene comunemente chiamata copyleft o «permesso d’autore» (Stallman). Agli utilizzatori sono consentiti l’uso in un numero indefinito di copie dei programmi così licenziati, modifiche e distribuzione con o senza fini di lucro, a patto di rendere disponibili i sorgenti e rilasciare il software e le sue versioni modificate sotto la medesima licenza. Tale vincolo di reciprocità 45, codificato nel testo della licenza GNU GPL, porta ad una diffusione epidemica della licenza: se il riutilizzo di sorgenti altrui è utile a ridurre i tempi di sviluppo, e se il codice sorgente GNU GPL deve essere sempre disponibile, il software rilasciato con questa licenza sarà sempre aperto all’integrazione reciproca [Berra-Meo 2006, 109; supra §2.2.1.1].

Anche se scritta dalla FSF, qualsiasi sviluppatore o compagnia può decidere di adottare la licenza. Chi lo fa concede ad altri sviluppatori la possibilità di creare liberamente opere derivate, vincolandoli alla reciprocità tramite la legge sul copyright. In questo modo il contributo altrui rientra nel processo creativo e ciò che lo sviluppatore iniziale perde in controllo, lo guadagna in sviluppo. Dato che il sorgente è disponibile a chiunque, c’è sempre il pericolo che free riders si approprino del lavoro, ignorino l’obbligo esercitato tramite la legge sul copyright e non pubblichino le loro modifiche trasformandolo in software proprietario. Torvalds replica a questa eventualità bollandola come una soluzione senza futuro, perché «sono le persone che rispettano il copyright [...] quelle che lo migliorano. Al contrario le persone che non rispettano la GPL non potranno avvantaggiarsi degli aggiornamenti» [Torvalds 2001, 118]. La seconda versione della GNU GPL fu stilata nel giugno 1991 46 e rimane a tutt’oggi la più diffusa mentre è attualmente (fine 2006) in corso la stesura e la discussione della terza versione della licenza, chiamata ad adattarsi ai numerosi cambiamenti intercorsi negli ultimi quindici anni, a partire dalla crescita nella distribuzione del software via Internet anche tramite filesharing (ad es. BitTorrent) 47.

Free Documentation License e GNUpedia

La Free Documentation License (GNU FDL o GFDL) è stata pensata dalla FSF come complemento alla GNU GPL in campo di documentazione 48 . La prima versione revisionata della GNU FDL è la 1.1 del marzo 2000, seguita dalla 1.2 del novembre 2002. A differenza della GNU GPL, la GFDL ha incontrato accese critiche sin dentro la comunità del software libero: le più note sono quelle degli sviluppatori del progetto Debian, la più importante distribuzione GNU/Linux di un’organizzazione senza fini di lucro (SPI inc.), che ritengono la presenza di sezioni non modificabili una violazione dei princìpi del copyleft. Stallman non ha mai esitato a difendere a spada tratta la licenza e nel 2003 ha defenestrato lo sviluppatore capo del progetto GNU Hurd Thomas Bushnell, colpevole di aver sostenuto più volte la sua contrarietà alla licenza sebbene ricoprisse una posizione di primo piano nel progetto GNU 49 . Dal 26 febbraio al 12 marzo 2006, il voto di 369 sviluppatori del progetto Debian 50 ha approvato l’inclusione condizionatamente libera di documentazione GNU FDL nel progetto, a patto che siano stralciate le sezioni non modificabili, oggetto della disputa. Il 16 marzo l’annuncio ufficiale sana così l’annosa controversia fra FSF e Debian sulla questione.

Sebbene la Free Documentation License sia stata pensata per facilitare la scrittura e l’aggiornamento di manuali liberi per il software libero, garantendo che restassero tali [Stallman 2002a, 37-38], la discussione della prima versione alla fine del 1999 è parallela all’annuncio di Stallman di una Enciclopedia Universale Libera o GNUpedia [Stallman 1999], in cui l’uso della GFDL avrebbe dovuto confermare la validità del permesso d’autore anche in campi diversi dallo sviluppo software. Stallman pone particolare attenzione ai libri di testo [Stallman 2002b, 84-85] sostenendo la necessità di sottrarne il monopolio agli interessi di poche aziende che impediscono la ridistribuzione delle proprie pubblicazioni, profilando un movimento simile a quello del software libero che promuova un’alternativa alla mercificazione degli strumenti di apprendimento.

Stallman sostiene che una tale enciclopedia libera sarà scritta sul web da volontari, senza alcuna organizzazione responsabile dei contenuti e della pubblicazione che possa ostacolarne lo sviluppo decentralizzato. I migliori elaborati degli studenti e le lezioni degli insegnanti potranno diventare articoli dell’enciclopedia, coprendo man mano «l’intera gamma della conoscenza» in uno sviluppo cumulativo e inizialmente disordinato, in cui il proselitismo viene prima della catalogazione degli articoli già scritti che avverrà solo con una base sufficiente di collaboratori ed articoli. Data l’assenza di limiti di spazio, saranno benvenute voci tipiche delle enciclopedie specialistiche, ma non potranno essere inclusi testi non enciclopedici quali «relazioni accademiche, dettagliati database statistici, servizi giornalistici, narrativa e arte, vaste bibliografie e cataloghi di prodotti». Universalità dell’accesso e libertà di citazione saranno garantite al pari della libertà di traduzione mentre ispirandosi alla «missione di archiviazione che le biblioteche intraprendono oggi» saranno legalmente consentite la copia e l’archiviazione di singoli articoli o dell’intera enciclopedia 51 , in modo da tutelarne la produzione decentrata e l’indipendenza tramite la ridondanza dei suoi contenuti su Internet, in cui ogni nodo che ne ospiterà i contenuti sarà come una biblioteca che conserva una copia dell’enciclopedia.

Stallman rifiuta qualsiasi comitato centrale che approvi la pubblicazione degli articoli sull’enciclopedia, assecondando invece la coesistenza di più punti di vista organizzati in diversi gruppi, valutati per il loro contributo. Dato che una simile precauzione da sola non garantisce l’attendibilità delle voci enciclopediche, ritiene necessario un sistema di revisione paritaria di tipo accademico, affiancato ad un sistema di approvazione informale: in entrambi i casi, solo una specifica versione dell’articolo, e non le sue successive modifiche, saranno coperte dall’approvazione [infra §3.2.3]. Stallman rifiuta anche il collegamento a testi completi ma non liberi (exclusionary rule), per evitare che frenino la scrittura di nuovi articoli sul medesimo argomento sull’enciclopedia. Per coerenza con gli scopi del progetto, anche le parti software dell’enciclopedia dovranno rispondere ai requisiti del FLOSS [Stallman 1999].

Sebbene Wikipedia non sia stata avviata da Stallman, l’annuncio del progetto enciclopedico GNU è alla base delle sue principali linee guida e delle sue scelte di licenze per testi e software. Riguardo alle licenze, Nupedia passa dalla Nupedia Open Content License alla GNU FDL meno di un anno dopo dalla pubblicazione del testo della licenza da parte della FSF, e contemporaneamente GNU fa confluire il proprio progetto enciclopedico in Nupedia e poi in Wikipedia, riconoscendole come enciclopedie libere 52.

Riguardo al software, da quando Nupedia si è dotata di un wiki ha sempre adottato software libero: UseMod era coperto dalla GNU GPL, allo stesso modo del suo successore MediaWiki, mentre i server usano distribuzioni Linux con il web server Apache, MySQL per i database e PHP come linguaggio di scripting, tutto rigorosamente software libero 53 . Wikipedia accoglie i princìpi centrali di GNUpedia riassumibili in software libero per testi liberi ma vi aggiunge un livello intermedio, il wiki, che impedisce quello sviluppo pienamente decentralizzato di GNUpedia in favore di un’unica infrastruttura comune e di un’unica comunità di collaboratori, legati dal rispetto del punto di vista neutrale, non necessario in GNUpedia, e dalla condivisione dell’intento enciclopedico del progetto. Le conseguenze di questa scelta saranno affrontate nel terzo capitolo, solo dopo aver descritto il secondo gruppo di licenze liberali adottate su Wikipedia: le licenze Creative Commons.

Creative Commons

Il progetto Creative Commons inizia nel 2001 per opera del professore di diritto costituzionale Lawrence Lessig nel tentativo di estendere ed adattare le idee di Stallman a tutte le opere creative per arginare gli effetti di un eccessivo aumento nella portata e nella durata del copyright negli Stati Uniti. Nel 1998 il Congresso aveva prorogato di vent’anni la scadenza dei copyright «esistenti e futuri» tramite il Sonny Bono Copyright Term Extension Act (CTEA). Il provvedimento era fortemente voluto dai grandi distributori di contenuti 54 , che altrimenti avrebbero perso il monopolio esclusivo dei diritti sulle opere successive al 1923 per cui fosse trascorso il termine massimo, ed era l’undicesima estensione in quarant’anni, confermando la propensione del Congresso ad assecondare i distributori di contenuti a scapito del passaggio nel pubblico dominio di numerose opere, incluse quelle per cui mancava la volontà di commercializzazione da parte dei detentori del copyright. Convinto dell’incostituzionalità dell’estensione del copyright 55 , Lessig decise di assistere Eric Eldred, un programmatore in pensione che aveva deciso di disobbedire alla legge aggiungendo alla sua biblioteca online alcune poesie di Robert Frost, prima al tribunale distrettuale federale di Washington D.C. poi alla corte di appello e infine alla Corte Suprema, che decide nel febbraio 2002 di valutare il caso in novembre. Nonostante numerose memorie difensive 56 e due giudici contrari all’estensione, Lessig perde la causa [Lessig 2004, 127-128, 197-203, 223-226].

