L'arte dei bambini/VIII
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | VII | IX | ► |
VIII
Il lato in cui l'arte dei barbari e della decadenza difetta maggiormente è la tecnica. La logica può mostrare qualche lato debole ma non è mai così ingenua e risibile come quella dei bambini. In nessuna pittura, se si tolgono pochi esempi forniti dalle Pelli rosse e più specialmente dalla tribù dei Comanchi, s'avvertono infatti i difetti notati sui nostri disegni. Lo Scoolcraft pubblica alcune iscrizioni geroglifiche raccolte sulla riviera del Missouri e nel Nuovo Messico nelle quali s'incontrano alcuni uomini a cavallo che mostrano tutte e due le gambe da un lato, o non ne mostrano alcuna, come in certi saggi dei bambini (fig. 38 e 39)1. Ma questi esempi sono rari e si limitano a quel solo errore, chè si perderebbe certo il tempo a cercare una sola figura che abbia le due braccia e i due occhi dalla stessa parte.
Per quanto infatti un artista viva nella più misera società e nei più miseri tempi, a certe considerazioni (cui non arrivano, bambini di cinque o sei anni) deve pur sempre, senza sforzo e quasi inconsciamente, arrivare per lo sviluppo che la mente prende in grazia della stessa vita quotidiana. Ma la tecnica invece non procede mai o procede di poco senza uno studio ben determinato e speciale. Chi non ha studiato mai disegno può agevolmente verificare ciò che dico. Con l'esperienza, che risulta dalla somma delle considerazioni che si fanno al mondo, si sviluppa anche il senso critico, tanto che di fronte a un dipinto, che presenti qualche irragionevolezza patente, ognuno è in caso di ben consigliare l'artista. Nella tecnica invece senza esercizio alcuno si è a trent'anni press'a poco ciò che si era a dieci. Si fanno le stesse figurine senza proporzione e deformi: le quali sembrano migliori delle infantili perchè sono scevre di difetti di raziocinio, vedendosi di ciascuna d'essa, soltanto quello che si può vedere, ma che in fatto d'esecuzione non sono gran cosa più lodevoli.
Adunque, gli errori della plastica infantile provenendo più da inesperienza d'arte manuale che da deficienza di ragionamento (per la quale s'è veduto difettare il disegno) trovano maggior riscontro nell'arte preistorica e barbara in cui si lamenta di più la cattiva esecuzione.
I grafiti preistorici (i quali — è ovvio dirlo — vanno considerati come disegni)
pubblicati dal Geikie2 e da Giovanni Lubbock 3 sono smisuratamente superiori ai disegni dei bambini. Le scolture invece sono quasi identiche. Negli Atti del terzo congresso archeologico internazionale di preistoria, sono prodotti dei feticci rappresentanti uomini, uomini a cavallo, uccelli e cani che paion fatti pur ieri dalle mani dei nostri bimbi4.
Così può dirsi a riguardo delle popolazioni selvaggie contemporanee. Presso di queste, i disegni sono sempre più ragionevoli degl’infantili, perchè il fatto prova che l’artista quasi selvaggio, fatto adulto, ragiona più che non ragioni un bimbo, come naturalmente una società di selvaggi ha norme e convenzioni che non passerebbero pel capo a nessuno in una società di bambini, dove forse tutti morrebbero di fame senza pur darsi una plausibile ragione.
Esistono per vero certe tribù le quali ignorano perfettamente l’arte del disegno 5 ma non ne esistono altre che offrano un'arte grafica che presenti gl'identici difetti di quella dei bimbi.
Il fatto dimostra così che certi popoli possono perfettamente ignorare l'esistenza della pittura o dell'arte in genere ed essere deficienti d'ogni idea di riproduzione, ma dimostra del pari ch'essi, dato che la scoprano per qualche eventualità, o l'abbiano per uno straniero che loro l'insegni, o per propria iniziativa, col ragionamento arrivano poi ad evitare certi errori in cui abbiamo veduto cadere costantemente i bambini.
E anche qui, quando la questione si limita alla tecnica, e nell'arte infantile cessano i difetti logici, l'arte selvaggia trova la sua corrispondenza.
Per ciò si trovano delle figurine in legno e degl'intagli in osso eseguiti dai Ciuktci sulla costa asiatica del golfo di Giaun, toccata dalla Vega, che sono grandemente simili alle crete modellate dai nostri bimbi (fig, 40 e 41) 6. Anch'essi fanno le ocarine senz'ali e senza piedi e con gli occhi forati, e, in legno, le faccie umane piatte per ottenere la sporgenza del naso, uguali in tutto ciò alle tribù africane di Dor, Neam-Nam, di Krumen e di molte altre (fig, 42 e 43) 7.
Note
- ↑ [p. 93 modifica]«Information respecting the history, condition and prospects of the indian tribes of the United States... by Henry R. Schoolcraft — Philadelphia Lippincott Grambo & C. 1854» Vedi le tav. 31, 32 33, 34 e 35.
- ↑ [p. 93 modifica]«Prehistoric Europe a Geological Sketch by Iames Geikie — London, Stanford, 1881.»
- ↑ [p. 93 modifica]«Pre-Historic Times as illustrated by Ancient Remains ad the manners ad customs of Modern Savages, by sir Iohn Lubbock — Villiams and Norgate 1869.»
- ↑ [p. 93 modifica]«International Congress of Prehistoric Archaeology: Transactions of thet hind Session (1868) — London; Longmans, Green and Co. 1869 — V. a p. 206 e 256.
- ↑ [p. 93 modifica]«Hommes fossiles et hommes sauvages. Études d'anthropologie par A. de Quatrefages — Paris Baillière 1884 — pag. 342, 454
- ↑ [p. 93 modifica] «La Vega, Viaggio di scoperta del passaggio Nord-Est tra l'Asia e l'Europa narrato dal
- ↑ [p. 93 modifica]