L'avvocato veneziano/L'autore a chi legge
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L'AUTORE
A CHI LEGGE.
È noto averla io in prima esercitata nella mia patria, seguendo lo stile del nostro Veneto Foro, indi nella città di Pisa, a quella pratica uniformandomi, onde informato egualmente dei due sistemi contrari1, piacquemi di porli a fronte, e se parrà ch’io abbia esaltato il Veneto stile sopra quello che dicesi del Jus comune, e se nel rendere vincitore il mio Veneziano sarò imputato di parzialità ai miei colleghi e compatriotti, non è ch’io non apprezzi egualmente la pratica ed il sistema a noi straniero, ma sarò ben compatibile, se in ciò facendo, avrò seguito il dettame della natura, ricordevole del primo latte da’ Veneti Maestri onorevolmente succhiato.
Allora quando comparve per la prima volta questa mia Commedia sulle scene di Venezia, ebbe ella per dir vero una fortuna assai grande, e pel numero delle recite, e per la folla del popolo, e per quello che di essa dicevasi da chi l’aveva veduta.
Fu principalmente aggradito il carattere nobile e virtuoso dell’Avvocato; il quale, inflessibile all’amore, all’interesse ed alle minacce, sa così bene trionfare delle passioni, e a tutto preferire l’onore di se medesimo e della sua professione; eppure (ridete, ch’ella è da ridere) fu criticato il mio Protagonista per questo appunto, perchè in sommo grado onorato. Vi furono di quelli che non si vergognarono di dire, che in tai cimenti non fosse verisimile la resistenza. Questo è un negare la virtù medesima, la qual allora fa di sè mostra, quando è più combattuta, nè può risplendere fra le ordinarie e facili contingenze.
Sono smentiti i miei signori Critici da una serie numerosissima di Avvocati celebri per virtù e per dottrina, li quali si riconoscono nell'onorato mio Alberto, e chi di tal carattere non sa persuadersi, mostra o di poco intenderlo, o di non essere ben disposto a imitarlo.
Il mio Avvocato non è che una copia dei buoni ed un ammaestramento ai cattivi. Chi lo somiglia, si consoli; chi va distante, arrossisca; chi non sa, impari, e chi sa, mi difenda.´
- ↑ Si legge invece nel I. VI (1754) dell’ed. Paperini di Firenze: a quella pratica uniformandomi e fortunato egualmente, non ebbi occasion di arrossirmi, nè tralasciai l’impiego per mancanza di chi di me si fidasse. - Data opera ai due sistemi contrari ecc.