Nonostante la sconfitta, Lawrence Lessig continua a ritenere anacronistico il copyright basato sulla copia, specialmente dopo Internet, dove una normativa pensata per la tecnologia della stampa a suo avviso finisce per assegnare al titolare dei diritti poteri di controllo spropositati sull’uso della propria opera, dato che su Internet ogni trasferimento equivale ad una copia [ibid., 132]. Lessig cerca così la soluzione non più presso un legislatore troppo influenzato da interessi particolari consolidati per poter legiferare nell’interesse generale, ma in una iniziativa privata. Seguendo espressamente l’esempio di Stallman, nel 2001 fonda una «corporation non-profit registrata in Massachusetts ma di casa presso la Stanford University» chiamata Creative Commons che dovrà fornire una serie di licenze pensate per i nuovi mezzi espressivi e di distribuzione delle opere, con un approccio complementare piuttosto che di contrapposizione ai sostenitori dei "tutti i diritti riservati" [Lessig 2004, 3, 258-260]. L’obiettivo di Lessig è ricostruire un pubblico dominio all’interno della legge del copyright, dal momento che il legislatore ha smesso nella pratica di riconoscerlo fuori, o meglio ne ha allargato a dismisura la copertura.

Il fronte più caldo in questa lotta sul copyright sono le opere digitali, ed in particolare la loro distribuzione su Internet. Per questo l’organizzazione si dota di un sito web che raccoglie i testi di "licenze libere" in diverse lingue e adattate a diverse giurisdizioni 57 . A differenza della GNU GPL, Creative Commons permette di scegliere il tipo di restrizioni d’utilizzo. Per le licenze standard (anche CCPL, Creative Commons Public Licenses), queste sono:

  • Attribuzione della paternità (BY, Attribution)
  • Non Commerciale (NC, Noncommercial)
  • Non opere derivate (ND, No Derivative Works)
  • Condividi allo stesso modo (SA, Share Alike)

Ognuna è costituita da «una licenza legale, una descrizione che le persone possono leggere e tag che la macchina può leggere». La licenza legale (o licenza completa o Codice Legale) è valida a tutti gli effetti nei paesi in cui è stata adattata all’ordinamento specifico, mentre per gli altri vale il testo generico. Il riepilogo della licenza (Commons deed) riassume per sommi capi i diritti e i doveri nell’utilizzo dell’opera in base alle scelte del suo autore. Di tutte le combinazioni possibili, spiega Creative Commons Italia, una sola «non ha senso: quella che impedisce le opere derivate (NoDerivative) e prevede il permesso d’autore (ShareAlike). Questa combinazione non funziona perché il modulo ShareAlike può essere applicato esclusivamente ad opere derivate» 58 . Tutte le altre, invece, possono essere combinate a piacimento a seconda delle necessità. Per soddisfare specifiche esigenze nella creazione di opere derivate sono state introdotte successivamente le licenze sampling (standard, plus e plus noncommercial), particolarmente adatte a immagini, video e brani musicali che altri autori sono autorizzati a riutilizzare nelle proprie opere (ad es. collages, AMV 59 e remix), e negli ultimi due casi a scambiare liberamente nella loro interezza (anche in reti Peer-to-Peer per il filesharing) rispettando i limiti della licenza scelta [Lessig 2004, 258-260].

Per assegnare ad un’opera in formato digitale una certa licenza, in modo che motori di ricerca e programmi dedicati possano legare immediatamente contenuto e diritti di utilizzo, Creative Commons dispone di metadati dedicati, che raccolgono descrizioni su licenza ed autore. Un tipico esempio è un file HTML, in cui sono inclusi come RDF (Resource Descriptor Framework) nel codice commentato, non letto immediatamente dal browser come testo ma interpretato da spider web60 e applicazioni dedicate come descrizione del file61.

Il codice RDF è ottenibile rispondendo ad alcune domande sulla propria opera nel sito dall’organizzazione, oppure direttamente da un applicativo che ne implementa l’uso. Dato che qualsiasi digitalizzazione passa per un software, più o meno visibile all’utente, Creative Commons cerca esplicitamente «partnership con i provider middleware» per rendere più comodo l’uso delle proprie licenze nei programmi per la manipolazione di contenuti digitali, ad esempio programmi di grafica o di videoscrittura 62 . Nulla esclude che il prossimo passo coinvolgerà il software embedded (incastonato) in specifici dispositivi quali fotocamere e videocamere, annullando la distanza fra la marcatura e la digitalizzazione 63. L’altro grande bacino di opere così licenziabili sono i siti Internet per creazione e distribuzione di contenuti, come i servizi di hosting per blog, foto o video, oppure comunità online orientate ad una produzione collettiva di contenuti, come appunto Wikipedia. Nei primi sei mesi dall’avvio del progetto, più di un milione di opere hanno usato queste licenze [Lessig 2004, 261].

Mentre l’iniziativa di Lessig parte lo stesso anno in cui Wikipedia muove i primi passi, condividendo l’entusiasmo per l’open source e l’open content di quegli anni, ad oggi non solo l’installazione base di MediaWiki consente di integrare semplicemente una licenza Creative Commons nel proprio wiki 64 , ma Wikimedia si è dotata di un progetto apposito denominato Wikimedia Commons [infra §2.3.3], che permette di scegliere il tipo di licenza sotto cui rilasciare immagini, registrazioni audio e video, prediligendo licenze quali GNU FDL e Creative Commons e lavori autoprodotti 65.

Dopo aver introdotto le licenze principali (GNU e Creative Commons) e le motivazioni che ne hanno condotto all’elaborazione, la ricostruzione di una comunità di liberi sviluppatori sottratta agli accordi di non-diffusione del software proprietario (GNU GPL), la scrittura di libri di testo e documentazione sottratta ai grandi editori (GNU FDL) e più in generale la costituzione di un common che potesse sopperire all’estinzione progressiva del pubblico dominio (Creative Commons), è giunto il momento di parlare del dopo Nupedia e della costituzione della Wikimedia Foundation, la società senza scopo di lucro che ha sostituito Bomis alla guida del progetto Wikipedia e dei progetti che hanno affiancato Wikipedia.

Fondazione Wikimedia, progetti e versioni in lingua

Il dominio wikipedia.org sostituisce wikipedia.com nell’agosto 2002 66 per escludere categoricamente la possibilità di sponsorizzazione commerciale che aveva già causato defezioni nella Wikipedia spagnola [supra §2.1] e per orientare il progetto verso una organizzazione non- profit da sostituire a Bomis nella direzione del progetto. La transizione è in programma almeno dal 2002 [Sanger 2002-02-27] ma solo il 20 giugno 2003 Wales annuncia la creazione della Fondazione Wikimedia 67 alla mailing list del progetto 68 , lo stesso giorno in cui registra al dipartimento di stato della Florida la fondazione come società non-profit con sede a St. Petersburg, con lo scopo di «creare e distribuire liberamente un’enciclopedia libera in tutte le lingue del mondo» 69 . Il 2 aprile del 2005 l’U.S. Internal Revenue Service accoglie la richiesta di detrazione fiscale per le donazioni alla fondazione, riconoscendone la funzione nella formazione di adulti 70 . Secondo i dati ufficiosi sul sito della fondazione e della divisione raccolta fondi, nel 2004 gli incassi ammontano a 50.498,75$, 4/5 in donazioni tramite PayPal 71 e 1/10 via posta. La principale voce di spesa (83,57%) per il 2004 è per l’acquisto e la manutenzione dei server, seguono i viaggi per conferenze e le spese di registrazione domini e marchi. Nel 2005 gli incassi per il solo PayPal passano a 437.222,65$ mentre solo da inizio 2006 ad ottobre (incluso) hanno già superato il mezzo milione di dollari statunitensi (603.697,38$) 72 . Le principali valute dei versamenti dall’inizio 2005 ad oggi sono in dollari statunitensi (692.889,96$), seguiti da euro (179.681,31$), sterline (81.622,62$) e yen (34.759,70$). 73 Si tratta di piccole somme, solitamente meno di 50$, donati anche in forma anonima con le motivazioni più svariate che vanno da «in segno di apprezzamento e incoraggiamento per la vostra attività» a «la conoscenza è potere», con cui il donatore ribadisce la necessità di salvaguardare la gratuità del servizio 74.

Seguono le donazioni di organizzazioni, sponsor commerciali o società con cui la fondazione intrattiene rapporti. La prima è stata Bomis, da cui il progetto è nato [supra §2.1] seguita da Wikia, servizio commerciale di wiki hosting (o wiki farm) lanciato dallo stesso Wales che si autofinanzia tramite la pubblicità, fornendo parte dei suoi introiti alla fondazione Wikimedia allo stesso modo di Answers.com, che usa i testi GFDL di Wikipedia all’interno del suo sito, riportando al fondo di ogni articolo un link alla pagina di donazioni della fondazione 75.

Il contributo di questi ed altri sponsor commerciali è stato fondamentale per organizzare i convegni internazionali del 2005 (Francoforte sul Meno, 4-8 agosto) e 2006 (Cambridge, Massachusetts, 4-6 agosto) denominati Wikimania: si tratta principalmente di società di Information Technology fra cui IBM, Yahoo, Nokia e SUN Microsystems, affiancate da alcune istituzioni universitarie e bibliotecarie 76.

Figura 3: Struttura degli indirizzi per i progetti Wikimedia.

I progetti Wikimedia sono disponibili in diverse lingue e divisi per tema. Wikipedia è fra questi il progetto più conosciuto e visitato, disponibile in 12 versioni in lingua con più di 100.000 voci, 37 (più varianti) con più di 10.000 voci (fra cui il napoletano) e in oltre un centinaio di versioni meno popolose fra cui bretone, lombardo, piemontese, lingue artificiali come Esperanto e Interlingua e lingue minori come il Cree (lingua algonchina) i cui dialetti sono parlati da meno di 50.000 nativi americani nel nord del Canada 77 . I progetti in lingua sono riconoscibili dall’indirizzo Internet (URL) in cui la sigla della lingua compare immediatamente dopo il protocollo (http://) e appena prima il nome di dominio del progetto (ad es. wikipedia.org), che compare quindi come suo sottodominio 78 [fig. 3]. Alcuni progetti tematici di supporto (ad es. commons, meta, species) sono sottodomini di

wikimedia.org , senza ulteriori sottodomini di lingua. È il caso di Meta-Wiki avviato da Sanger per separare discussioni e opinioni sul progetto in generale da quelle più enciclopediche, e Wikimedia Commons [infra §2.3.3], archivio che raccoglie principalmente immagini e registrazioni audio cui tutti i progetti Wikimedia possono attingere senza dover duplicarli nello specifico progetto tematico o in lingua, risparmiando spazio e ottimizzando ricerca e inclusione [infra §2.3.3]. Per includere le immagini usando la sintassi wikitext e per distinguere le loro pagine di descrizione dalle voci enciclopediche va anticipato al titolo la traduzione di Immagine nella lingua del progetto 79 , seguita dai due punti. Questo è l’ultimo livello rilevante di suddivisione delle voci nei progetti WikiMedia, e prende il nome di namespace o spazio dei nomi 80 . Questa convenzione vale per tutti i progetti WikiMedia e più in generale per tutti i wiki che usano il software MediaWiki, che ad oggi dispone di 18 namespace predefiniti <w:it:Aiuto:Namespace> fra cui quelli dedicati alle discussioni ed alle pagine utente.

