L'aribbartatura der capoccio
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1838
L’ARIBBARTATURA DER CAPOCCIO.1
O er cucchiere imbriaco o mmal pagato
J’abbi vorzùto,2 o nno, ttirà a la pelle;
O un cavallaccio jje se sii ’mbarzato3
Sur timone o fframezzo a le tirelle,
Er fatt’è cquesto, padron Raffaelle,
Ch’annanno4 a ffà la grazzia a un ammalato
Pe’ la salita de le Tre Ccannelle
Er Bambin d’Arescèli5 ha ribbartato.6
La cosa in zé mmedéma nun è ggnente,
Ma a sti tempi che ppoco sce se7 crede,
Va’8 cche impressione possi fà a la ggente!
Ggesù Bbambino, inzomma, fa sto sprego
De miracoli, e llui nun ze tiè9 in piede!
Prima càrita ssìncipi tabbègo.10
10 gennaio 1838.
Note
- ↑ [La ribaltatura del capoccia, del principale, del padrone.]
- ↑ Gli abbia voluto.
- ↑ Gli si sia imbalzato.
- ↑ Che andando.
- ↑ Il Bambino di Ara-Coeli. La fama de’ suoi miracoli chiama questo Bambino a visitare qua e là gl’infermi disperati di salute; e ciò accade allorchè lo stesso corpo di Cristo nella eucarestia non gli abbia risanati. I Religiosi zoccolanti lo trasportano in cocchio a passo lento.
- ↑ Ciò avvenne il 4 gennaio 1838.
- ↑ Ci si.
- ↑ [Troncamento di varda, che si usa spesso per guarda. E qui vale: “guarda un po’ tu,„ vero “lascio considerare a te ecc.„]
- ↑ Non si tiene, non si regge.
- ↑ Prima charitas incipit ab ego: comodo proverbio popolare.