Organizzare i testi: namespace, categorie e template

L’idea di namespace 81 , mutuata dalla programmazione, è di raggruppare le voci per funzione all’interno del progetto generale, definito invece per scopo. Alla fig. 3 trovate un elenco dei namespace ad oggi incorporati in MediaWiki nella loro traduzione italiana, da cui mancano le discussioni di altri namespace (ad es. Discussioni progetto), il namespace Speciale, gli pseudo namespace 82 e gli eventuali namespace personalizzati. Il namespace principale (anche ns0) non ha bisogno di prefisso e può essere pensato come la directory radice del wiki, in cui possono stare solo le voci di progetto: su Wikimedia Commons vi risiedono le gallerie di immagini e file multimediali, su WikiBooks 83 i manuali e su Wikipedia l’intero corpus enciclopedico. In questo ultimo caso il namespace discussioni (talk) ospita il dibattito sulle voci enciclopediche da parte di utenti anonimi o registrati, entrambi invitati a "firmarsi" apponendo la data dell’intervento. Mentre la "firma" degli anonimi è costituita dal loro IP, l’indirizzo del loro computer su Internet al momento dell’invio 84 , l’utente registrato o wikipediano è segnalato con il suo nome utente, che il software trasforma in link alla sua pagina utente [infra §3.3.2.2]. Il namespace Utente e discussioni utente raggruppano l’insieme dei profili e delle discussioni "personali" dei wikipediani . Le pagine del namespace Progetto 85 (WikiProject) servono invece come spazio di consultazione e coordinamento per la scrittura e l’aggiornamento di voci che riguardano argomenti quali geografia, cinema, religione, ma anche più specifici come i progetti sulle voci del continente africano e quello sull’animazione e il fumetto giapponesi 86. In Aiuto si trova invece il manuale di utilizzo di Wikipedia, mentre MediaWiki e Speciale raccolgono i "pannelli di controllo" per funzionalità aggiuntive e personalizzazioni. Oltre al namespace Immagine e al suo equivalente Media, che tratterò parlando di WikiMedia Commons [infra §2.3.3], rimangono due importanti namespace per la strutturazione, la navigazione e la catalogazione dei contenuti: le Categorie e i Template.

Le categorie sono raccolte di «indici tematici» automatizzati e strutturati in un albero che ha come singola radice la Categoria:Enciclopedia. Includendo il riferimento ad una categoria come si fa con un link in wikitext, ossia mettendolo fra doppie parentesi quadre anticipate dal namespace categoria, l’intera voce verrà inserita nella categoria indicata, che dovrà essere la più specifica possibile in un dato ramo ma potrà appartenere a più rami diversi (poligerarchia): ad es. la voce su Tony Blair è categorizzata sotto Biografie (tipo di voce) e Primi ministri britannici (incarico della persona). In fondo alla pagina comparirà l’elenco navigabile delle categorie a cui appartiene la voce, in cui la voce vi apparirà in ordine alfabetico. Le categorie diventano così il secondo metodo di navigazione legato alla voce subito dopo i link interni, ma il loro utilizzo non è esente da controversie. Larry Sanger le ritiene una «comodità per i gestori del wiki, piuttosto che dei lettori/utenti» perché sovrappongono una rete scarsamente navigabile, arbitraria e resistente al cambiamento alla rete più flessibile e scalabile formata dalle pagine e dai link del namespace principale 87 . Mentre nel modello ipertestuale di Enquire, del World Wide Web e dei primi wiki un nodo è definito «soltanto attraverso ciò a cui è collegato» [supra §1.2] ed è quindi perfettamente compatibile con l’idea di scalabilità e rapido adattamento dei wiki, introdurre le categorie significa introdurre un problema di tassonomia. L’albero delle categorie di Wikipedia è stato pensato originariamente come uno schema di classificazione del tipo "dove inserisco questa voce" piuttosto di "come la descrivo" 88 per cui ogni categoria ha nome univoco, che non è detto sia anche il più rappresentativo. La catalogazione è però applicata in modo disomogeneo, per cui ognuno finisce per usare le categorie che preferisce o conosce 89 , ed eccentrico, per cui si assiste ad una continua negoziazione degli schemi di classificazione che, soprattutto nei rami più profondi della gerarchia, possono subire repentini cambiamenti di nome e organizzazione con un minimo consenso, al che si dovrà procedere ad una nuova catalogazione di tutte le voci interessate fino alla seguente negoziazione <w:en:WP:CAT>. L’insieme di questi fattori dà luogo ad un uso corrente delle categorie che fa resistenza all’analisi automatica [Kinzler 2005, 4], utile per ordinare i contenuti o aggiornare rapidamente voci simili.

In soccorso alle carenze delle categorie giungono i template <w:it:Aiuto:Template>, inclusioni di codice richiamabili all’interno di altre pagine con il nome del template racchiuso fra doppie parentesi graffe ed eventuali parametri separati da pipe90 , richiamati in maniera simile alle funzioni dei linguaggi di programmazione o ai comandi via shell. Gli utilizzi principali sono tre: navigazione contestuale (template di navigazione), messaggi (template di avviso) e strutturazione delle informazioni (template sinottici) 91 . In quest’ultimo caso un template può essere visto come uno stampo (a livello di voce) o un record di una tabella (a livello di categorie) in cui riversare contenuti prevedibili per il tipo di voce come le informazioni bibliografiche di un libro, i dati demografici di una città o la classificazione di una specie animale: lo scopo è uniformare la struttura, l’aspetto e il sistema di navigazione di voci simili, facilitando la scrittura e la manutenzione delle voci, che possono così essere create e controllate anche da utenti artificiali, dei programmi denominati bot [infra §3.4.1], che avrebbero grandi difficoltà ad analizzare il linguaggio naturale e faticano a capire le categorie assegnate a gruppi disomogenei di voci.

Semantic Wikipedia

I template sinottici possano essere pensati come una prosecuzione delle categorie. Ogni parametro del template è una potenziale faccetta che, aggiungendo un sistema di categorizzazione automatica, potrebbe essere utilizzato per migliorare gli strumenti di ricerca e navigazione 92 . I tre tipi di relazione che Louis Rosenfeld e Peter Morville [2002, 176-186] identificano per i vocabolari controllati sono tutti presenti in Wikipedia: mentre l’omonimia è risolta ricorrendo alle "disambigue" 93 , la sinonimia è resa tramite i redirect, ovvero delle pagine che hanno come unico contenuto un rimando al termine preferito che come tale apparirà nelle diverse categorie. La relazione gerarchica di tipo genitore-figlio è espressa invece dalle categorie , usate sia per gerarchie strette come l’albero della tassonomia biologica, che per le gerarchie multiple "a faccette". Infine la relazione associativa è il semplice link ipertestuale interno: quando nel testo della voce Tony Blair leggerò che è nato ad Edimburgo il 6 maggio 1953, selezionando Edimburgo sarò rimandato alla voce sulla città, selezionando 6 maggio otterrò una lista delle ricorrenze per quel giorno e selezionando 1953 gli eventi di quell’anno. Grazie alla funzione speciale puntano qui (nel menu laterale) troverò tutte le associazioni a Tony Blair in una sorta di indice delle citazioni interno in cui compariranno fra gli altri Euro (a cui il politico ponderava l’adesione del suo paese), John Major (suo predecessore) e Nigergate (scandalo in cui fu coinvolto) 94 . Oltre all’acceso dibattito in seno alla comunità, diversi studi hanno affrontato il problema di architettura dell’informazione su Wikipedia.

Una relazione presentata a Wikimania 2005 [Krötzsch et al. 2005] proponeva di aggiornare i «sorprendentemente primitivi» strumenti di ricerca di Wikipedia introducendo «un sistema di collegamenti tipizzati che sia per i collegamenti ipertestuali ciò che le categorie sono per le voci» [ibid., 4] esprimendo il tipo di relazione fra la voce da cui parte il link e quella di destinazione. Come per le categorie, ogni tipo di relazione troverebbe posto in una struttura gerarchica. Nella voce su Blair, il link 1953 sarebbe marcato come nato nel mentre Edimburgo come nato a. Al posto di avere un singolo indice di citazioni indistinto, si avrebbe una rete di rimandi da cui si otterrebbero liste automatiche aggiornate in tempo reale per ogni tipo di relazione: tutti i nati ad Edimburgo, tutti i fiumi d’Europa, tutte le persone coinvolte nello scandalo Nigergate. «È sempre possibile — sostengono i tre ricercatori dell’università di Karlsruhe — integrare i link tipizzati in modo più trasparente, collegando gli attuali templates ai tipi di link [... per cui] [s]arà facile associare tipi fissi a tutti i collegamenti (non tipizzati) di uno specifico parametro di un template» senza cambiare il codice di ogni singola voce [ibid., 6]. Dato che questo approccio usa le tecnologie pensate per il Semantic Web, il gruppo di Karlsruhe alla conferenza WWW 2006 parla di Semantic Wikipedia in cui categorie, link tipizzati e attributi sono utilizzati per potenziare la ricerca e permettere l’esportazione e il riutilizzo in formato strutturato della voce usando il formato RDF per «consentire la creazione di strumenti aggiuntivi per acquisire i contenuti di Wikipedia e riutilizzarli in altri contesti» [Völkel et al. 2006]. Mentre oggi ogni voce è generalmente una semplice pagina di testo non strutturato ed eventualmente un template accessorio, nella Semantic Wikipedia ogni categoria diventerebbe simile ad una tabella di un database relazionale, ogni voce simile ad un record e gli attributi, ossia le informazioni nel template sinottico, diventerebbero campi del record su cui si potrebbero fare ricerche complesse e ottenere liste automatiche di singole categorie e risultati di relazioni insiemistiche fra più categorie. Avvantaggiandosi della libertà di sviluppo concessa dalla GNU GPL, il gruppo di Karlsruhe ha scritto un’estensione per MediaWiki che richiede minime modifiche al codice principale per funzionare e l’ha chiamata Semantic MediaWiki. Attualmente è utilizzata in alcuni wiki minori e sul sito sperimentale Ontoworld presso l’Università di Karlsruhe, a cui collaborano altri ricercatori di tutto il mondo 95.

Mentre gli strumenti per la Semantic Wikipedia sono ancora in lavorazione, l’intersezione di categorie <w:en:WP:CI> è una proposta che renderebbe superflue sin da subito le categorie composte come Politici britannici in favore dell’intersezione automatica delle due faccette Politici (persone per mansione) e Britannici (persone per nazionalità), giungendo ad una più efficiente ricerca per parole chiave. Daniel "Duesentrieb" Kinzler, un wikipediano di lingua tedesca, ha creato uno strumento chiamato CatScan che consente già oggi l’intersezione di categorie 96 e nel suo intervento a Wikimania 2005 [Kinzler 2005] sostiene come i link tipizzati proposti da Krötzsch e colleghi siano preferibili all’attuale sistema di categorizzazione ambiguo in cui «non è molto chiaro per le analisi automatiche cosa significhi essere in una data categoria» 97 . La transizione verso la Semantic Wikipedia dovrà fare i conti con abitudini consolidate all’interno della comunità e con dati non strutturati che andranno adattati al nuovo approccio, ma l’uso diffuso di template sinottici come gli inglesi Infobox Movie e gli italiani Scheda libro, Film e Bio faciliteranno l’eventuale inserimento di link tipizzati e familiarizzano fin d’ora i wikipediani all’idea di informazioni strutturate in voce 98.

Immagini: Wikimedia Commons

I contenuti più frequenti su Wikipedia dopo quelli scritti sono le immagini 99 . Il software MediaWiki vi dedica un namespace a parte chiamato Immagine (Image) in cui devono essere raccolte tutte le immagini del wiki, altrimenti non inseribili o collegabili direttamente nel codice. Analogamente alle voci non viene utilizzato l’indirizzo assoluto (URL) per richiamare un’immagine ma il suo nome locale, e possono quindi esistere diverse versioni della medesima immagine archiviate nella cronologia delle modifiche. Se ad esempio un wikipediano pubblica una mappa dei quartieri di Tokyo che contiene alcuni errori, un altro potrà scaricare l’immagine sulla propria macchina, modificarla e ripubblicarla come nuova versione del medesimo file senza dover aggiornare tutte le voci che includono quella immagine. Se la nuova versione venisse pubblicata alle 19.30, un visitatore che avesse caricato sul browser la voce Tokyo alle 19.29 basterà che aggiorni la pagina (refresh) per vedere la nuova immagine, sebbene il testo della voce Tokyo non abbia subito alcuna modifica. Seguendo il link all’immagine, il visitatore sarà rimandato alla pagina di descrizione che avrà come titolo il nome dell’immagine e il prefisso del namespace e conterrà una copia eventualmente riscalata dell’immagine ed una sua descrizione.

Come ho accennato più sopra, i namespace sono un livello di separazione successivo al progetto generale o in lingua: dato che esiste un namespace Immagine per ogni progetto, la medesima mappa dei quartieri di Tokyo potrebbe essere disponibile su Wikipedia in tante istanze quanti sono i progetti in lingua, magari con un nome differente, ad es. Quartieri_di_Tokyo.svg, Tokyo.svg e 東京.svg, oppure essere presente in molte versioni lievemente diverse. Per ovviare a questa duplicazione inutile ed ai problemi di aggiornamento e sincronizzazione che ne conseguono, il 7 settembre 2004 è stato avviato il progetto Wikimedia Commons (spesso abbreviato in Commons 100 ), uno spazio comune per tutti i progetti Wikimedia dedicato ai soli contenuti multimediali come immagini, registrazioni audio e video. Includendo via wikitext un file multimediale nel testo di una voce in un progetto in lingua vi saranno dunque due archivi, uno locale e uno globale 101 , in cui sarà cercata l’immagine corrispondente al link. Nel caso non esista come immagine locale, verrà richiamata quella su Commons mentre il titolo, il link e la pagina di descrizione locali ne saranno semplici rimandi 102.

Mentre tutti i contenuti testuali di Wikipedia sono esclusivamente coperti dalla GFDL [supra §2.2.1.2], i file multimediali di Wikimedia Commons possono essere rilasciati con licenze differenti, fra cui le licenze Creative Commons più liberali 103 [supra §2.2.2] sono consigliate e molto utilizzate. Non tutti i file multimediali sono accettati per l’upload, ma solo quelli con formati che non richiedono il pagamento di royalties per la pubblicazione o particolari software proprietari per essere modificati. I formati accettati sono lo SVG (immagini vettoriali), JPEG, PNG (immagini raster), GIF (animazioni), Ogg (audio e video), MIDI, PDF e DjVu (documenti) e i formati di GIMP (XCF) e OpenOffice: quando si tenta di caricare un file, il programma lo analizza verificando che sia nella lista bianca dei formati accettati, altrimenti lo rifiuta. Nel caso di video ed audio, controlla anche i codec, ossia i tipi di software di codifica e decodifica necessari per creare e leggere il file: ad oggi Commons accetta solamente Theora (video), FLAC (audio compresso senza perdita di qualità), Speex (parlato) e Vorbis (musica e suoni) inseriti in un file Ogg (strato di sistema) 104.

La schermata di selezione della licenza su Wikimedia Commons. In alto a sinistra la struttura del template sinottico Information. In basso le opzioni per il pubblico dominio e nel riquadro più piccolo (title) il template usato nel campo permission per i lavori della NASA (fra parentesi graffe). <http://commons.wikimedia.org/wiki/Special:Upload>

La schermata di upload di Wikimedia Commons elenca anche le licenze consentite per i file multimediali [fig. 4]: confermando descrizione, licenza e percorso del file da inviare, Wikimedia Commons inserirà il file nella relativa categoria di licenza tramite un template di "marcatura" (license tag) a cui si è invitati ad accompagnare fonte, data di creazione, didascalia, autore ed eventuali versioni alternative in un template dedicato. In questo modo, i lavori rilasciati sotto una medesima licenza saranno raggruppati insieme, semplificando le attività di manutenzione e controllo e semplificando la creazione di opere derivate con quella medesima licenza 105 .

I dati strutturati nel template sinottico nella pagina di descrizione non sono da confondere con i metadati inseriti direttamente nel file. L’immagine può infatti già disporre di propri metadati che non vengono modificati dalla pubblicazione su Commons ma sono inseriti direttamente dal software che ha digitalizzato l’immagine, come il firmware di una fotocamera digitale con cui si è scattata una foto oppure un programma di manipolazione immagini, riportando solitamente il modello dell’apparecchio o del software, la data e, nel caso delle fotocamere, parametri aggiuntivi come l’apertura focale e l’uso del flash. Ad oggi questi dati vengono letti e mostrati separatamente in pagina di descrizione dopo la pubblicazione, per cui bisognerà inserire manualmente nel template sinottico la data dello scatto di una foto sebbene questa informazione possa essere già presente nei metadati dell’immagine.

Osservate la lista delle licenze nella schermata di upload di Wikimedia Commons [fig. 4]. Nel caso di lavori propri, le prime licenze proposte sono le cosiddette migliori pratiche (best practice ) ossia le licenze preferite per il progetto perché meno problematiche e compatibili con lo spirito della licenza GNU FDL. In particolare, viene incoraggiato l’uso di una licenza multipla, ossia il rilascio contemporaneo del lavoro sotto due licenze differenti, che sono la GFDL e la Creative Commons BY con o senza vincolo di permesso d’autore (share alike) [supra §2.2.2] che comunque rimarrà obbligatorio per la licenza GFDL. Un motivo per scegliere la doppia licenza è spiegato brevemente in una striscia informativa a fumetti nella pagina sulle licenze attualmente accettate su Wikimedia Commons 106 : «in un libro di migliaia di pagine — spiega Zéa ad un apprendista commoners —, tre pagine di licenza non sono molte. Ma su una singola foto sono troppe! Con una licenza Creative Commons, le immagini sono più facili da usare!» 107.

Mentre i progetti in spagnolo e portoghese hanno deciso di chiudere i propri archivi multimediali locali in favore di Commons 108, gli altri progetti in lingua sono più cauti: nel progetto italiano sono frequenti le lamentele contro l’eccessiva rigidità degli amministratori di Commons accusati di accanirsi contro le immagini di pubblico dominio (public domain) tratte da fonti non previste dai template di licenza specifici o di stato legale dubbio o controverso 109. Per capire le cause di questi attriti, è utile ricordare che i wikipediani di madrelingua italiana sono sottorappresentati nel progetto Commons rispetto a Wikipedia [tabella 2], con soli due amministratori a fronte di 44 di lingua inglese, 29 di lingua tedesca, 15 di lingua polacca, 12 di lingua spagnola e 11 di lingua francese 110. Sebbene non vi sia perfetta corrispondenza fra lingua madre e progetto frequentato, la mancanza di un numero sufficiente di amministratori di madrelingua su Commons rende in qualche modo più deboli le posizioni italiane, specie quando alla semplice prospettiva del progetto di appartenenza si sovrappone l’interpretazione delle leggi nazionali ed internazionali sul copyright, le prime indubbiamente meglio conosciute da chi partecipa al progetto in lingua italiana.

Tabella 2: Amministratori su Wikipedia ogni 1 su Wikimedia Commons di medesima lingua madre. Nelle prime due righe i valori assoluti. Fonte: dati in tempo reale da <w:Special:Statistics> dei rispettivi progetti, 2006-11-23T21:30 circa.
  en de pl es fr it
commons 44 29 15 12 11 2
wikipedia 1065 242 107 88 122 78
sysop (w)
sysop (c)
24,2 8,34 7,13 7,33 11,09 39

I wikipediani di questo progetto trovano conferma del loro scarso "peso politico" su Commons quando nel settembre 2006 viene avviata la consultazione per la richiesta di cancellazione delle immagini di pubblico dominio per la legge italiana ma non per la direttiva europea in materia 111. La legge italiana pone a vent’anni 112 il termine di scadenza del copyright per le fotografie non artistiche invece dei settanta generici della direttiva. I propositori ed i sostenitori della cancellazione, principalmente commoners 113 di madrelingua tedesca, sostengono che la direttiva comunitaria vinca comunque su quella nazionale, e avvalorano la loro ipotesi con esempi di come la direttiva sia stata recepita in Germania ed Austria. La convenzione di Berna del 1886, si difendono i wikipediani italiani, sostiene che il pubblico dominio del paese d’origine è valido anche all’estero, quindi le immagini devono restare e possono anche essere usate sulle versioni in lingua in altre giurisdizioni. I sostenitori della cancellazione affermano che invece devono sempre trascorrere settant’anni dalla morte dell’autore 114 . Nel bar principale 115 del progetto italiano i toni si fanno accesi e quando qualche settimana più tardi anche le PD-Italy-Gov 116 saranno proposte per la cancellazione in blocco, verrà messa in discussione la stessa autorità del progetto: «tra gli admin di commons — sostiene un wikipediano — quelli che capiscono qualcosa di copyright [...] si contano sulle dita di una mano. Il resto è gente che cancella, sposta, ricategorizza a seconda di come si sveglia la mattina e a seconda di quello che ha letto su Focus il giorno prima» 117 . Una tale contestazione di eccessiva rigidità non è nuova: a commento dell’articolo Avoid Copyright Paranoia [§infra 3.4.2], iniziato nel dicembre 2001 ma modificato ancora recentemente, un wikipediano che dice di essere un avvocato praticante commenta: «qui la gente si aggrappa a tali assurde minuzie legali, spesso mischiate alle loro competenze legali semicrude, che hanno poche probabilità di diventare problemi» 118 . I Wikimedia commoners s’impantanano sulla valutazione di cosa possa essere o meno una foto artistica, «distinzione [...] soggetta a diversi standard e giudizi da diverse corti [...] e per questo non un criterio utile per Commons» 119 e nell’incertezza cancellano le foto della visita di Sandro Pertini in Cina (settembre 1980) insieme a numerose altre foto storiche caricate principalmente da wikipediani italiani, che alla cancellazione spariscono automaticamente dalle altre versioni in lingua che le usavano 120 . In una "chiamata alle armi" semiseria al bar principale di it.wikipedia JollyRoger, uno dei capofila nella difesa delle immagini PD-Italy, riporta: «non voglio nemmeno vedere com’è la situazione della legge italiana , dice uno. E vota per cancellare il nostro lavoro, la nostra cultura, la nostra storia. [...] Noi siamo italiani. La legge è la nostra. Quel materiale è regolato dalla nostra legge. Non ci serve un tedesco per sapere cosa dice il nostro codice»121.

Figura 5: Un template satirico sulla gestione di Wikimedia Commons, apparso nella discussione <http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Wikipedia:Bar/Discussioni/Prossimamente_su_commons&oldid=5539498>, 2006-11-22. Rilasciata sotto licenza GNU FDL dall'autore (nome e data in firma a fondo immagine). Il montaggio fa il verso al template di avviso che invita a portare le immagini su commons <w:it:Template:Immagine_commons>.

Dopo la decisione di Wikimedia Commons, i wikipediani di lingua italiana decidono di spostare in massa delle foto messe all’indice dall’archivio interprogetto a quello locale, usando anche dei bot [infra §3.4.1] per salvarne il più possibile prima che la decisione, che pure era stata respinta dal voto in massa degli italiani, venga applicata. Va da sé che un tale colpo alla fiducia fra progetti impedisce la piena condivisione delle immagini per cui è stato creato Wikimedia Commons, ed una transizione completa degli archivi locali in suo favore, su modello spagnolo o portoghese, è impensabile senza una soluzione ai problemi di rappresentanza dei progetti in lingua e chiarimenti sulle dispute sul copyright, in particolare sul pubblico dominio e lavori non autoprodotti, in quello che ad oggi il più importante archivio interprogetto Wikimedia.


Note

  1. <http://www.alexa.com/data/details/traffic_details?q=&url=http://www.wikipedia.org> e <http://www.alexa.com/browse?&CategoryID=251>, 2006-11-14/25. Alexa, fondata da Brewster Kahle(Internet Archive) e Bruce Gilliat ma oggi società controllata da Amazon, offre un servizio che raccoglie statistiche sul traffico verso i siti Web. Può essere considerato una sorta di Auditel del Web. Il dipartimento delle pratiche pubblicitarie della Federal Trade Commission statunitense nel 2001 ha riscontrato, ma non perseguito, violazioni alla privacy degli utenti (articolo 5 del FTC act) tramite il servizio zBubbles mentre adoggi Alexa è contestata per lo strumento "Alexa Toolbar". Cfr. Lee Peeler, Re: Amazon.com and Alexa Internet, 2001-05-25, <http://www.ftc.gov/os/closings/staff/amazonalexa.pdf>.
  2. Cfr. le statistiche aggiornate e commentate su <w:en:Wikipedia:Awareness_statistics>.
  3. Seguita questa volta dall’ Encyclopædia Britannica, che invece nella classifica di Alexa è al quinto posto, preceduta da How Stuff Works e Information Please. Cfr. <http://scripts.ranking.com/data/report_category.aspx?topicid=12417>, 2006-11.
  4. Un database dump è una copia di un database "srotolato" nelle sue interrogazioni (query) SQL ed eventualmente convertito in formati di scambio quali l’XML. È usato solitamente come copia di sicurezza (backup) in caso di danni imprevisti al database e, come in questo caso, per effettuare analisi approfondite dei dati senza gravare su un database operativo.
  5. Ogni pagina Special:Statistics di MediaWiki fornisce statistiche aggiornate in tempo reale su numero di pagine presenti nel database, numero di utenti e sysop. Nei progetti Wikimedia, vi si trovano anche link ai servizi esterni cui ho accennato fra cui le statistiche di traffico di Alexa e quelle interne su traffico e statistiche del database, all’indirizzo <http://stats.wikimedia.org/IT/Sitemap.htm> per Wikipedia.
  6. Il portale Bomis.com comprendeva un dating club, una sezione di contenuti erotici a pagamento, un dominio separato per contenuti erotici gratuiti (nekkid.info) e circuiti pubblicitari dedicati. Cfr. <http://www.archive.org> agli indirizzi segnalati. La voce dedicata a Bomis su Wikipedia è stata più volte oggetto di aggiunte e rimozione di dettagli sulle attività pregresse della società di Wales, che è stato accusato di mettervi mano più volte violando il principio di neutralità. Cfr. la voce su Jimmy Wales sulla Wikipedia inglese. <w:en:Jimmy_Wales>, 2006-07-31. Nei casi di voci legati alla storia del progetto cito direttamente Wikipedia, poiché le modifiche a tali voci sono strettamente sorvegliate dai diretti interessati.
  7. Contrazione di system admin, amministratore di sistema, il tecnico responsabile di un sistema informatico. Cfr. voce sysadmin sul Jargon File, <http://catb.org/jargon/html/S/sysadmin.html>.
  8. La prima archiviazione dell’Internet Archive è del 4 aprile 2000, grazie a cui è possibile ottenere informazioni di prima mano sul progetto. About Nupedia su Nupedia.com, <http://web.archive.org/web/20000407112651/http://www.nupedia.com/about.html>, 2000-04-07.
  9. La versione 0.9 della licenza è archiviata su <http://web.archive.org/web/20000622164856/www.nupedia.com/license.html>.
  10. <w:en:Nupedia>. Nel gennaio 2001 passerà alla GNU FDL.
  11. About Nupedia, cit.
  12. Nupedia.com Editorial Policy Guidelines Version 3.31, 2000-11-16, <http://web.archive.org/web/20001205000200/http://www.nupedia.com/policy.shtml>
  13. Nel suo articolo apparso su Slashdot nel 2005, da cui ho tratto la maggior parte delle informazioni sugli albori di Nupedia. Cfr. Sanger 2005-04-18 e 2005-04-19. Slashdot è un sito di riferimento per i temi della tecnologia avviato nel 1997, scritto da diversi collaboratori. Fu uno dei primi a parlare di Wikipedia.
  14. Statistiche sulle edizioni in tutte le lingue: <http://stats.wikimedia.org/IT/TablesWikipediaZZ.htm>. I grafici per i primi otto progetti in lingua sono in infra §A.
  15. Il termine fork, usato dallo stesso Sanger, è mutuato dal gergo del software libero per indicare la divisione in due tronconi nello sviluppo di un progetto causata da «differenze incompatibili» nel codice. Non è un modo di dividersi il lavoro in vista di una riunificazione ma piuttosto una frattura nella squadra di sviluppo.
  16. Alla voce Enciclopedia Libre. L’originale in spagnolo è Por qué estamos aquí y no en es.wikipedia.org, primo edit 2002-05-23, <http://enciclopedia.us.es/index.php/Enciclopedia:Por_qu%E9_estamos_aqu%ED_y_no_en_es.wikipedia.org>.
  17. Dato che le voci di entrambi i progetti sono coperti dalla medesima licenza, non è esclusa una futura riunificazione dell’Enciclopedia Libre nel progetto in spagnolo di Wikipedia, ma ad oggi tutti i tentativi in questo senso si sono arenati.
  18. Sanger annunciò le sue dimissioni il 1º marzo su Meta Wiki, spazio in cui si discutono gli sviluppi dei progetti Wikimedia. L’annuncio è su < http://meta.wikimedia.org/wiki/My_resignation--Larry_Sanger >.
  19. Sanger riuscirà a fare qualcosa del genere nel progetto Digital Universe avviato nel 2006: insieme agli altri fondatori raccoglierà più di dieci milioni di dollari per il progetto. < http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/01/18/AR2006011802251.html >.
  20. Cfr. < http://web.archive.org/web/*/http://www.nupedia.com >.
  21. Per avere un’idea dell’aspetto della primissima Wikipedia, vedi <http://nostalgia.wikipedia.org/>, ferma volontariamente a giovedì 20 dicembre 2001. Ancora più "antica" la versione ospitata da Bomis all’indirizzo <http://www.bomis.com/wikipedia>. I link interni sono però inconsistenti, e la prorompente Sylvia Saint si limita a restituire un errore 404 al malcapitato visitatore.
  22. Gli scritti di Richard Stallman [2002a,b] e il saggio La cattedrale e il bazaar di Eric Raymond [1998] sono un buon punto di partenza per approfondire le tematiche del software libero / open source da entrambe le prospettive.
  23. Questo è l’approccio seguito da Mariella Berra e Angelo R. Meo [2006, 77] e sostenuto dallo stesso Stallman.
  24. Un computer della Digital Equipement Corporation (DEC) entrato in produzione alla fine degli anni Sessanta.
  25. Altro nome per i file eseguibili, ossia i programmi compilati e direttamente leggibili dalla macchina.
  26. Da notare che per software libero allora Stallman si riferisce a software liberamente disponibile in codice sorgente, distribuibile e modificabile, accezione che è diversa da quella attuale che lega il software libero alla licenza GPL che sarebbe stata redatta solo nel 1989.
  27. Andrew Tanenbaum descrive chiaramente la differenza fra kernel monolitico e microkernel nella celebre flame con Linus Torvalds su comp.os.minix che riprenderò più avanti. 29 gennaio 1992. Message-ID: <12595@star.cs.vu.nl>.
  28. End User License Agreement, quella sorta di "contratto" cui bisogna aderire nell’uso di un determinato software. Compare solitamente accluso nei manuali di software proprietario e in forma di finestra prima dell’installazione di un programma (quelli con i pulsanti "accetto" e "non accetto").
  29. Su questo Berra e Meo sono imprecisi, riportando che «il vecchio Commodore attaccato al televisore, che usa a casa da tempo, non gli consente di andare oltre il programmino giocattolo» [Berra-Meo 2006, 111]. Mentre Torvalds apprese i rudimenti dell’informatica sul VIC-20 che ereditò dal nonno, dal 1987 al ’90 ebbe un per l’epoca avanzato Sinclair QL, di generazione successiva al VIC-20. «Cosa me ne feci? Un programma dopo l’altro [...]. Avevo un interprete e un compilatore di linguaggio Forth e mi ci trastullavo». Sul Sinclair disassembla il sistema operativo per poi integrarvi alcuni moduli su una EPROM, programmando un editor e un assembler che usa per creare altri programmi, sempre scritti in linguaggio assembly [Torvalds 2001, 57, 62-64]. Senza questi esercizi sul Sinclair, tutt’altro che giocattoli, è difficile che a Torvalds sarebbe riuscito l’esperimento di Linux.
  30. Celebre architettura di processori Intel, poi adottata da altre aziende. 25 anni dopo la realizzazione del capostipite 8086, dalle linee della Intel erano usciti all’aprile del 2003 più di un miliardo di processori x86. Cfr. Reaching New Milestones — 25 Years of Intel® Architecture, <http://www.intel.com/technology/computing/mi06031.htm>, verificato il 2006-12-11.
  31. Torvalds sostiene che Tanenbaum l’avesse «incasinato apposta» per farlo restare tale. Questo è vero solo per le prime due versioni di MINIX, mentre la più recente (2005) è invece pensata per un uso più ampio, specie come software incastonato (embedded). Il sito ufficiale di MINIX 3 è < http://www.minix3.org/ >.
  32. Programma che serve per lanciare comandi su un computer remoto. Torvalds lo usava per usare capacità di calcolo e connessione Internet del computer dell’università, con cui era collegato via modem.
  33. Il newsgroup dedicato al sistema operativo di Tanenbaum.
  34. Funzione oggi presente nella maggior parte dei sistemi operativi, il page-to-disk crea una memoria virtuale (anche swap) usando solitamente lo spazio sul disco fisso (o una partizione dedicata) che si aggiunge alla memoria RAM disponibile. Sebbene meno veloce della RAM, questa soluzione è più economica dell’acquisto di nuova memoria.
  35. La denominazione GNU/Linux è comprensibilmente la preferita da Stallman, che vuole sottolineare il contributo del progetto da lui avviato [Stallman 2002a, 3, 32].
  36. Data del primo post reperibile. Message ID: <1992Jan19.085628.18752@cseg01.uark.edu>.
  37. Data del primo post reperibile. Message ID: <1992Mar31.131811.19832@rock.concert.net>.
  38. La sua casa madre, VA software, gestisce Sourceforge, attualmente il più vasto archivio per lo sviluppo di progetti FLOSS (più di 100.000) con un milione di utenti registrati. < http://sourceforge.net/docs/about >.
  39. La sua prima release è dell’aprile 1993 ed è tuttora una distribuzione attiva < http://slackware.com/info/ >.
  40. Il progetto Debian è forse il caso più importante di trasposizione dei principi del software libero in una distribuzione GNU/Linux. Fortemente sostenuta da una folta comunità di sviluppatori, Debian ha originato numerosi fork, tra cui Ubuntu.
  41. Annalee Newitz, A User’s Guide to EULAs, Electronic Frontier Foundation. < http://www.eff.org/wp/eula.php >. I casi citati da Newitz riguardano restrizioni alla libertà di parola (si nega la comparazione con prodotti concorrenti o test di qualità), violazione della privacy (per il controllo di possibili violazioni del copyright), declinazione di responsabilità e accettazione implicita di future modifiche alle condizioni di servizio.
  42. Un caso in cui venne contestata la costituzionalità dell’estensione della durata del copyright da parte del Congresso statunitense [infra §2.2.2].
  43. Dato che questo diritto esclusivo è concesso dallo Stato, gli economisti parlano di monopolio legale. Gli incentivi riguardano tanto gli editori quanto gli autori [ibid., 4, nota 4].
  44. Versione originale della licenza su < http://www.gnu.org/copyleft/copying-1.0.html >, 1989-02 (=1999).
  45. Nelle licenze di tipo Creative Commons [infra §2.2.2] è chiamato Share Alike (SA).
  46. Cfr. < http://www.fsf.org/licensing/licenses/info/GPLv2.html >. Per una esposizione sintetica della licenza in italiano vedi anche < http://creativecommons.org/licenses/GPL/2.0/ >.
  47. Le bozze sono sul sito ufficiale < http://gplv3.fsf.org/ >, che dispone di un wiki (basato su MediaWiki) e di un commentario inline, in cui chi è registrato può aggiungere il proprio commento a singole porzioni di testo.
  48. Usare la GNU GPL a questo scopo non era impossibile, ma la licenza era tagliata su misura per il software e non per la documentazione.
  49. Bushnell si lamenta del trattamento in < http://lists.softwarelibero.it/pipermail/discussioni/2003-November/008427.html > e ribadisce le sue ragioni contro la GFDL.
  50. Cfr. < http://www.debian.org/vote/2006/vote_001 >. L’annuncio ufficiale è invece < http://www.debian.org/News/2006/20060316 >. Per la consultazione si è usato un metodo Condorcet, il metodo Schulze, che fornisce risultati analoghi a uno scontro diretto fra più candidati (in questo caso 4) per un solo vincitore.
  51. Nel caso di siti web, per una copia completa identica all’originale si parla di mirror. Tale pratica è ostacolata dalle licenze e condizioni d’uso di molti siti web, quando non anche impedito a livello tecnico.
  52. Nel 2002 Stallman scrive: «Avevamo un progetto per una enciclopedia GNU, ma ci siamo uniti a quello commerciale quando hanno adottato la nostra licenza. In gennaio sono passati alla Licenza per Documentazione Libera GNU per tutti gli articoli di quell’enciclopedia. Così abbiamo detto, "Bene, uniamo le nostre forze e invitiamo la gente a contribuire". Si chiama NUPEDIA, e ne trovate il link all’indirizzo http://www.gnu.org/encyclopedia. Così abbiamo esteso lo sviluppo comunitario di una base libera di conoscenze utili dal software all’enciclopedia» [Stallman 2002b, 76]. La transizione è quindi avvenuta nel gennaio 2002.
  53. L’elenco aggiornato dei server e delle distribuzioni Linux che usano sono su <http://meta.wikimedia.org/wiki/Wikimedia_servers>. Cfr. anche <w:en:Wikipedia>.
  54. E, aggiunge Lessig, fortemente pagato. Nel ciclo elettorale 1998 la RIAA e la MPAA, le organizzazioni dei produttori musicali e cinematografici statunitensi, spesero 1,5 milioni di dollari per esercitare pressioni politiche, mentre la Disney contribuì con 800.000 dollari alle campagne di rielezione, dispensando il massimo dei finanziamenti possibili a «[d]ieci dei tredici sponsor originari della proposta di legge alla Camera». Lessig non esita a definire questo sistema come il «cuore della corruzione dell’attuale sistema di governo», in cui «finché è possibile comprare la legge (anche se indirettamente), ci saranno tutti gli incentivi del mondo per comprare le ulteriori estensioni del copyright» [Lessig 2004, 200-201].
  55. La questione ruota attorno all’interpretazione dell’articolo I, sezione 8, clausola 8 della Costituzione USA, che dà al Congresso l’autorità di «promuovere il progresso della scienza e delle arti utili» assicurando agli autori questo monopolio legale per «periodi di tempo limitato» [cit. in Lessig 2004, 124]. La ratio legis sarebbe la promozione del progresso e non la tutela della proprietà fine a se stessa.
  56. Da parte di Free Software Foundation, Intel, «due professori di legge, un esperto del copyright e uno studioso del primo Emendamento». A supporto mozioni di associazioni come la Eagle Forum, «biblioteche e archivi, tra cui l’Internet Archive, la American Association of Law Libraries e la National Writers Union», sindacato dei freelancers che conta attualmente 3500 iscritti. Neppure le considerazioni di 17 economisti [Akerlof et al. 2002], di cui 5 premi Nobel, convincono la Corte, sebbene i giudici Breyer e Stevens dissentano [Lessig 2004, 214]. Le informazioni sul NWU sono ricavate dal sito ufficiale <http://www.nwu.org/nwu/index.php?cmd=showPage&page_id=1.1>, verificato il 2006-11-30.
  57. Tra cui quella italiana. Il 18 novembre 2003 viene avviata la traduzione e l’adattamento delle licenze Creative Commons da parte del gruppo di lavoro guidato da Marco Ricolfi del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’università di Torino. La IEIIT-CNR affianca l’università per la parte informatica. Cfr. <http://www.creativecommons.it/About>.
  58. Cfr. la pagina delle domande frequenti sul sito ufficiale della sezione italiana di Creative Commons, <http://www.creativecommons.it/node/165#31>.
  59. Anime Music Video, montaggi video fatti da appassionati di animazione giapponese (anime). Per capire la diffusione di questo tipo di opera digitale (beninteso sempre soggetta alla legge di Sturgeon) basta andare su qualsiasi motore di ricerca per video e cercare "AMV". Essendo opere derivate da prodotti "tutti i diritti riservati", questo fenomeno è ad oggi sotterraneo ma generalmente tollerato, mentre con una licenza Creative Commons del tipo descritto applicata agli anime sarebbe perfettamente legale e potrebbe essere usato come strumento promozionale e di formazione di futuri professionisti.
  60. Componente fondamentale di un motore di ricerca, lo spider web è un programma che si aggira per la rete (da cui il nome) catalogando ciò che trova nel suo cammino.
  61. Su questo principio operano i servizi elencati nel metamotore di ricerca Creative Commons Search, <http://search.creativecommons.org/>.
  62. Recente è l’accordo con Microsoft che ha rilasciato un plugin dedicato per MS Office. Pagina principale di <http://creativecommons.org> (ultimo accesso 2006-09-13) e Creative Commons, patto con Microsoft, "Punto Informatico", 2006-06-22, <http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1537277>.
  63. Le recenti macchine digitali già includono metadati su data, ora e condizioni di ripresa, ma non sulle licenze.
  64. Tramite le variabili con radice $wgRights su LocalSettings.php, il file di configurazione principale di MediaWiki. Il commento recita: «For attaching licensing metadata to pages, and displaying an appropriate copyright notice / icon. GNU Free Documentation. License and Creative Commons licenses are supported so far». È possibile abilitare i metadati RDF e inserire gli URL delle licenze e relative icone. Cfr. anche <http://www.mediawiki.org/wiki/Manual:Configuration_settings#Copyright>.
  65. Un altro progetto che usa una licenza Creative Commons (CC-BY) è Wikinews, che l’ha adottata il 25 settembre 2005. Cfr. <http://en.wikinews.org/w/index.php?title=Wikinews:Copyright&direction=prev&oldid=326273>, 2006-09- 09.
  66. La prima registrazione utile sull’Internet Archive è invece del 28 settembre. Cfr. <http://web.archive.org/web/*/http://www.wikipedia.org>. Vedi anche <w:it:Wikimedia Foundation> e la versione in inglese.
  67. Talvolta abbreviata in WMF (WikiMedia Foundation).
  68. L’originale è <http://mail.wikipedia.org/pipermail/wikipedia-l/2003-June/010690.html>.
  69. Cfr. < http://www.sunbiz.org/scripts/cordet.exe?a1=DETFIL&n1=N03000005323 > presso l’archivio digitalizzato del dipartimento di Stato della Florida, e in particolare la scansione del documento 06/20/2003 -- Domestic Non-Profit [in ibid.], atto di registrazione.
  70. Codice NTEE B60 (NAICS 611), che per il National Center for Charitable Statistics raggruppa: «Istituzioni esterne al circuito ufficiale di scuole, collegi, università e istituti tecnici e commerciali che forniscono opportunità agli adulti di sviluppare fondamentali abilità di apprendimento e comunicative, completare la propria formazione alla scuola superiore, allargare le conoscenze in un particolare campo o disciplina oppure sviluppare nuove abilità in un nuovo campo di interesse». Cfr. < http://nccsdataweb.urban.org/PubApps/nteeSearch.php?gQry=B60&codeType=NTEE >, tr. mia. Vedi anche < http://wikimediafoundation.org/wiki/Fundraising >. La copia della lettera con cui l’IRS concede alla fondazione la deducibilità delle donazioni è su < http://upload.wikimedia.org/wikipedia/foundation/a/aa/501%28c%29%283%29_Letter.png >.
  71. Un sistema di pagamento online molto usato anche per le compravendite di oggetti non troppo costosi su siti di e-commerce come eBay, che l’ha acquisita nell’ottobre 2002. PayPal è sostanzialmente un’alternativa all’uso della carta di credito su Internet, ma lungi dal raggiungere la praticità del contante offline. Cfr. < http://www.paypal.com/it/cgi-bin/webscr?cmd=p/gen/about-outside >.
  72. < http://wikimediafoundation.org/wiki/PayPal_donations/2003 > (2003, solo PayPal) < http://wikimediafoundation.org/wiki/Bank_history/2004 > (2004), < http://wikimediafoundation.org/wiki/Budget/2005 > (I quadrimestre 2005), < http://fundraising.wikimedia.org/ongoing/ > (2005-2006).
  73. Tutti i dati sono ufficiosi, ma forniscono proporzioni verosimile delle donazioni per regione.
  74. Cfr. <http://fundraising.wikimedia.org/ongoing/index.php/2006-10-01/detail/> <http://fundraising.wikimedia.org/ongoing/index.php/2006-10-04/detail/> e i restanti elenchi dettagliati di donazioni con commento.
  75. Cfr. <http://www.answers.com/>, <w:en:Wikipedia_talk:Tools/1-Click_Answers> e <http://wikimediafoundation.org/wiki/Benefactors>.
  76. L’associazione delle biblioteche tedesche (Deutscher Bibliotheksverband) nel 2005 e il Berkman Center for Internet & Society dell’Università di Harvard nel 2006 . Cfr. <http://wikimania2005.wikimedia.org/wiki/Sponsors> e <http://wikimania2006.wikimedia.org/wiki/Sponsors>.
  77. Per maggiori dettagli sulla lingua Cree vedi < http://www.native-languages.org/cree.htm >, la pagina di un’organizzazione non-profit dedicata alla promozione delle lingue amerindiane, e il sito del Canadian Linguistics Committee on Aboriginal Languages dell’Associazione canadese di Linguistica, <http://www.fp.ucalgary.ca/aborlang/languages.htm>. La versione in Cree di Wikipedia è <http://cr.wikipedia.org/>, che ad oggi è poco più di un dizionario con i termini più comuni.
  78. In inglese subdomain. Questa funzione, denominata Virtual Hosting, è permessa del web server Apache (software libero) ed è un modo per far coesistere sullo stesso dominio diversi spazi indipendenti gli uni dagli altri sebbene possano risiedere fisicamente sulla stessa macchina. Cfr. <http://httpd.apache.org/docs/1.3/vhosts/examples.html>.
  79. La variante inglese Image funziona sempre, e lo stesso discorso vale per gli altri namespace.
  80. Oltre ci sarebbero ancora le sottopagine, separate da uno slash ( / ) in coda al titolo della pagina comprensivo di namespace. Dato che l’uso delle sottopagine è relegato alle pagine di servizio, ad esempio per separare il manuale d’uso di un template dal codice vero e proprio oppure per "cambusare" le discussioni concluse spostandole dalla pagina di discussione principale, non approfondirò questa ulteriore suddivisione.
  81. Per questa sezione si veda <w:it:Aiuto:Namespace> e Ebersbach et al. 2005, 79-82.
  82. Ovvero namespace che rimandano ad altri (alias), come Media, che rimanda a Immagine. Del namespace Immagine parlerò in §2.3.3.
  83. Progetto Wikimedia dedicato a libri di testo e manuali, all’indirizzo < http://www.wikibooks.org/ >. Gli altri progetti sono Wikiquote (raccolta di citazioni) Wiktionary (un dizionario), Wikisource (documenti e testi liberi) Wikinews (notizie) e Wikiversity (esercitazioni e apprendimento online).
  84. Da non confondere con il namespace del progetto generale, in questo caso Wikipedia, che raduna linee guida, avvertenze, informazioni aggiuntive e il luogo di discussione generico (Bar).
  85. Da non confondere con il namespace del progetto generale, in questo caso Wikipedia, che raduna linee guida, avvertenze, informazioni aggiuntive e il luogo di discussione generico (Bar).
  86. L’elenco dei progetti su it.wikipedia è su <w:it:Portale:Progetti>. Un progetto può anche disporre di un portale, una sorta di indice generale per le voci curate dal progetto.
  87. Sanger tratta punto per punto la sua contrarietà alle categorie nel wiki del progetto Digital Universe, <http://collab.digitaluniverse.net/w/index.php?title=Why_to_avoid_using_categories&oldid=4200>, 2006- 03-09. Si noti l’assonanza della posizione di Sanger con la critica di Vannevar Bush ai sistemi di classificazione gerarchici «artificiosità dei sistemi di indicizzazione», per cui appunto richiede l’approccio ipertestuale del memex [supra §1.2].
  88. Spesso, va ricordato, forzate ad agire più per relazione associativa che non gerarchica, come suggerisce il caso di Blair, tipica applicazione di una classificazione a faccette. Su Wikimedia Commons [supra §2.3.3] la distinzione fra tagging semantico e categorizzazione si fa ancora più indistinta, come dimostra l’uso estensivo di template/tag di licenza <http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:License_tags>. Cfr. Rosenfeld — Morville 2002, 176-208.
  89. Essendo integrati semplicemente come link in un namespace differente, ad oggi è possibile categorizzare a piacimento qualsiasi voce, e la classificazione non è sottoposta ad alcun controllo semantico automatico prima della pubblicazione, che impedirebbe ad esempio l’inserimento della medesima voce in più categorie collegate in linea retta.
  90. Ossia " | ", la barra verticale. Sui sistemi POSIX è utilizzato per "dare in pasto" l’output di un processo ad un altro. Nel caso dei template MediaWiki, serve invece solo per separare il nome del template dai parametri.
  91. Sulla navigazione contestuale, cfr. Rosenfeld — Morville 2002, 116-118. I template di navigazione forniscono una serie di link contestuali comuni ad un gruppo di voci. Ad esempio, i film, le serie televisive e i manga di Ghost in the Shell usano il <w:it:Template:Ghost_in_the_Shell> per poter saltare agilmente tra le voci correlate senza ravanare nelle categorie.
  92. Ad oggi sono ancora molto utilizzate le liste statiche, con non pochi dibattiti fra i wikipediani. Un utilizzo largamente tollerato è la lista di voci da scrivere, solitamente spostata come sottopagina nel progetto dedicato (ad es. la lista di manga al progetto Anime e manga) piuttosto che nel namespace principale. Va ricordato che il software MediaWiki stila un elenco automatico delle voci più richieste ma non presenti <w:it:Speciale:Wantedpages>, ossia quelle che compaiono come link rossi (collegamenti a nodi non esistenti) nelle voci, per cui anche queste liste non sono strettamente necessarie.
  93. Nel gergo di Wikipedia, pagine che elencano voci omonime, come ad esempio Acquario (costellazione, astrologia, contenitore o museo vivente). Sulla Wikipedia italiana si usa mettere l’argomento o il contesto (ad es. la città di un quartiere) fra parentesi tonde subito dopo il titolo della voce, ad es. Acquario (museo vivente) . Cfr. <w:it:Wikipedia:Disambigua>.
  94. La pagina speciale è <w:it:Speciale:Whatlinkshere/Tony_Blair>. A differenza delle voci degli altri namespace, le pagine speciali sono generate al volo e quindi non sono dotate di link permanente. Le associazioni valide alle ore 13.25 del 16 novembre 2006 potrebbero quindi mutare da un momento all’altro, e non è possibile risalirvi se non salvando una copia completa del database in quel momento.
  95. Il progetto è descritto su <http://meta.wikimedia.org/wiki/Semantic_MediaWiki>, dove si possono trovare informazioni aggiornate. L’elenco dei collaboratori è <http://ontoworld.org/wiki/People>. L’estensione è ospitata su SourceForge all’indirizzo < http://sourceforge.net/projects/semediawiki >. Al novembre 2006 l’ultima versione rilasciata è la 0.5.
  96. La pagina dello strumento è < http://tools.wikimedia.de/~daniel/WikiSense/CategoryIntersect.php >. L’indirizzo equivalente all’intersezione delle categorie Politici e Britannici è < http://tools.wikimedia.de/~daniel/WikiSense/CategoryIntersect.php?wikilang=it&wikifam=.wikipedia.org& basecat=politici&basedeep=5&mode=cs&tagcat=britannici&tagdeep=5&go=Analizza&userlang=it >.
  97. Kinzler 2005, filmato dell’intervento, 17’10".
  98. Vedi le voci in corsivo nelle versioni in lingua indicate, anticipate dal nome del namespace Template come descritto più sopra. Un template squisitamente relazionale è Familytree (albero genealogico), <w:en:Template:Familytree>. Non è difficile prevedere l’uso di link tipizzati nell’esprimere relazioni di parentela nelle voci biografiche, da cui si potrebbero così generare automaticamente alberi genealogici.
  99. Nel giugno 2006 comparivano in tutte le versioni in lingua di Wikipedia ben 2,3 milioni di collegamenti ad immagini. Fonte: Wikimedia Foundation, <http://stats.wikimedia.org/EN/TablesDatabaseImageLinks.htm>.
  100. Da non confondere con le licenze Creative Commons [supra §2.2.2] o il metamotore di ricerca dell’organizzazione, che segue un approccio sia tecnico che programmatico (decentramento e diffusione piuttosto che accentramento in un singolo database) totalmente diverso.
  101. In realtà sotto lo stesso dominio <http://upload.wikimedia.org/> ma separati internamente ad esso.
  102. Cfr. <http://commons.wikimedia.org/wiki/Commons:Welcome> e <http://commons.wikimedia.org/wiki/Commons:First_steps/Reuse>.
  103. Quelle con vincolo non-commercial, più restrittive della GFDL, sono escluse. Le più lasche, come la semplice CC-BY e la licenza di pubblico dominio, sono invece accettate.
  104. Cfr. <http://commons.wikimedia.org/wiki/Commons:File_types>. Le abbreviazioni e gli sviluppatori dei formati sono rispettivamente Scalable Vector Graphics (W3C), Joint Photographic Experts Group (ISO/IEC 10918-1:1994 e segg.), Portable Network Graphics (ora standard W3C, ISO/IEC 15948:2004), Graphics Interchange Format (CompuServe), Ogg (Xiph.Org), Musical Instrument Digital Interface (Dave Smith), Portable Document Format (Adobe Systems, Inc.), DjVu (AT&T). I codec audio/video citati sono tutti progetti della società no-profit Xiph.Org.
  105. Ad es. se la commoners Zéa volesse pubblicare un collage da rilasciare sotto GFDL, potrebbe usare solo lavori che usano la medesima licenza od una compatibile, come il "nessun diritto riservato" del pubblico dominio.
  106. Dico attualmente perché la lista è soggetta a cambiamenti a seconda dei mutamenti nelle politiche interne al progetto. Le licenze GNU GPL e GNU LGPL, per esempio, ad agosto 2006 erano sconsigliate ma presenti in lista, mentre oggi non ve n’è più traccia. Per una spiegazione più approfondita giurisdizione per giurisdizione cfr. <http://commons.wikimedia.org/wiki/Commons:Licensing>, la pagina di Commons dedicata alle licenze.
  107. Cfr. <http://commons.wikimedia.org/wiki/Image:BD-propagande_colour_en.jpg>. Da notare la mascotte di Linux, Tux, che campeggia sul case del computer dell’apprendista commoners. Le tre pagine di licenza di cui parla il personaggio Zéa sono quelle della GNU FDL, contrapposte alle abbreviazioni usate nel riepilogo della licenza Creative Commons [supra §2.2.2].
  108. Cfr. <w:es:Especial:Upload> e <w:pt:Especial:Upload>. La notizia della scelta portoghese è apparsa anche su "Wikizine" 49, 2006-11-07, <http://en.wikizine.org/2006/11/wikizine-number-49.html> e la discussione annunciata il 9 ottobre sul "Wikipedia Signpost" nel Report from the Portuguese Wikipedia, <[1]>, 2006-10-09.
  109. I casi di pubblico dominio contemplati ad oggi sono: PD-old e PD-art, copyright scaduto; PD-ineligible (es. un segno od una scritta comuni); PD-USGov, immagini del governo federale USA e le rispettive agenzie; immagini rilasciate sotto pubblico dominio dagli utenti (PD-self, PD-author, ecc.); PD-because, che ha sostituito il PD generico senza motivazione; varie immagini PD nazionali (es. PD-CzechGov). Al 23 novembre 2006 su Commons vi sono oltre 400 template di licenza (combinazioni incluse), di cui una minima parte usati da più di qualche decina di voci. Cfr. <http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:License_tags> e <http://commons.wikimedia.org/wiki/Commons:Tag_per_l%27attribuzione_del_copyright>. Il template di pubblico dominio generico è stato abolito il 3 gennaio 2006. <http://commons.wikimedia.org/w/index.php?title=Template:PD&diff=1145568&oldid=989003>, 2006-01- 03.
  110. Tra parentesi il rapporto fra amministratori su Commons per lingua madre e amministratori della relativa Wikipedia in lingua. Dati ricavati dalle relative pagine Special:Statistics il 2006-11-23 attorno alle 21.30.
  111. Si tratta della direttiva comunitaria 2001/29/CE (nota come European Copyright Directive, EUCD) recepita dal dlgs. 68/03 e della l. 633/1941 (e successive modifiche), artt. 87 e 92. Per i testi cfr. <http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2001:167:0010:0019:IT:PDF>, <http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/03068dl.htm> e <http://www.giustizia.it/cassazione/leggi/l633_41.html>, verificati il 2006-12-01. Da profano di diritto industriale e internazionale, mi limiterò ad esporre le interpretazioni contrapposte emerse nel dibattito.
  112. «Il diritto esclusivo sulle fotografie dura vent’anni dalla produzione della fotografia», l. 633/1941 art. 92, cit.
  113. L’equivalente di wikipediano per Wikimedia Commons, talvolta tradotto in italiano come commonista. Il termine commoners è anche usato da Creative Commons per indicare chi licenzia contenuti sotto le licenze omonime. Qui parlerò di commoners solo nell’accezione di commoners del progetto Wikimedia Commons.
  114. La discussione per la cancellazione delle immagini con template PD-Italy è su <http://commons.wikimedia.org/w/index.php?title=Commons:Deletion_requests/Template:PD- Italy&oldid=3094068>, 2006-09-22. Cfr. anche i link alle discussioni italiane a fondo pagina. Vedi anche <http://commons.wikimedia.org/w/index.php?title=Template_talk:PD-Italy&oldid=3655684>, 2006-11-30.
  115. Lo spazio principale di discussione su <w:it:Wikipedia:Bar>.
  116. <http://commons.wikimedia.org/w/index.php?title=Commons:Deletion_requests/Template:PD-ItalyGov&oldid=2994168>, 2006-09-14. Il copyright per le immagini del governo italiano scade dopo vent’anni.
  117. Cfr. JollyRoger, <[2]>, 2006-11-27.
  118. infra §3.2, cit., tr. mia.
  119. Cfr. <http://commons.wikimedia.org/w/index.php?title=Template:PD-Italy&oldid=3550270>, 2006-11-18, tr. mia.
  120. Cfr. <http://commons.wikimedia.org/wiki/Sandro_Pertini>. Al 2006-12-02 rimane solo una foto sulle 84 originarie, mentre le foto sono visibili su <w:it:Sandro_Pertini#Galleria_fotografica>, 2006-12-13. Le foto sono tratte da < http://www.quirinale.it/ex_presidenti/Pertini/fotografie/a_elenco1.htm > e segg.
  121. Cfr. JollyRoger, <[3]>, 2006-09-23. Testo in maiuscolo riportato in minuscolo.